In Abruzzo, il prelievo fiscale sulle famiglie nel 2017 è cresciuto di 1 punto percentuale rispetto all'anno precedente.
E' quanto si evince dal report sulle "Economie regionali" della Banca d'Italia, in cui è ricostruito, appunto, il prelievo 2017 su una nucleo familiare tipo, in riferimento ai capoluoghi di provincia. Prelievo che, nel complesso, si muove poco: - 0,7% la media nazionale rispetto ai dodici mesi precedenti, si attesta in a 1.670 euro. Sui dati incide certamente il blocco all’aumento dei tributi rispetto ai livelli del 2015, stabilito con la legge di Stabilità 2016 e poi confermato dalle leggi di Bilancio 2017 e 2018; ed infatti, nel confronto col 2015 il segno meno è generale e assai rilevante, in Abruzzo segna un - 9.3%. Tuttavia, lo stop non impedisce di rilevare variazioni contrastate nell’ultimo anni, con 12 Regioni che hanno fatto registrare dei rincari. D'altra parte, dal blocco sono escluse alcune imposte, come la Tari, e più in generale i Comuni che deliberano il predissesto o il dissesto finanziario.
E dunque, detto che in relazione al 2016 soltanto tre Regioni italiane hanno ridotto la pressione fiscale sui residenti - Emilia Romagna (- 8.6%), Lazio (- 0.2%) e Friuli Venezia Giulia (- 0.2%) - con Piemonte, Umbria, Toscana e Valle d'Aosta che l'hanno lasciata invariata, l'Abruzzo è tra le quattro Regioni che hanno alzato maggiormente l'asticella, sebbene al di sotto della soglia d'aumento imposta in Puglia, Calabria e Sardegna.
Andando nel dettaglio, in Abruzzo la famiglia tipo - ai fini della rilevazione composta da due adulti lavoratori dipendenti e 2 figli minorenni, con un reddito annuo complessivo imponibile ai fini Irpef di 44.080 euro, casa di proprietà non di pregio di 100mq e automobile utilitaria - ha versato imposte per 1.780 euro, meno soltanto che in Campania (2.144), Lazio (1.888), Calabria (1.834), Piemonte (1.800), Sicilia (1.793), 108 euro in più rispetto alla media nazionale.
Sul reddito medio della famiglia tipo abruzzese, il prelievo fiscale incide per il 4% (la media nazionale si attesta al 3.8%).
Ad allargare lo sguardo, tra la famiglia campana - la più vessata - e quella valdostana corre una differenza di quasi mille euro l'anno di prelievo fiscale: da una parte 2.144, dall’altra 1.160 euro (620 euro in meno che in Abruzzo). E anche a voler evitare un confronto tra Regioni a statuto diverso, prendendo quindi il valore dei tributi in Lombardia (1.400 euro), il divario tra Regioni resta assolutamente marcato.
Stando al report della Banca d'Italia, insomma, i dati sul fisco rimescolano, almeno in parte, la geografia italiana, e non si limitano a ricalcare una facile divisione tra nord e sud. Tra le Regioni "meno virtuose" ci sono, infatti, la Campania come il Piemonte; ma la conferma arriva anche dal fronte dei "virtuosi". Vicino alla Lombardia - in cui il prelievo è di 1.400 euro, pari al 3.2% del reddito familiare medio - c’è la Basilicata dove i tributi regionali, provinciali e comunali valgono 'solo' 1.452 euro all’anno.