"Avevamo iniziato l’anno 2019 con mille incertezze, con il decennale del sisma 2009 alle porte e con le promesse del Sottosegretario Vito Crimi per una soluzione definitiva al problema dei precari impiegati nelle attività di ricostruzione; ci troviamo a discutere della legge di Bilancio per il triennio 2020-2023 con un nuovo governo, senza un sottosegretario dedicato e con molti problemi ancora da districare".
Le Rsu Cgil degli Uffici speciali della ricostruzione tornano a denunciare la situazione dei lavoratori che, "non ci stancheremo mai di ricordare - promettono - hanno a tutti gli effetti i requisiti soggettivi per essere stabilizzati, essendo vincitori di concorsi ed in servizio da più di 6 anni presso il Comune di L’Aquila e gli Uffici Speciali di L’Aquila (USRA) e dei Comuni del Cratere (USRC), e che solo per un 'vulnus normativo' rischiano di essere gli unici 'esodati delle stabilizzazioni italiane".
Questo territorio - denuncia il sindacato - "vive uno spopolamento accelerato, inesorabilmente, dai terremoti che si sono susseguiti in questi anni ed un processo di ricostruzione (fisica e sociale) che non vedrà sicuramente il compimento al 31 dicembre 2020, termine dei contratti a tempo determinato di professionalità che hanno contribuito, insieme a tutti gli altri attori politici e tecnici, a rendere possibile un 'modello L’Aquila'. Lavoratori che potrebbero tranquillamente sopperire, ed in molti casi già lo fanno, alle carenze di personale dovute alle varie 'spending review' e pensionamenti che hanno ridotto il personale di Comuni, Province e Regioni".
Dunque, l'appello "al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’ex Sottosegretario Vito Crimi al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, al Sindaco di L’Aquila Pierluigi Biondi, ai Sindaci dei Comuni del Cratere e alla politica tutta affinché si impegnino in prima persona per chiudere definitivamente questa annosa vicenda e permettere ai territori colpiti dai terremoti di potersi rialzare il prima possibile".