Lunedì, 24 Giugno 2019 21:17

Ricercatori ex Intecs, la Fiom: "Vertenza ancora ferma al palo"

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Per mesi i vertici della Thales Alenia Space e la Regione Abruzzo hanno discusso, con tanto di impegni e accordi sottoscritti da loro stessi, del recupero delle professionalità dei ricercatori ex Intecs. Nonostante tutto la vertenza è ancora ferma al palo.

A denunciarlo, in una nota, è la Fiom della provincia dell'Aquila.

La nota completa

Davvero una brutta vicenda quella dei ricercatori licenziati da Intecs a fine 2017.

Possibile che la loro vertenza sia ancora ferma al palo, nonostante tutto sia pronto per avviare quel percorso di recupero delle loro professionalità di cui per mesi e mesi i vertici della Thales Alenia Space e la Regione Abruzzo hanno discusso, con tanto di impegni e accordi sottoscritti da loro stessi, nonché da Cgil-Cisl-Uil e Fim-Fiom-Uilm?

Ma quale opinione si dovrebbero fare tutti i lavoratori in difficoltà se, di fronte a una soluzione a portata di mano per almeno una delle tante vertenze del territorio, continuano a esserci indugi e “tattiche” prese di tempo?

Eppure sembrerebbe che i vertici della Thales Alenia Space di finanziamenti regionali ne abbiano di fatto già portati a casa, pur senza aver dato seguito agli impegni presi!

E' giusto tutto questo?

Se i finanziamenti pubblici non producono effetti positivi sull'occupazione in un territorio così in crisi come il nostro, la responsabilità dovrà pur essere di qualcuno!

Gli ex ricercatori Intecs un'idea se la sono fatta.

Innanzitutto c'è da riflettere sull'affidabilità dei soggetti imprenditoriali che non mantengono fede a impegni presi in sede istituzionale; c'è poi una responsabilità delle istituzioni che non impongono stringenti vincoli sulla concreta ricaduta occupazionale a fronte dell'erogazione di finanziamenti alle imprese attraverso bandi pubblici (cioè soldi di tutti i cittadini).

La cosa è particolarmente grave quando le imprese che percepiscono finanziamenti sono o a partecipazione statale o comunque tali per cui dovrebbero sentire su di sé la responsabilità di quel ruolo sociale che anche la Costituzione, oltre che il comune sentire, attribuisce loro.

Purtroppo non è la prima volta che il nostro territorio subisce questo tipo di mortificazione.

Rimanendo nel settore metalmeccanico, è stato così, ad esempio, all'indomani del terremoto quando la Leonardo (allora Selex elsag) sottoscrisse presso la Prefettura dell'Aquila l'impegno a mantenere i livelli occupazionali; il numero dei dipendenti, invece, è progressivamente sceso e, stando alle recenti dichiarazioni dell'azienda, nulla lascia supporre che ci sarà una inversione di tendenza nel prossimo futuro.

Alquanto ingenuo il distacco con il quale la Leonardo dell'Aquila parla della difficoltà a reperire sul territorio giovani laureati con competenze nel settore dell'elettronica.

Si fa presente, se a qualcuno fosse sfuggito, non solo che il nostro territorio ha una vocazione nell'elettronica che viene da lontano e che ci sono competenze consolidate immediatamente disponibili (vedi licenziati Intecs), ma anche che, se le aziende che si occupano di elettronica non propongono localmente percorsi occupazionali veri (che non siano solo tesi di laurea o stage senza prospettive), è difficile che i giovani imbocchino certi percorsi di studio. Magari, come faremmo tutti, optano per altri indirizzi o per altri territori.

Si tratta di una semplice equazione.

Occorre che tutti coloro che decidono si mettano una mano sulla coscienza, perché per dare una prospettiva e un futuro al nostro territorio, aziende, istituzioni e politica devono farsi carico delle proprie responsabilità in modo concreto e sistematico.

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