Il Comune dell'Aquila ha affidato la riscossione coattiva dei tributi comunali e delle sanzioni amministrative per violazione al Codice della Strada all'Agenzia delle Entrate-Riscossioni, la fu Equitalia per intenderci.
L'ha deciso stamane il Consiglio comunale che, con 15 voti favorevoli, 2 astensioni - Berardino Morelli (Fratelli d'Italia) e Lelio De Santis (Idv) - e i voti contrari dei consiglieri d'opposizione Giustino Masciocco (Art. 1), Angelo Mancini (L'Aquila sicurezza e lavoro), Elisabetta Vicini (Democratici e socialisti per L'Aquila) e Carla Cimoroni (L'Aquila chiama), ha approvato la proposta deliberativa numero 14 del 14 gennaio scorso, a firma del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, all'epoca assessore ad interim al bilancio. Al momento del voto, sono usciti dall'aula i consiglieri de Il Passo Possibile oltre a Giorgio De Matteis e Marcello Dundee (Fratelli d'Italia).
In sostanza, l'amministrazione comunale ha deciso di sottoscrivere una convenzione con l'Agenzia delle Entrate-Riscossioni per il recupero coattivo di circa 9 mlioni di euro, riferibili ai tributi comunali e alle contravvenzioni, somme non pagate ma dovute dai cittadini morosi, un credito certo ed esigibile. L'accordo prevede un esborso in favore dell'Agenzia del 3% a carico del Comune dell'Aquila come interessi sulle somme recuperate e del 3% a carico del contribuente, che arriva al 6% superati i 30 giorni dalla notifica della somma da versare.
Come aveva già spiegato il sindaco Biondi in Commissione, l'Ente non riesce a gestire in proprio la riscossione, stante un quantitativo incredibile di ruoli ed una struttura non adeguata allo scopo. Ecco, dunque, che l’amministrazione ha deciso di affidare la riscossione coattiva all’Agenzia delle Entrate-Riscossioni, così come previsto dalle norme, d’altra parte; in effetti, la legge 225 del 1° dicembre 2016 ha sciolto le società del gruppo Equitalia che svolgevano attività di riscossione lasciando agli Enti locali la possibilità di procedere con la riscossione per via diretta, attraverso un'agenzia o società di riscossione accreditata, oppure tramite l’Agenzia delle Entrate-Riscossioni, appunto.
Sia chiaro: parliamo di tanti soldi che, se entrassero nelle casse comunali, permetterebbero all’Ente, per esempio, di poter coprire le buche, di mettere in sicurezza i marciapiedi, di destinare servizi ai cittadini più in difficoltà e così via. E poi, si tratta di far rispettare il principio sacrosanto della equità tributaria tra i cittadini, combattendo l'evasione affinché si paghi tutti e si paghi meno.
Qui sta uno dei nodi della vicenda.
La Giunta comunale aveva già approvato una delibera in questo senso, la numero 268 del 29 giugno 2018, firmata dall’allora assessore Anna Lisa Di Stefano; ad oggetto, “l’affidamento della riscossione coattiva delle entrate comunali all’ente nazionale Agenzia delle Entrate-Riscossioni”.
Che cambia, rispetto alla delibera approntata dall'esecutivo in gennaio e portata stamane all'attenzione del Consiglio comunale? La delibera del giugno scorso affidava all'Agenzia il recupero di tutte le entrate comunali, tributarie, extra tributarie e patrimoniali, nonché le entrate derivanti da titoli esecutivi di natura giudiziale, anche della magistratura contabile. La facciamo breve: il provvedimento prevedeva il recupero coattivo anche per gli occupanti morosi degli appartamenti del progetto Case e Map, relativo ai canoni e ai consumi effettuati. In altre parole: sono state stralciate le posizioni dei morosi degli alloggi provvisori.
Chiaro? Ad oggi, il Comune dell’Aquila ha accertato mancati pagamenti, di canoni e consumi, per 1 milione di euro, e ci sono debiti con le società fornitrici di energia per quasi 10 milioni di euro ancora da accertare, e cioè da ripartire assegnatario per assegnatario. Una cifra enorme.
In aula il vice sindaco Raffaele Daniele, delegato al bilancio a valle del rimpasto di Giunta, ha spiegato che l'esecutivo sta ancora valutando se potersi avvalere dell'Agenzia anche per il recupero delle somme dovute dagli assegnatari morosi di Case e Map stante la constatazione che il credito, in realtà, potrebbe non essere certo, liquido ed esigibile. Tuttavia, il consigliere d'opposizione Giustino Masciocco ha replicato affermando che le somme dovute relative ai canoni sono certe, altroché. Non solo. Per ciò che attiene i consumi - la stoccata del capogruppo di Articolo 1 - la Giunta, in questi due anni, non ha fatto nulla per accertare le somme effettivamente dovute, in perfetta continuità col passato.
Sta di fatto che per il recupero di quanto dovuto dagli assegnatari del progetto Case e Map non si utilizzeranno i mezzi che la legge ha concesso all’Agenzia delle Entrate-Riscossioni (poteri che vengono definiti ‘investigativi’, tali da migliorare e rendere più efficace la riscossione, potendo utilizzare anche le banche dati pubbliche e potendo pignorare le somme direttamente sui conti correnti dei morosi) così come accade per gli altri cittadini morosi, ma gli attuali sistemi che hanno dimostrato di non poter incidere più di tanto.
Non esattamente equo. "E’ chiaro che se ci fossero situazioni di disagio, o d'indigenza, l’Ente avrebbe la possibilità di andare incontro agli assegnatori di Case e Map morosi", ha ribadito stamane Masciocco; "è evidente che, fino ad ora, non si è proceduto per motivi elettorali: ora, passate le elezioni, mi auguro che assumiate la responsabilità di recuperare le somme dovute", per evitare, d'altra parte, che siano tutti i cittadini, anche coloro che pagano regolarmente i tributi, a farsi carico, come già sta accadendo, dei buchi createsi nel bilancio del Comune dell'Aquila per le morosità nei progetti Case e Map.
Come non bastasse, le norme avrebbero consentito di stipulare una nuova convenzione per la riscossione a valle dello scioglimento delle società di Equitalia già dal mese di dicembre del 2016; il Comune dell’Aquila ha atteso due anni e mezzo per procedere in questa direzione: non ha mosso un dito l’amministrazione Cialente fino alla fine del mandato, e dunque per 6 mesi, non si è mossa la Giunta in carica fino ad oggi. Così, l’Ente non ha potuto emettere alcun ruolo, in quanto non vi era alcuna convenzione con soggetti abilitati alla riscossione coattiva, con grave ritardo nell’incassare il dovuto e col rischio che alcune posizioni non siano più aggredibili, trascorso il termine dei 5 anni. Si spera, almeno, che si sia proceduto con l’interruzione dei termini.
C'è un'ultima questione, da chiarire. A sollevarla in aula, i consiglieri del Passo Possibile Americo Di Benedetto e Paolo Romano: in sostanza, il Comune dell'Aquila ha una società in house, il Sed, che, per oggetto sociale, potrebbe occuparsi del recupero coattivo dei tributi comunali e delle sanzioni amministrative. Ebbene, essendo una società partecipata al 100% soggetta a controllo analogo dovrebbe esserci maggiore convenienza ad affidarsi al Sed piuttosto che all'Agenzia delle Entrate che, come detto, impone un interesse del 3%. "Nel deliberato - ha inteso sottolineare Di Benedetto - non c'è alcuna dichiarazione del Sed su un'eventuale impossibilità ad operare in questo senso: si tratta, evidentemente, di una carenza procedurale. L'atto non può essere per funzione dichiarativa dell'amministrazione, piuttosto per funzione certificativa dello stesso Sed".
Sta di fatto che la maggioranza ha proceduto all'approvazione della delibera.