Settimana prossima, mercoledì 30 maggio in prima convocazione e giovedì in caso sia necessaria una seconda seduta di lavori, il Consiglio comunale sarà chiamato all’approvazione del bilancio consuntivo, al tramonto dei venti giorni di diffida concessi dal prefetto per il mancato adempimento nei tempi previsti dalla legge, e cioè entro il 30 di aprile.
Lo schema di rendiconto consta del conto di bilancio, del conto economico, dello stato patrimoniale – l’elenco dei beni mobili e immobili, demaniali (non alienabili), disponibili e indisponibili.
Prodromica all'approvazione del rendiconto di gestione 2017 – ha spiegato l'assessore Anna Lisa Di Stefano - "è stata l'approvazione della delibera per il riaccertamento dei residui attivi e passivi, vale a dire le entrate accertate in un esercizio finanziario e non riscosse entro lo stesso anno e le spese impegnate in un esercizio finanziario, non pagate entro il medesimo anno di impegno. L'assessorato ha provveduto, per la prima volta, ad eseguire una revisione attenta e responsabile di tali elementi con il risultato di stornare voci che non avevano più ragion d'essere, ognuna per uno specifico motivo, alcune delle quali risalenti addirittura a circa venticinque anni fa".
Pertanto, i residui attivi eliminati sono relativi a 208 voci, per un importo complessivo di 73 milioni 275mila 464, 82 euro, e quelli passivi sono riferiti a 803 voci per un valore complessivo di 44 milioni 107mila 819,89 euro.
A seguito di tale operazione il risultato di amministrazione del 2016, pari a 90 milioni 182mila 654,92 euro, è stato ridotto fino a 54 milioni 480mila 428,14 euro. "Tale avanzo è stato per il momento vincolato per eventuali crediti inesigibili e debiti fuori bilancio. Un dato rilevante attiene alla regolarizzazione della posizione di Imprepar Impregilo che, a seguito di provvedimento giudiziario, ha effettuato il pignoramento e poi il prelevamento di somme rilevanti, pari a circa 11 milioni di euro".
Come noto, il pignoramento è dovuto alla vicenda legata alla costruzione del megaparcheggio di Collemaggio. E proprio sul punto, in Commissione, i consiglieri Americo Di Benedetto e Giustino Masciocco hanno sollevato questione di legittimità rispetto alla asserita regolarizzazione.
Proviamo a spiegarvi perché.
Partiamo da un presupposto: in realtà, l’avanzo di amministrazione non si potrebbe svincolare poiché non è chiaro per quanto origini dalle attività legate alla ricostruzione, e la quota parte non si può spendere, e per quanto sia dovuto, invece, alla gestione corrente. Fino a quando non verrà chiarito, non l’ha fatto la passata amministrazione e non l’ha fatto l’attuale, l’avanzo dovrà considerarsi ‘congelato’. Tuttavia, il dirigente Tiziano Amorosi ha sfruttato una norma che consente di attingervi svincolando da accertamenti la quota parte a copertura di eventuali pignoramenti già effettuati – ed è un’opera meritoria, sia chiaro – a patto, però, che la somma pignorata sia portata contestualmente in Consiglio comunale per essere riconosciuta come debito fuori bilancio. E ciò non accadrà.
In sostanza, l’amministrazione intende riallineare la cassa regolarizzando il pignoramento senza che vengano discusse in aula le ragioni che hanno portato al predetto provvedimento e, dunque, che i consiglieri siano messi a conoscenza delle procedure amministrative che hanno portato l’Ente a dover sborsare 11 milioni di euro e delle eventuali responsabilità. Come se un padre di famiglia spendesse una somma importante senza chiarirne i motivi a moglie e figli.
Si tratta di un’operazione illegittima e, in Commissione bilancio, l’hanno lasciato intendere anche i revisori dei conti; sta di fatto che non sono previste sanzioni: pure si dovesse procedere in questo senso, interverrebbe la Corte dei Conti sollecitando il riconoscimento del debito fuori bilancio che, tuttavia, rischiamo di ‘portarci dietro’ a lungo. Non solo. Con Impregilo era in corso una trattativa per il frazionamento del pagamento: a fronte della restituzione all’Ente di 6 milioni a valere sui fondi pignorati, il Comune dell’Aquila si sarebbe impegnato a restituirne 2 l’anno spalmando il debito su tre annualità; è chiaro che, così procedendo, la società non avrà più alcun interesse a trovare un accordo. Inoltre, ed è la faccenda più grave, portando la vicenda della costruzione del megaparcheggio di Collemaggio a discussione innanzi all’assise civica sarebbero potute emergere anche eventuali responsabilità in capo, chissà, a funzionari o dirigenti: fosse andata così, l’Ente avrebbe potuto almeno rivalersi. Evidentemente, anche questa strada diventerebbe impercorribile avendo deciso l’amministrazione attiva di regolarizzare la posizione senza discuterla in aula.