Venerdì, 23 Febbraio 2018 23:14

Programmazione dei fondi comunitari, bufera su Regione Abruzzo

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Era stata annunciata con grande enfasi da Regione Abruzzo la convention che si è tenuta il 21 e 22 febbraio all’Aurum di Pescara sullo stato d’avanzamento della programmazione dei fondi comunitari; intorno al tavolo Nicolas Gilbert Morin, Luigi Nigri, Adelina Dos Rei, Franco Rinaldo e il direttore dell’autorità di gestione dell’Ente, Vincenzo Rivera. Assenti il governatore Luciano D’Alfonso e gli assessori Marinella Sclocco e Dino Pepe, pure invitati, era presente invece il vice presidente Giovanni Lolli.

Si è discusso delle attività che hanno visti impegnati gli uffici regionali per l’attuazione dei programmi del fondo sociale e del fondo di sviluppo regionale che allo stato attuale, scriveva l’ufficio stampa della Regione, “presentano significativi avanzamenti”. E invece, è emerso che l’Abruzzo è la penultima tra le Regioni italiane per la spesa rendicontata dei fondi Fesr e Fse. In particolare, è stato rendicontato soltanto lo 0,003% rispetto alla dotazione dei programmi. Non solo: la spesa certificata sui fondi Fesr si attesta a 400mila euro su 231.5 milioni, sul Fse, invece, a 3.5 milioni su 142.

"Il Governo regionale – l’affondo dei consiglieri regionali forzisti Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo - ha preferito incaricare e nominare direttore della gestione dei fondi comunitari il pluri-incaricato Vincenzo Rivera che, per forza di cose, non è riuscito a portare avanti il cronoprogramma delle risorse da spendere per il nostro Abruzzo. Una situazione vergognosa che oggi rischia di paralizzare importarti settori della nostra economia come agricoltura, industria, turismo, artigianato e commercio. Inutile ricordare le fughe di Gerardis, Savini, Di Rico: i fondi - quelli veri, non i fantamilioni di D'Alfonso - non si spendono e rendicontano, purtroppo, per l’incapacità politico-amministrativa emersa in questi 44 mesi di gestione che ha bloccato tutto. E adesso c’è il serio rischio di rimandare milioni di euro a Bruxelles".

Un vero e proprio disastro – l’ha definito il vice presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti – "testimoniato già dall’esiguo numero di bandi, avvisi ed opportunità, per lo più insignificanti, se l’obiettivo era – e doveva essere – quello di ridestare l’economia abruzzese ed accompagnarla nella lenta, lentissima uscita da una crisi interminabile". Oggi è chiaro e cristallino che la spesa certificata – ovvero le operazioni concluse – "raggiunge, dopo quasi 4 anni sui 6 di programmazione, percentuali imbarazzanti, come nel caso dell’FSE (certificata spesa per 3.5 milioni di euro sui 142 disponibili, meno del 3% del programma). In esito a tali dati – ha aggiunto Gatti - la Regione Abruzzo verrà monitorata ogni bimestre come si usa fare con chi viene considerato scarsamente capace di provvedere ai propri doveri ed adempimenti".

Il direttore generale Vincenzo Rivera, però, non ha mancato di replicare spiegando che quanto affermato dai consiglieri di centrodestra sui fondi europei non corrisponde affatto al vero. "Il posizionamento della Regione Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionale relativa alla spesa dei fondi Fesr e Fse riguarda esclusivamente la spesa rendicontata ad oggi e inserita nel sistema di monitoraggio", ha sottolineato. "Cosa ben diversa è il rischio di disimpegno delle somme del programma in relazione al mancato raggiungimento del target finanziario al 31/12/2018. Posso a tal riguardo affermare che la Regione Abruzzo non corre alcun rischio e ha ricevuto dai rappresentanti della Commissione europea l'apprezzamento per gli enormi passi avanti fatti nel corso dell'ultimo anno. Sono in corso in questi giorni attività propedeutiche alla certificazione di spesa a valer sul Fesr per oltre 8 milioni di euro. Entro la fine dell'anno certificheremo non meno di 50 milioni sul Fesr e 20 milioni sul Fse, raggiungendo così i target previsti".

Ma Gaetano Quagliariello, già ministro per le Riforme Costituzionali del governo Letta, senatore uscente e ricandidato dal centrodestra sul collegio uninominale L’Aquila/Teramo non ha mancato l’occasione per un affondo avverso la Giunta regionale: "gli incredibili dati sul (non) utilizzo dei fondi europei da parte della Regione Abruzzo presentano un solo aspetto positivo – ha sottolineato - che è tale la sfrontatezza di D'Alfonso e compagnia da aver consentito ai cittadini di conoscere l'esito disastroso della verifica del comitato di sorveglianza prima di decidere a chi affidare le sorti del nostro Paese".

"Ci augureremmo tutti – ha aggiunto Quagliariello – che le cose stessero come afferma il fidato collaboratore di D'Alfonso, ma ci permettiamo di dubitarne. Dal momento che parliamo della programmazione 2014-2020, sostenere che a oltre metà del periodo interessato una certificazione di 400mila euro su 231.5 milioni di fondi Fesr e di circa 3 milioni su 146 dei fondi Fse sia da ascrivere a un problema di tempistica della certificazione significa sfidare non solo le leggi della statistica ma anche il comune buon senso. Questa vicenda, che rischia di far perdere all'Abruzzo risorse ingenti e preziose per un territorio bisognoso di ripartire – conclude Quagliariello - contribuisce a spiegare la grande fuga di Luciano D'Alfonso e mette a nudo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, un drammatico deficit di adeguatezza della classe politica che guida la Regione e alla quale impediremo di continuare a fare danni, in Abruzzo come a Roma".

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