24mila tra lavoratrici e lavoratori, in tutta Italia, rischiano di perdere il proprio impiego già dal prossimo 1 marzo. Di questi, più di 800 vivono e lavorano in Abruzzo. Sono i cosiddetti ex lsu (lavoratori socialmente utili) e i lavoratori degli "appalti storici", cioè quelli che vantano una forte anzianità. Stiamo parlando delle lavoratrici (in nettissima maggioranza) e lavoratori addetti alla pulizia e ai servizi ausiliari – come vigilanza e tutela – di centinaia di scuole in tutta la regione, dalle materne agli istituti medi superiori.
La manifestazione. Stamane, di fronte la Direzione Regionale Lavoro Abruzzo (DRL) dell'Aquila erano in tanti a chiedere lavoro e dignità. Dentro, i sindacati e i dirigenti della DRL Abruzzo – ufficio regionale del ministero del Lavoro – in un tavolo definito "di conciliazione". I tagli imposti dalle politiche di spending review al Ministero dell'Istruzione (MIUR) iniziano solo ora a dare i primi frutti amari. La crisi economica devasta ogni settore della vita economica e sociale del Paese. La vertenza delle lavoratrici delle cooperative che operano nella pulizia e nei servizi ausiliari per le scuole va avanti da molto tempo. Già qualche anno fa, infatti, furono ridotti gli orari di lavoro da 40 a 35 ore, a svantaggio, ovviamente, della retribuzione, già esigua. Ora, a causa delle politiche di austerità, alle addette verrà imposto un turno lavorativo di sole 20 ore settimanali che, tradotto in denaro, vuol dire retribuzioni di 3-400 euro al mese. Troppo poco per un lavoro così importante. E' a rischio tutto il funzionamento del sistema scolastico. Il servizio di pulizia e l'assistenza scolastica, infatti, sono elementi fondamentali per gli istituti. Si pensi, ad esempio, al bambino della scuola materna che deve essere accompagnato in bagno. Inoltre, in molti devono "coprire" diversi comuni. In tal senso, il dimezzamento delle ore rappresenterebbe un danno anche per quanto riguarda la copertura territoriale delle attività. "I sindacati hanno chiesto di poter gestire questa vertenza presso il ministero del Lavoro – dichiara Orazio Parisi, direttore della DRL Abruzzo – noi cerchiamo di fornire soluzioni, nei limiti dei nostri pochi strumenti a disposizione. Il tavolo di stamattina tenta di gestire la vicenda e, dove ci verrà consentito, garantire i livelli retributivi". Se gli strumenti del ministero del Lavoro sono "limitati", di chi è la responsabilità del taglio delle ore?
L'appalto. La grave situazione di oggi è figlia, come sottolineato, delle politiche di tagli dovute alla spending review imposta dalla Troika (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea). Nei mesi scorsi è stato indetto, dal ministero dell'Istruzione – attraverso la società pubblica Consip – l'appalto per le attività di pulizia e i servizi ausiliari nelle scuole. La Consip è una società di proprietà esclusiva del ministero dell'Economia, deputata a indire appalti di beni e servizi per la pubblica amministrazione. La gara europea è stata vinta dalla CNS Servizi, uno dei più grandi consorzi italiani. Quest'ultima è l'insieme di ben 211 imprese e cooperative associate tra loro, di varia natura e provenienza politica. Associate alla CNS sono anche le ex maggiori cooperative cosiddette rosse e bianche, da Manutencoop a Coop Service, passando per CoopMa. Alle imprese associate alla CNS, insomma, è stata subappaltata la gara.
Il notevole ribasso della CNS (circa 50%) ha decretato l'affidamento dell'appalto. Un ribasso che ha causato un forte risparmio per il MIUR, che attraverso la Consip aveva indetto la gara. Il risultato è il taglio dei finanziamenti per i servizi nelle scuole che, nel caso dell'Abruzzo, si traduce in un dimezzamento delle risorse, passate per l'anno 2014 da 16 a 8milioni di euro.
"I sindacati fingono di lottare". Oltre che per la questione occupazionale, le ricadute dei tagli ministeriali rappresentano un grave problema anche per l'attività scolastica in sé. "In alcuni casi – denuncia Leonardo Piccinno, segretario regionale del sindacato Fisascat Cisl – c'è solo un'ora di lavoro al giorno per pulire una scuola, a volte anche due". I sindacati hanno convocato il presidio di stamane all'Aquila, dopo aver manifestato l'11 febbraio scorso a Pescara, in occasione del consiglio regionale. "In questo Paese si risparmia sulla pelle dei lavoratori, dei più deboli e degli studenti – evidenzia il sindacalista – Non si taglia dove andrebbe fatto. Ora il governo è cambiato e la nuova Ministra si è appena insediata, cercheremo di avere almeno la proroga per un altro mese, visto che il nuovo appalto parte già dal prossimo 1 marzo". Ma i sindacati hanno fatto tutto il possibile per scongiurare il dimezzamento delle ore e delle retribuzioni? Alcune lavoratrici presenti al presidio non la pensano così: "Grazie ai sindacati stiamo facendo una guerra tra poveri – dichiara a NewsTown una di loro – sono loro che ci hanno portato a questa situazione, firmando l'accordo con Consip e CNS. Ora chiamano alla lotta, ma di che stiamo parlando? I giochi ormai sono fatti, a meno che non si rifaccia l'appalto. I sindacati hanno finto di fare le battaglie".
E ora? La situazione è drammatica, soprattutto per i tempi, strettissimi, di partenza del nuovo appalto. Come sottolineato, infatti, già sabato prossimo sarà effettivo il taglio alle ore e alle retribuzioni. In queste ore, a Roma, si lavora a una proroga, come ha evidenziato la senatrice aquilana Stefania Pezzopane: "Nel ddl sulle emergenze presentato in Senato – afferma in una nota – c'è anche una norma che mira a prorogare le convenzioni in essere fino alla fine di marzo". Una proroga di un mese al vecchio contratto di servizi, "in modo da dare tempo al nuovo governo di intervenire con una soluzione strutturale". Già venerdì scorso un nutrito gruppo di senatori e senatrici ha cercato di far inserire in Senato una proroga di un mese, "ma la norma non è passata", ha sottolineato oggi Piccinno. La Senatrice del Pd solidarizza inoltre con le lavoratrici e i lavoratori, come hanno fatto anche alcuni esponenti di Rifondazione Comunista stamane, partecipando al presidio: "Dalla riunione esce confermato l'allarme che avevamo lanciato nelle scorse settimane. Il futuro preparato per i più di 800 lavoratori e lavoratrici è drammatico: le imprese propongono contratti da 12 ore e mezza per 5 giorni la settimana e per gli "appalti storici" si rischia ancor meno, si parla infatti di 1 ora giornaliera quindi 6 ore settimanali. Non si può vivere con 250 euro al mese ed è vergognoso che centrosinistra e centrodestra in parlamento abbiano deciso di fare cassa proprio colpendo i lavoratori già peggio pagati. Senza proroghe o nuovi stanziamenti da parte del governo per queste persone la situazione sarà disperata e lo sarà anche quella delle scuole sul piano delle pulizie". "Il nuovo Presidente del Consiglio Renzi ha dichiarato oggi che la scuola è una delle sue priorità - conclude il Prc in una nota firmata da Maurizio Acerbo e Francesco Marola - bene, lo dimostri nei fatti intervenendo su questa emergenza che è un prodotto dei tagli sconsiderati votati dal suo partito".
La situazione è agli sgoccioli. 800 famiglie in Abruzzo stanno pagando a caro prezzo le politiche di austerità imposte dal governo e dalla finanza internazionale. Le politiche di spending review, intraprese negli scorsi anni, iniziano solo ora a produrre effetti reali sulla vita delle persone. La crisi, insomma, è appena all'inizio.