Che si trattasse di un pasticcio, lo avevamo scritto già a settembre del 2015 [qui]; che la transazione stragiudiziale con Banca Sistema, a copertura del debito maturato con Enel a seguito del mancato pagamento delle utenze Case e Map, fosse un vero e proprio obbrobrio amministrativo, con fondati dubbi di legittimità sulla delibera di approvazione, l'avevamo spiegato approfonditamente [qui e qui]. E avevamo anche chiarito come avrebbe pesato sulle tasche dei cittadini aquilani.
Ed infatti, il 25 ottobre scorso il Tribuna ordinario di Roma ha emesso un decreto ingiuntivo esecutivo a carico del Comune dell'Aquila e a favore di Banca Sistema, per un importo di 4 milioni e 423mila euro, più interessi di mora, a decorrere dal 22 febbraio 2018, per rate non pagate o versate in ritardo; il 30 gennaio scorso, l'Istituto di credito aveva diffidato l'Ente ad adempiere al saldo dovuto: visto che la nota è rimasta priva di riscontro, il 7 maggio ha chiesto al Tribunale la risoluzione della transazione ed il pagamento di tutti i crediti ed accessori.
Una vera e propria mazzata.
Non poteva andare diversamente. La delibera numero 261 del 10 luglio 2015, approvata all'unanimità dall'allora giunta Cialente, assenti il vice sindaco Nicola Trifuoggi e l'assessore al bilancio Lelio De Santis trovava fondamento sulla presunta capacità di recupero dei mancati pagamenti degli assegnatari di Case e Map che avrebbe dovuto assicurare la copertura delle rate mensili da versare a Banca Sistema: 32 rate, da 271mila euro ciascuna. Capacità di recupero che non c'era, ed era chiaro già all'epoca. "La transazione fu decisa, con un atto discutibile sotto diversi profili, e aveva una chiara criticità nell'incerta copertura delle rate", ha ribadito in queste ore Lelio De Santis. "Il sottoscritto, allora assessore, dopo averla evidenziata, non votò la delibera. Da allora, nonostante le perplessità espresse da tanti, nessuna modifica della transazione è stata decisa dall'attuale giunta comunale e nessuna decisione è stata assunta per onorare la stessa transazione, versando le rate mensili previste. Ritengo molto grave la decisione di allora, ma altrettanto grave l'inerzia e l'indifferenza amministrativa di oggi, che espone il Comune ad una figuraccia e che crea un buco nel bilancio comunale".
Parole che hanno fatto infuriare il capogruppo di Fratelli d'Italia Giorgio De Matteis che, da anni, contesta la legittimità della delibera e che stamane, in risposta all'ex assessore comunale, ha tenuto una conferenza stampa per ribadire, una volta ancora, le gravi colpe dell'amministrazione Cialente: "De Santis, da assessore al bilancio, avrebbe potuto e dovuto impedire quella follia", l'affondo; "al contrario, preferì defilarsi dai lavori della Giunta. Una responsabilità politica enorme. Dovrebbe restare in silenzio, e invece si permette di scaricare le responsabilità sull'attuale amministrazione che sta cercando di risolvere i problemi ereditati. Tra l'altro, non è finita certo col decreto ingiuntivo di Banca Sistema: ci sono altre due transazioni, con Banca Ifis e con Banca Farmafactoring, per un debito totale che ha superato i 12 milioni di euro".
A questo punto, "interesseremo la Commissione 'Controllo e Garanzia' e ci riserveremo di segnalare la vicenda alla Corte dei Conti per l'accertamento di eventuali responsabilità nelle sedi opportune".
D'altra parte, la delibera 261 è aggrovigliata in una matassa di incongruenze che fanno tremare i polsi; ad oggetto aveva la transazione stragiudiziale con Banca Sistema, cui Enel aveva ceduto il suo credito - pari a 7 milioni 912mila 4338,06 euro - per il mancato pagamento del consumo del gas negli alloggi del Progetto Case: prevedeva il riconoscimento e l'erogazione dell'importo complessivo di 9 milioni 177mila 877,27 euro, con un primo versamento di 500mila euro e 32 rate mensili da 271mila 183,66 euro. Come detto, trovava fondamento sulla presunta capacità di recupero dei mancati pagamenti dagli assegnatari morosi di Case e Map con cui si sarebbero dovute 'coprire' le rate mensili. Sin dal primo mese, però, fu chiaro che sarebbe stato impossibile. Ma era evidente già prima, a dire il vero.
Ci sono altre criticità, tuttavia. La cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema, infatti, sarebbe avvenuta in violazione di legge, in particolare del regio decreto 2440 del 1923 che stabilisce come la cessione di un credito - quando riguardi la Pubblica Amministrazione - possa avvenire solo se avallata preventivamente dalla pubblica amministrazione, se si riferisca, come nel caso in oggetto, a "... rapporti di durata come l’appalto e la somministrazione (o fornitura)di servizi rispetto ai quali il legislatore ha ravvisato, in deroga al principio generale di cedibilità dei crediti anche senza il consenso del debitore, l’esigenza di garantire con questo mezzo la regolare esecuzione, evitando che durante la medesima possano venir meno le risorse finanziarie al soggetto obbligato e possa risultare compromessa la regolare prosecuzione del rapporto". Bene, non esiste alcun assenso del Comune dell'Aquila alla cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.
La proposta di transazione stragiudiziale, insomma, sarebbe stata approvata dalla Giunta anche se Banca Sistema non era legittimata a transare, non avendo titolo giuridico per chiedere soldi al Comune. Ed infatti, nel parere fornito dal dirigente Domenico de Nardis all'allora segretario regionale Carlo Pirozzolo, si legge chiaramente che la delibera non ha approvato una transazione stragiudiziale, come da oggetto, piuttosto la cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema. Sulla posizione del dirigente de Nardis torneremo più avanti.
In altre parole, la Giunta sarebbe stata tratta in inganno dall'allora segretario generale e dal dirigente preposto. Non è finita qui.
Infatti, l'amministrazione comunale ha pagato alcune somme a Banca Sistema con due determine dirigenziali, e prima che la Giunta approvasse la delibera 261. Tra l'altro, appare piuttosto oscuro il motivo per cui tutto sia stato perfezionato in due giorni, dall'8 al 10 luglio 2015: proposta di transazione di Banca Sistema, pareri e delibera di Giunta. Infatti, la proposta dell'istituto bancario è datata 8 luglio, viene protocollata in entrata al Comune dell'Aquila l'indomani, il 9 luglio. Il giorno stesso arriva il parere favorevole di regolarità tecnica e, l'indomani, ecco il parere di regolarità contabile, con la delibera votata in Giunta proprio il 10 luglio.
Una vera e propria corsa contro il tempo, non c'è che dire.
Non è ancora finita. La delibera, infatti, parrebbe proprio attestare dati e cifre non veritiere. La Giunta ha infatti approvato la proposta di transazione stragiudiziale emessa da Banca Sistema in data 8 luglio, due giorni prima, e acquisita al protocollo il 9 luglio. La proposta protocollata era allegata alla delibera, e chiariva come l'ente avesse riconosciuto, "e con l'accettazione della proposta confermato", che gli importi iscritti erano integralmente dovuti.
Se non fosse che la proposta di transazione stragiudiziale di Banca Sistema sia stata riconosciuta 'non esatta' il 27 luglio 2015, un paio di settimane dopo, con nota 066979, laddove il Comune dell'Aquila ha chiesto una rimodulazione del debito per pagamenti già effettuati e non contabilizzati, avvenuti prima dell'approvazione della delibera e pari a poco meno di 91mila e 500euro. Pagamenti, come detto, assolutamente non dovuti.
La cosa incredibile è che, tra l'altro, nel testo della deliberazione, il Comune dell'Aquila sottolineava come fossero già stati pagati i 91mila e 500euro, con 5 determinazioni dirigenziali. Peccato che poi abbia approvato la proposta di transazione dell'8 luglio che non teneva affatto in considerazione i 91mila e 500 euro. Un vero e proprio pasticcio.
E ancora. Il nodo più spinoso è che, trattandosi di una transazione, come da oggetto della delibera, avrebbe necessitato del parere dei revisori dei conti e, dunque, dell'approvazione del Consiglio comunale, trattandosi, a tutti gli effetti, di un debito fuori bilancio. Ed infatti, in una lettera datata 22 giugno 2015, qualche giorno prima l'approvazione della delibera, firmata dall'allora sindaco Massimo Cialente e indirizzata a Banca Sistema ed Enel Energia si legge: "In riferimento alla proposta di transazione stragiudiziale in oggetto [...] si comunica che, dopo un attento esame della pratica, la On. Giunta comunale ha ritenuto di non approvare per il momento la suddetta proposta in considerazione della necessità di un ulteriore approfondimento della questione, tenuto conto che la stessa prevede il riconoscimento di interessi sia essi moratori che di dilazione. E' parimenti evidente – scrive ancora il primo cittadino – che l'eventuale riconoscimento di interessi costituisce di fatto il riconoscimento di un debito fuori bilancio, la cui competenza è del Consiglio comunale, pertanto confermando l'interesse dell'amministrazione comunale a voler risolvere bonariamente la complessa vicenda, operando altresì nel rispetto della normativa vigente, si porta a conoscenza che questa amministrazione comunale, sta ponendo in essere una serie di iniziative tali da poter portare a breve alla soluzione definitiva della vicenda".
In altre parole, non solo era chiaro che l'amministrazione non avrebbe potuto coprire le rate del debito con Banca Sistema attraverso il recupero crediti dai morosi, generando così, per ogni rata, un debito fuori bilancio, ma la stessa imposizione degli interessi, sia moratori che di dilazione, avrebbe generato di per sé un debito fuori bilancio. E dunque, era necessario un passaggio in Consiglio comunale. Il sindaco Cialente lo sapeva bene, lo scrisse a Banca Sistema e ad Enel Energia, il 22 giugno. Passarono 18 giorni, però, e la Giunta approvò la delibera contestata, senza il passaggio in Consiglio comunale e senza il preventito parere dei revisori. Saranno stati 'cancellati' gli interessi, direte voi: si, ma soltanto in parte, con Banca Sistema che ha rinunciato a 641mila euro su più di 1milione. Un accordo tra le parti, a conferma che si è trattato di una transazione stragiudiziale, a differenza di quanto scriveva l'allora segretario generale Pirozzolo. Il punto, però, è un altro: essendo stati riconosciuti degli interessi a Banca Sistema, è maturato un debito fuori bilancio e, come tale, sarebbe servito il vaglio dei Revisori dei Conti e l'approvazione del Consiglio comunale. Invece, si è proceduto, consapevolmente, con la sola delibera di Giunta.
Il parere dei revisori arriverà un anno dopo, su sollecitazione della Commissione bilancio, e stroncherà, senza mezzi termini, l'operazione. Basta leggere le osservazioni finali. "Il credito ceduto da Enel Energia - scrissero i revisori - risulta privo di accettazione da parte del Comune dell'Aquila". E ancora: "Il recupero del debito dell'utenza assegnataria del progetto Case risulta difficoltoso" per alcune criticità rilevate. Quali? "I contabilizzatori risultano rotti e/o comunque guasti (installati erroneamente) per cui non è stato possibile prendere alcuna lettura di qualsiasi forma e specie". Inoltre, si dubita della affidabilità dei contabilizzatori, per la possibilità, tra l'altro, di manomissioni temporanee. I revisori contestano anche "la situazione variabile a seguito di variazione degli assegnatari degli alloggi", la sostituzione nel tempo "dei contabilizzatori da parte delle ditte realizzatrici/installatrici". Dunque, le questioni più delicate e spinose: "Per il pagamento delle bollette di Enel Energia, nel caso fossero risultati incapienti i capitoli di bilancio, l'ente avrebbe dovute effettuare le necessarie variazioni al bilancio, sotto il controllo e giudizio dell'organo deputato ad autorizzare e controllare la spesa, vale a dire il Consiglio comunale", scrivono i revisori. Trattandosi di transazione stragiudiziale il passaggio dall'assise consiliare era obbligatorio. Come non bastasse, "il parere del Collegio dei revisori andava acquisito in via preventiva alla conclusione dell'accordo transattivo".
Più chiaro di così. L'atto, insomma, era illegittimo e, tra l'altro, si basava sull'irrealizzabile presupposto del recupero delle morosità pregresse per oltre 270mila euro al mese. Era chiaro che, prima o poi, i nodi venissero al pettine. A pagare saranno i cittadini, ovviamente: andranno in fumo milioni di euro, come detto il debito supera i 12 milioni di euro, che l'amministrazione avrebbe potuto utilizzare per altro, per garantire maggiori servizi ai contribuenti che, invece, dovranno pagare le bollette, e gli interessi maturati, degli assegnatari che non hanno versato il dovuto. Anche perché - e stamane De Matteis ha tenuto a sottolinearlo - tra il 2013 e la fine del 2014 l'allora Giunta Cialente non emise le bollette e persino la Corte dei Conti mise nero su bianco che ciò avvenne per il "timore di perdere consenso elettorale".
Che poi, viene da chiedersi: come mai l'amministrazione comunale dell'epoca non ha provato a transare direttamente con Enel, piuttosto che lasciar cedere il debito a Banca Sistema? L'istituto bancario, di fatto, ha 'acquistato' il debito dalla società dell'energia, pagandolo circa 6 milioni per recuperarne, dunque, circa 9: ecco, magari il Comune dell'Aquila avrebbe potuto accordarsi con Enel per lo stesso prezzo, risparmiando, così, circa 4 milioni, oltre gli interessi. Probabimente, non lo sapremo mai.
Sta di fatto che tutti sapevano ma nessuno mosse un dito. E appare davvero incredibile che, oggi, a distanza di tre anni, il dirigente Domenico de Nardis che, ne abbiamo scritto, firmò un parere all'allora segretario comunale Carlo Pirozzolo, scriva al dirigente Tiziano Amorosi come sia "essenziale verificare la misura del presunto credito e la efficacia della presunta transazione", aggiungendo come non abbia mai avuto "il piacere di vederla". Parole che suonano incredibili, e ha fatto bene il capogruppo di Fratelli d'Italia a sottolinearlo.
Sin qui, le enormi responsabilità della passata amministrazione. Tuttavia, va ricordato che da più di 16 mesi si è insediata la Giunta di centrodestra guidata dal sindaco Pierlugi Biondi. Ebbene, che cosa si è fatto in questi mesi?
Innanzitutto, l'ultima rata pagata risale all'aprile 2017, ai tempi della giunta di centrosinistra insomma; da allora, non è stato versato più un euro, e il debito si è accumulato fino al decreto ingiuntivo.
A novembre 2017, l'assessore al bilancio Anna Lisa Di Stefano ha incontrato i rappresentanti di Banca Sistema "per avere informazioni e chiarimenti rispetto alla complessa vicenda del credito che l’istituto bancario vanta nei confronti del Comune", venne spiegato in una nota stringatissima. "L’incontro, di carattere interlocutorio e nel corso del quale è stato possibile rilevare un clima collaborativo - aggiunse l'assessore - rappresenta il primo di una serie di appuntamenti finalizzati alla positiva definizione della vicenda". Evidentemente, l'accordo non si è trovato se si è arrivati al punto di ricevere un decreto ingiuntivo.
D'altra parte, a settembre 2017 il capogruppo di Articolo 1 Giustino Masciocco depositò una interpellanza chiedendo al sindaco se ritenesse che "la delibera di Giunta comunale n° 261" fosse da "sottoporre, per gli argomenti trattati, all'approvazione del Consiglio comunale"; alla fine di ottobre la risposta scritta firmata dal vice sindaco Guido Quintino Liris, una nota interessante se è vero che Liris, di fatto, ha difeso l'azione dell'amministrazione uscente, parlando di "debito in assenza di copertura (mancanza ovvero insufficienza dell'impegno contabile)" che si sarebbe posto "all'interno di una regolare procedura di spesa", e ribadendo, dunque, che "la passività pregressa esula dalla fenomenologia del debito fuori bilancio".
Liris ha aggiunto che era stato attivato "tempestivamente" un tavolo di lavoro con i referenti di Banca Sistema "per rimodulare l'importo mensile delle rate del debito residuo", e che, contestualmente, era stato richiesto ad Enel "il rilascio di copia dei contratti stipulati con riferimento alle utenze dei quali, da quanto appreso dalla struttura, l'Amministrazione non ha avuto la disponibilità". A dire che la Giunta precedente aveva sottoscritto la transazione stragiudiziale sul debito maturato senza aver potuto consultare neanche i contratti stipulati, all'epoca, dalla Protezione civile. Tuttavia, l'esecutivo di centrodestra sembrava intenzionato a perseguire la via tracciata dalla precedente amministrazione, rimodulanto le rate mensili da versare così da coprire il debito residuto che, tuttavia, non si poteva configurare come debito fuori bilancio e, per questi motivi, non necessitava di un passaggio in Consiglio comunale.
Detto ciò, Liris si era riservato, comunque, "all'esito dell'attività di controllo e verifica", di "sottoporre all'assise civica i provvedimenti connessi agli adempimenti previsti dal piano di rientro" con Banca Sistema. In Consiglio comuanale, però, da allora - ed è passato un anno - non è arrivato nulla, il tavolo si presume sia 'saltato' e ci ritroviamo, oggi, con l'ingiunzione a pagare 4 milioni e mezzo di euro circa, oltre gli interessi.