Il destino di centinaia di imprese del territorio passerà dal Tar dell'Aquila che, il 18 aprile prossimo, dovrà esprimersi sulla richiesta di sospensiva del procedimento di recupero delle agevolazioni fiscali e contributive connesse al terremoto dell'aprile 2009, per le somme eccedenti il de minimis e non compensative degli eventuali danni subiti dai beneficiari. Si dovesse ottenere l'auspicata sospensiva, ci sarebbe il tempo di tentare la pur stretta 'via politica' per evitare una mazzata da oltre cento milioni di euro che metterebbe in ginocchio il tessuto economico e produttivo del cratere; altrimenti, le imprese sarebbero chiamate a restituire le somme in unica soluzione e con l'aggravio degli interessi.
E' emerso con chiarezza dalla riunione d'urgenza convocata a Palazzo Silone dal vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli per "definire le urgenti azioni di mobilitazione istituzionale, giuridica e politica necessarie a contrastare le attività già avviate dal Commissario straordinario Margherita Maria Calabrò, incaricato del recupero degli aiuti di Stato dichiarati illegali"; al vertice, hanno partecipato il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, l'assessore al bilancio Anna Lisa Di Stefano, i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci (Pd), Lorenzo Berardinetti (Regione facile) e Gianluca Ranieri (M5S), il consigliere comunale dem Americo Di Benedetto, alcuni dei parlamentari abruzzesi eletti il 4 marzo scorso, ed in particolare Stefania Pezzopane (Pd), Luigi D'Eramo (Lega), Gaetano Quagliariello (Idea), Antonio Martino (Forza Italia), Alberto Bagnai (Lega), Primo Di Nicola (M5S), Antonio Zennaro (M5S) e Gianfranco Rotondi (Forza Italia), il titolare dell'ufficio speciale della ricostruzione del cratere Paolo Esposito, oltre al presidente dell'Ordine dei Commercialisti Ettore Perrotti, accompagnato da tanti colleghi, ai rappresentanti delle categorie, tra gli altri Ettore Barattelli, Ezio Rainaldi e Massimiliano Mari Fiamma, e del sindacato, erano in platea Umberto Trasatti e Giuliana Vespa. Assente il governatore e senatore Luciano D'Alfonso.
Segno che ci si è resi conto, forse in modo tardivo, che la vicenda potrebbe assumere connotati drammatici per la rinascita del territorio.
A circa 350 'persone giuridiche' - rispetto ad una prima lista, il numero dei possibili interessati è raddoppiato essendo stati aggiunti cittadini privati con partita Iva, oltre a titolari di società già indicati come tali, e ciascuna posizione andrà vagliata - è stato notificato prima di Pasqua l'avvio del procedimento di recupero di tributi e contributi sospesi a seguito del sisma dell'aprile 2009; parliamo di un totale lordo stimato che supera i 100 milioni di euro, come detto, sebbene le somme effettivamente esigibili saranno inferiori rispetto alla stima considerato che andranno scorporati, appunto, i danni effettivamente subiti. L’esecutivo Ue si è espresso sulla vicenda nell’agosto 2015 sancendo che le "agevolazioni fiscali e contributive connesse al terremoto in Abruzzo" hanno costituito "aiuto di Stato non notificato" e soprattutto che l’importo delle compensazioni non è stato limitato ai danni effettivamente subiti dal beneficiario: "I regimi in questione non stabiliscono alcun nesso tra l’aiuto e i danni effettivamente subiti”. Di conseguenza “hanno portato beneficio non soltanto a imprese effettivamente danneggiate, ma a tutte le imprese aventi sede legale o operativa nelle aree dichiarate 'disastrate' dalle autorità italiane”.
La decisione richiedeva “un’applicazione immediata, anche per quanto concerne il recupero degli aiuti concessi”. Invece, soltanto tre anni dopo c'è stata la temuta accellerazione con le imprese che entro il termine perentorio di 30 giorni - a far fede è la data di ricezione della comunicazione - sono chiamate a presentare:
- “eventuali osservazioni relative alle somme di cui si è effettivamente beneficiato sulla base del regime di aiuto in esame, ed alle somme che si è eventualmente provveduto a riversare, indicando modalità, dati ed estremi del versamento;
- i dati relativi all’ammontare dei danni subiti per effetto del sisma del 2009, valutati con perizia redatta da un esperto indipendente dall’impresa iscritto ad un albo professionale o da un’impresa di assicurazione, qualora ritenuti utili a dimostrare di non aver fruito di aiuti, in sovracompensazione dei danni stessi, eccedenti la soglia prevista dal regime de minimis applicabile;
- un’autocertificazione attestante, ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000, la percezione, ovvero la mancata percezione, di somme a copertura dei suddetti danni in virtù di misure di aiuto connesse al sisma del 2009, ritenute compatibili con il mercato interno ai sensi dell’art. 107, paragrafo 2, lettera b) del TFUE;
- la documentazione relativa alle eventuali somme o contributi percepiti anche in forma di indennizzo assicurativo a copertura dei suddetti danni, ovvero una autocertificazione attestante, ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000, la mancata fruizione di tale tipologia di somme/contributi/indennizzo;
- una autocertificazione attestante, ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000, la fruizione da parte dell’impresa, intesa sia come la singola entità che esercita un’attività economica sia come impresa unica, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2009 ed il 1° gennaio 2015, di eventuali altri aiuti rientranti nel regime de minimis, con l’indicazione specifica del relativo importo e della data di fruizione ovvero attestante la mancata fruizione di tale tipologia di aiuti; gli eventuali elementi attestanti che l’aiuto individuale accordato ai sensi dell’art. 33, comma 28, della legge 12 novembre 2011, n. 183, al momento della sua concessione, soddisfa le condizioni previste dal regolamento adottato in applicazione dell’articolo 1 del regolamento (CE) n. 994/98 o da ogni altro regime di aiuti approvato, così come previsto dall’art. 3 della decisione della Commissione Europea C(2015) 5549 final del 14 agosto 2015”.
Trenta giorni, e ne restano ancora poco meno di venti. Una vera e propria corsa contro il tempo e l'unica strada, come detto, è la sospensiva del Tar.
"Prosegue la battaglia; c'è una unità sostanziale delle forze politiche parlamentari e del territorio", le parole del sindaco Pierluigi Biondi. "La lotta - ha spiegato il primo cittadino - si declinerà su tre fronti: giudiziario, politico e civico". Ad entrare nello specifico, il vice presidente Giovanni Lolli: "Abbiamo istruito ricorso al Tar dell'Aquila che riteniamo competente essendo le persone giuridiche operanti nel cratere; a presentarlo le imprese, le categorie, le società partecipate da Regione Abruzzo e Comune dell'Aquila, e gli Enti, ad adiuvandum. E' stata avanzata richiesta di sospensiva". Affinché ciò accada, debbono ricorrere due condizioni: "la prima, che ci sia un danno irreversibile manifesto, e in questo caso mi pare sia conclamato; la seconda è che ci sia un 'fumus', e cioé che nell'argomento contestato ci sia qualche argomento di debolezza, e mi pare che l'avvocato Roberto Colagrande, legale dei ricorrenti, stia facendo un lavoro serio e articolato. Per questo, ci auguriamo che il Tar conceda una sospensiva, rimandando il pronunciamento di merito".
Così dovesse andare, "avremmo il tempo di operare sul Governo - l'esecutivo attualmente in carica, ovviamente - che potrebbe istruire un decreto, dovessero ricorrere motivi d'urgenza, e mi pare piuttosto evidente, e se a chiederlo dovesse essere una delegazione di parlamentari di tutte le forze politiche che renderebbero la conversione del decreto agevole". E' l'impegno assunto da senatori e deputati presenti che martedì dovrebbero incontrare il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e la sottosegretaria Paola De Micheli. Interpretando il dispositivo europeo, "il Governo dovrebbe applicare il de minimis in temporary framework, e cioé a 500mila euro, considerato che nel provvedimento non è scritto che la soglia debba essere applicata a 200mila euro, se non in una nota allegata che, come ha fatto notare il senatore Gaetano Quagliariello, non costituisce la norma". Se la Commissione Europea dovesse eccepire, "si andrebbe a Bruxelles a discutere: intanto, riusciremmo a modificare il decreto dell'esecutivo che, va ribadito, piuttosto che interpretare il provvedimento in modo 'elastico', e la norma l'avrebbe pure permesso per come è scritta, si è posto in modo piuttosto rigoroso, e la cosa non mi ha fatto parecchio arrabbiare".
Del temporary framework abbiamo scritto diffusamente. In sostanza, le misure agevolative andrebbero iscritte nell’ambito del complessivo sistema dispositivo, di natura fiscale e tributaria, adottato a seguito del terremoto già a partire dal Decreto Legge n. 39 del 28 aprile 2009, convertito in legge 77 il 24 giugno; in particolare, la misura contestata rappresenta una norma di chiusura delle misure di sospensione e differimento (delle imposte, dei contributi e dei premi assicurativi obbligatori) originariamente disposte, e con esse dovrebbe configurare un unico regime di agevolazione fiscale e contributiva, riferibile al periodo aprile 2009 – giugno/dicembre 2010. Ebbene, in tale arco temporale era applicabile la soglia di irrilevanza dell’aiuto (c.d. “de minimis”) vigente dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2011, introdotta con il Temporary Framework appunto, e ammontante a 500mila euro. "L'interpretazione restrittiva della UE è circoscritta a una nota a margine - ha ribadito Gaetano Quagliariello - e dunque ben può essere superata da una diversa interpretazione che per applicare il temporary framework tenga conto della serie storica dei provvedimenti e della datazione degli stessi. Ne va del futuro dell'Aquila e della dignità del nostro Paese".
E' chiaro che se davvero si riuscisse a porre la soglia a 500mila euro, la maggior parte delle imprese interessate dal provvedimento di recupero tirerebbero un bel sospiro di sollievo. Ma tutto dipende dal Tar. In questo senso, è stata indetta una manifestazione cittadina per il 16 aprile, lunedì, alle 10:30 con concentramento alla Fontana Luminosa. "Vorremmo far comprendere ancora meglio al Tribunale amministrativo che siamo dinanzi ad una situazione in cui il danno è manifesto e conclamato - ha ribadito Lolli - e dunque la sospensiva sarebbe ben motivata; soprattutto, vorremmo far capire al Governo che, stavolta, gli eventuali effetti di questa vicenda non resterebbero confinati in città; fino ad ora, ci abbiamo provato con le 'buone': né l'attuale esecutivo, tantomeno i precedenti, ci hanno dato ascolto. E vorrei ricordare che la sospensione dei tributi non ce l'ha regalato nessuno: anzi, l'abbiamo strappato con le lacrime e con il sangue, nel senso vero del termine, considerato che alla manifestazione romana ci furono due teste spaccate".
Dunque, l'auspicio: "siamo a ridosso delle celebrazioni per l'anniversario del terremoto, e dobbiamo preservarla da questa vicenda, è il momento di ricordare i nostri morti; tuttavia, già dal 7 aprile - pur comprendendo la stanchezza - non possiamo che invitare i cittadini a partecipare, facendo sentire la loro presenza. E' necessario, però". Auspicio condiviso da Pierluigi Biondi: "Chiamiamo a raccolta la città: speriamo davvero che la manifestazione sia molto partecipata".
D'altra parte, "questa vicenda potrebbe generare riflessi catastrofici sul nostro territorio, un nuovo terremoto, stavolta economico", ha aggiunto Ettore Perrotti; "sono contento che la politica ne abbia preso coscienza: purtroppo, fintanto che il Tar non dovesse decidere per la sospensiva, come commercialisti saremo 'sotto i ferri' come i chirurghi ad operare per tentare di salvare le nostre imprese, con le perizie che dovranno dimostrare i danni subiti dai beneficiari della sospensione dei tributi".