Giovedì, 21 Marzo 2019 13:43

L'Aquila, i commercianti del centro storico: "Noi ci arrendiamo"

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"Noi ci arrendiamo". 

E' il cartello esposto stamane sulla vetrina del negozio Manzi, in via Verdi, dove si sono ritrovati alcuni commercianti che hanno inscenato una serrata per denunciare le difficoltà dei pochi 'pionieri' che hanno deciso di investire sul rilancio del centro storico. "Non ci sono più le condizioni per poter andare avanti", il grido di dolore di Francesca Manzi che ha promosso l'iniziativa. "La città è senza guida e senza nessun tipo di programmazione che ci faccia sperare in un cambiamento concreto. Le amministrazioni si alternano ma i problemi restano sempre gli stessi. Noi, e con 'noi' credo di poter parlare a nome di tanti miei colleghi, siamo sfiniti".

"Siamo tornati in centro storico - ha spiegato Manzi ai nostri microfoni - ci hanno chiesto di tornare, offrendoci anche strumenti d'agevolazione che, in realtà, non sono serviti a niente ma, così, apriremmo un altro discorso che è meglio evitare in questo momento: la verità è che la città manca dei servizi essenziali affinché il centro storico possa essere vissuto da noi cittadini. Parlo dei cittadini e non dei commercianti, sto parlando di chi vive L'Aquila quotidianamente che sia un imprenditore, uno studente, un residente: abbiamo bisogno di rivivere il centro in modo dignitoso. Mancano i parcheggi, la viabilità è caotica e non gestita - un giorno si va in un senso di marcia, l'indomani in un altro senso; una mattina trovi un cartello col divieto di sosta e l'indomani sparisce - non c'è alcuna programmazione sul commercio, tanto meno sulla promozione turistica". La politica non è un mestiere, l'affondo di Francesca Manzi: "la politica è un servizio: chi ci amministra deve compiere il proprio dovere".

Manzi ha ribadito le proposte all'amministrazione comunale: "l'istituzione immediata di una zona franca; la regolamentazione dei cantieri del centro, con regole che obblighino ad operare nel rispetto di chi ci lavora e di chi lo vive; il controllo e la regolamentazione del traffico dei mezzi pesanti durante l’orario di apertura dei negozi; l'istituzione di parcheggi e zone di carico e scarico; il decoro e la pulizia del centro storico: giardini, piazze, strade. Ridiamo dignità a questa città ed ai suoi abitanti; un piano commerciale e strategico; un impegno concreto per riportare i cosiddetti 'attrattori' in centro (uffici pubblici, scuole, ufficio postale, banche ecc.)".

protesta3Ora basta, il messaggio lanciato dai commercianti: "Abbiamo bisogno di fatti e risposte concrete e veloci, non proclami. Il nostro appello va anche a voi aquilani, perché ognuno di voi, con piccoli gesti quotidiani può contribuire a far si che L’Aquila non si trasformi in una bellissima scatola vuota". Un appello accorato.

"Gli incassi sono crollati", ha aggiunto Natalia Nurzia; "noi abbiamo riaperto in centro storico nel 2009; in questi anni, c'è sempre stata una presenza di operai che hanno tenuto a galla le attività. Ora, però, gli operai sono diminuiti in modo drastico. E dalle 16, la città è un vero e proprio mortorio. Nel fine settimana, la situazione non migliora: a meno che non si organizzino degli eventi, anche il sabato e la domenica le presenze sono sensibilmente diminuite". Nurzia torna su alcune proposte avanzate negli anni scorsi e che non hanno avuto seguito, però: "la prima, la realizzazione di un parcheggio multipiano al posto dell'edificio che ospitava l'ex Inam, in via XX Settembre, e per la cui ricostruzione erano disponibili 5 milioni di euro: ebbene, si tratterebbe di una soluzione al problema dei parcheggi. Così come l'idea di collegare il mega parcheggio di Collemaggio a viale Rendina con un ascensore: l'ex presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, aveva messo a disposizione alcune economie e si era trovato un accordo con l'allora amministrazione. Purtroppo, non se ne è saputo più niente".

Alla serrata, come detto, hanno partecipato soltanto alcuni dei commercianti del centro storico; l'abbiamo raccontato su newstown: nei giorni scorsi, è maturata una spaccatura in seno all'associazione 'L'Aquila centro storico', con la costituzione di un gruppo informale, ispirato da Ugo Mastropietro, che ha inteso muoversi autonomamente promuovendo un incontro col deputato Luigi D'Eramo e che stamane non ha partecipato alla protesta. Una spaccatura che 'pesa', ovviamente, sulla forza della rivendicazione dei commercianti.

"Condivido la provocazione intelligente di Francesca che ha voluto porsi al di sopra delle parti convocando la manifestazione di stamane: ora, bisogna capire se la sua azione verrà liquidata come la protesta di una famiglia con una sua tranquillità economica e commerciale oppure verrà letta, come mi auguro accada, come il grido di dolore di imprenditori che hanno dato alla città e hanno il pieno diritto di protestare", le parole di Roberto Grillo che, per le tensioni interne all'associazione, ha deciso di rassegnare le sue dimissioni da presidente. "Ho sempre paura, però, che azioni così forti possano essere lette nel modo sbagliato: spero che la protesta di stamane possa aiutare, il problema è che c'è un'evidente spaccatura. Il gruppo dei commercianti che si è autocostituito e che è uscito dall'associazione 'L'Aquila centro storico' non ha inteso partecipare: bisogna porsi delle domande. E poi, mi chiedo: il cittadino che deve venire in centro a spendere, cosa penserà di questa storia? E se noi commercianti ci stessimo parlando addosso, perdendo di vista il rapporto col nostro pubblico? Altre domande che dovremmo porci. Detto questo, condivido la protesta di Francesca Manzi ed ho chiuso lo studio sperando che ci si possa finalmente sedere intorno ad un tavolo per un momento, vero, di riflessione e confronto".

Pochi i politici presenti: oltre ai rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti, alla serrata hanno partecipato soltanto i consiglieri comunali Marcello Dundee e Berardino Morelli, del gruppo di Fratelli d'Italia, l'ex consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giorgio Fedele e l'assessore comunale con delega al commercio Alessandro Piccinini che è arrivato a manifestazione quasi conclusa. 

"Esprimo la mia solidarietà ai commercianti e alle partite Iva che considero davvero i proletari del terzo millennio, ed in particolare quelli del centro storico che hanno riaperto più per sfida che per introiti. Quando pensammo al bando 'Fare Centro', una straordinaria intuizione di cui rivendico la paternità come parte politica", ha sottolineto Pietrucci, rispondendo indirettamente ad alcuni commercianti che hanno giudicato inefficace il provvedimento, "sapevamo che c'erano due ordini di problema: l'accessibilità e i parcheggi. Problemi che non sono stati risolti. Purtroppo, c'è un'assenza totale di interlocuzione con l'amministrazione, di una guida forte consapevole delle problematiche che si vivono oggi in centro storico. Oggi, è davvero un delirio vivere la quotidianità del centro storico. Per questo, c'è bisogno di una amministrazione comunale che sia presente: è da tempo che c'è incertezza, da prima delle dimissioni del sindaco. Non ce lo possiamo permettere: il fattore tempo è determinante". 

Pietrucci è tornato, poi, sul tema dei parcheggi e sulla proposta richiamata da Natalia Nurzia con la realizzazione di stalli su via XX Settembre: "mi sono fatto promotore di questa proposta, che era stata accolta favorevolmente dall'assessore Carla Mannetti e dal manager Asl Rinaldo Tordera; l'azienda sanitaria era disponibile, attraverso permute da valutare, a rinunciare alla ricostruzione dell'edificio che ospitava l'ex Inam, già finanziato con 5 milioni di euro. Basterebbe chiedere alla Struttura tecnica di missione di rimodulare le risorse per sbloccare il progetto: ci vorrebbero due anni per completare l'opera, ma se mai cominci mai arrivi. E poi, vanno riportati gli uffici in centro storico: in tempi non sospetti mi sono detto contrario all'ubicazione della sede unica comunale fuori le mura. Oggi, torno a ribadire l'urgenza di riportare le funzioni pubbliche nel cuore della città". E' tutto fermo, però. 

"Viviamo uno scollamento tra chi deve dare una programmazione alla città, e quindi dare dei servizi, e chi quei servizi li vive. Si tratta di problematiche 'piccole' se paragonate al problema generale della ricostruzione, ma incidono, sommate alle altre, sulla frubilità della città e in particolar modo sui commercianti che non si trovano nelle condizioni di portare avanti le loro attività", le parole di Giorgio Fedele. "Ho chiesto alle rappresentanze di categoria e ai singoli commercianti se fosse opportuno sottoscrivere un documento unitario da sottoporre all'amministrazione comunale e regionale, anche come pungolo affinché si possa istituire un tavolo di concertazione. Le amministrazioni hanno l'onere di dare una risposta oltre all'autonomia di individuarla: è importante, però, si segua un percorso coerente e trasparente. E' giusto prendere posizione: troppo spesso la politica non lo fa, e i risultati sono questi: problemi che si potrebbero risolvere vengono, invece, tenuti da parte".

Sul punto, l'assessore Alessandro Piccinini si è detto pronto ad aprire un tavolo di confronto: "abbiamo recepito il grido di dolore dei commercianti, anche se le richieste formulate sono decisamente impegnative e, sinceramente, poco compatibili, per alcuni aspetti, con la situazione attuale del centro storico. Passata la fase di transizione aperta dalle dimissioni del sindaco che, spero, possano rientrare presto, convocheremo un tavolo: impegni possono essere assunti soltanto se c'è una concertazione col primo cittadino e con i diversi assessorati, coinvolgendo, la vicenda, altri settori oltre a quello del commercio. Aspettiamo di poter ricevere una delegazione dei commercianti, anche provando a capire chi rappresenta chi: abbiamo avuto una interlocuzione continua con le associazioni di categoria e siamo disposti e aperti ad ogni confronto, garantendo, fin da ora, un impegno immediato per quel che sarà possibile".

Ultima modifica il Venerdì, 22 Marzo 2019 11:01

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