Come non fosse bastato l'avvio della procedura di riscossione delle agevolazioni fiscali e contributive sospese alle imprese a seguito del terremoto del 6 aprile 2009, per le somme eccedenti il de minimis e non compensative degli eventuali danni subiti, un provvedimento che riguarda circa 350 persone giuridiche per un totale lordo stimato che supera i 70 milioni di euro, in serata è arrivata un'altra mazzata: "l’Agenzia delle Entrate – riscossione (ex Equitalia) ha inviato circa 7000 cartelle esattoriali, riferite agli anni 2009 e 2010, a società, artigiani, professionisti ma anche persone fisiche con cui si chiede il pagamento per intero, anziché con abbattimento del 60% come previsto dalla legge, di somme dovute all’erario, come Iva, Irpef e Ires".
A renderlo noto è stato il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.
Parliamo di una somma che si aggira attorno agli 87 milioni. "È del tutto evidente, a questo punto, che qualcuno a Roma ha pianificato un disegno per la morte dell’Aquila e del suo tessuto produttivo", il grido d'allarme del primo cittadino. "Proprio mentre si sta lottando contro un’ingiustizia come la richiesta di restituzione arrivata a 350 imprese di tasse e contributi perché l’UE li ritiene un aiuto di Stato – ha aggiunto Biondi – da Roma, guarda caso dopo le elezioni politiche, vengono inviate migliaia di cartelle a cittadini e imprese. Mi chiedo quale sia la ragione di un simile accanimento contro una popolazione che ha già sofferto, e continua a soffrire, gli effetti di un terremoto che qualche solerte burocrate intende amplificare".
E' evidente che la situazione sta diventando insostenibile. Su un territorio che sta faticosamente tentando di rialzarsi a seguito di una immane tragedia, con 971 milioni di danni sistemici certificati a seguito del sisma, e un - 3.7% di Pil rispetto all'anno precedente, il 2008, una mazzata da oltre 160 milioni di euro rischia davvero di significare un'altra tragedia, stavolta economica, col tessuto economico e produttivo, e dunque sociale, che verrebbe sfaldato in modo, forse, mortale.
"Un'appendice velenosa alla già dannosissima vicenda della presunta infrazione delle norme sugli aiuti di Stato", la definisce Biondi in serata, ospite della trasmissione Polis su laQtv. "Più indizi fanno una prova: c'è uno scollamento tra la politica nazionale che, a parole, dice di voler tutelare il territorio e l'apparato burocratico che, invece, va per conto suo; altrimenti, c'è un disegno strategico per uccidere economicamente la città e il cratere". Dunque, l'appello accorato: "spero che la partecipazione alla manifestazione di lunedì 16 aprile sia ancora più numerosa; sappiamo che forse il livello di sensibilità degli aquilani nei confronti della rivendicazione di certi diritti potrebbe essersi abbassato, questa vicenda, però, potrebbe averlo rialzato".
Biondi ha preso carta e penna e scritto una lettera a tutti i presidenti di tutti i gruppi parlamentari, chiedendo loro di estendere l'invito alla manifestazione ai componenti dei singoli partiti, e così stanno facendo altri rappresentanti istituzionali. Il sindaco non nasconde che "la vicenda risente del particolarissimo momento storico, con due forze non proprio filo-europeiste - Lega e M5S, ndr - che hanno conquistato la maggioranza dei voti; anche per questo, "domani sarò a Roma per consegnare un dossier a Giorgia Meloni, ed ho parlato personalmente con Antonio Tajani".
Tuttavia, "la palla sta nelle mani del governo italiano - Biondi lo ribadisce - e bisogna stare attenti a prendersela con l'Europa matrigna, che ci affama: per certi versi è vero, ma se mandiamo la palla troppo lontano poi non giochiamo più la partita"; d'altra parte, le responsabilità stanno in capo al governo Berlusconi, che non notificò la procedura all'Unione Europea, e agli esecutivi che si sono susseguiti fino ad oggi - l'abbiamo ribadito su queste pagine, qui l'approfondimento - "che hanno accettato l'inchiesta per infrazione senza difendere la scelta assunta a seguito del sisma, che non hanno contrastato efficacemente la decisione finale dell'Ue, anzi, hanno lucrato sul più inaccettabile dei principi, e cioé sulla presunta responsabilità delle imprese del cratere, negligenti per non essersi interessate che l'aiuto fosse stato effettivamente notificato. Mettiamoci un pizzico di "fatalismo italico in salsa abruzzese", come l'ha definito Pierluigi Biondi, che in fondo nessuno pensava che si sarebbe arrivati a questo punto.
Ed invece, ora c'è da tornare in piazza e battersi, di nuovo, per il futuro della città e del territorio. Poi, sarà il tempo di individuare anche le responsabilità, che sono precise, e chiare a tutti i livelli. Sperando che non sia troppo tardi.
Intanto, il Consiglio regionale - riunito ieri - ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che impegna il Presidente, il vicepresidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio Regionale "a sostenere presso il governo e le istituzioni la diffida presentata da Comune dell’Aquila e Regione in accordo con tutte le imprese, partite Iva e associazioni di categoria, colpite dal fenomeno del recupero degli sgravi fiscali". La stessa diffida chiede formalmente, oltre ad una procedura di revisione di tutti gli atti emanati in proposito, di sospendere quantomeno l’azione esecutiva degli atti commissariali, in attesa del ricorso avverso intrapreso da parte degli interessati agli atti riguardanti il recupero. "E’ una vicenda – spiega Pietrucci – che rappresenta un vero e proprio spartiacque, una battaglia che se perduta rischia di mettere in ginocchio l’economia del nostro territorio. C’è una unità di azione e di intenti da parte delle istituzioni e del tessuto delle imprese, che si compie sia sul versante politico che giudiziario. La risoluzione di oggi è importante, perché completa l’unità anche dal punto di vista della rappresentanza in Consiglio regionale: l’unanimità dice che tutto l’Abruzzo, attraverso i suoi rappresentanti regionali, è accanto alle istituzioni e alle imprese per combattere una procedura paradossale e iniqua".