'Il Quarto Stato' di Pellizza da Volpedo, la folla di contadini e lavoratori che emerge dallo sfondo di un paesaggio indefinito, l'affermazione di una nuova classe sociale che - consapevole dei propri diritti - sfida la borghesia dominante della società industriale. Poco più di un secolo dopo, i volti sorridenti di una generazione a cui si sta negando il futuro.
Sono le immagini scelte dalla Cgil per presentare il IV Congresso provinciale che si terrà a L'Aquila, il 13 e 14 marzo. "Ricostruire il lavoro", lo slogan. Non potrebbe essere altrimenti.
La Provincia dell'Aquila - infatti - vive una crisi occupazionale drammatica: "La disoccupazione è salita dall'8.6% del 2008 al 12.5% del 2013", sottolinea il segretario generale della Cgil provinciale, Umberto Trasatti. "E' il tasso più alto registrato in Regione Abruzzo, e siamo ben al di sopra della media nazionale. Gli occupati - rispetto ai potenziali lavoratori - sono scesi negli ultimi 5 anni dal 57.7% al 54.2%".
Numeri che mettono i brividi. "Ad oggi - incalza Trasatti - gli occupati in Abruzzo sono 490mila, in tutti i settori di attività. Eravamo arrivati a 520mila: in pochi anni, si sono polverizzati 30mila posti di lavoro. E in Provincia dell'Aquila, dove nel 2008 si registravano 118.300 occupati, siamo scesi a 111.800".
Statistiche che non tratteggiano in pieno i contorni del disagio. Non considerano infatti i lavoratori che - pur occupati - stanno usufruendo di ammortizzatori sociali: "Nel 2013, abbiamo registrato 10milioni e 512mila ore di cassa integrazione. E quasi 5milioni di ore sono di cassa integrazione straordinaria". A dire che la Provincia dell'Aquila vive una gravissima crisi industriale: "La ricostruzione a L'Aquila e nei comuni del cratere è partita", continua Trasatti, "ma nonostante questo abbiamo i dati peggiori della Regione. La sacrosanta battaglia per ottenere dal Governo risorse certe - ad Aprile, se non arriveranno risposte dall'esecutivo, non si potranno aprire più cantieri - deve dunque accompagnarsi ad un rilancio dei settori industriali in tutta la Provincia. Al Governo, chiediamo politiche industriali di settore: il nostro Paese non ha ancora deciso dove investire. E non si può attendere oltre. Così come è necessario accellerare le procedure burocratiche per spendere il 5% dei fondi della ricostruzione destinati alle attività produttive. Ricordo spesso che ogni milione di euro investito nel cratere potrebbe muoverne 4".
Ricostruire il lavoro, dunque, e non solo i territori colpiti dal sisma: "Il rilancio dell'occupazione deve essere un obiettivo primario. La sola ricostruzione materiale, di per sé, non è sufficiente a dare delle prospettive ai nostri giovani".
Se ne parlerà in sede congressuale, il 13 e 14 marzo: "Sarà l'occasione per costruire la nostra piattaforma. Non solo il rilancio del sistema industriale: ci vuole maggiore attenzione per altri settori. Nella Provincia dell'Aquila, ad esempio, abbiamo quattro dei cinque Parchi regionali, una opportunità per l'occupazione. Inoltre, ci vorrebbero investimenti nei servizi alla persona e per le scuole se è vero che siamo impegnati nella battaglia per salvare il posto di lavoro agli oltre 800 ex lsu della Regione, più di 200 in provincia dell'Aquila".
Infine una stoccata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: "Sento ancora parlare di regole da modificare: il problema non sono affatto le regole. 'Cambiare verso', vorremmo capire verso che cosa: i problemi del lavoro non si risolvono con le battute ma con politiche finalmente incisive. Da tempo ribadiamo la necessità di un piano straordinario per l'occupazione attraverso l'intervento pubblico: basterebbe applicare pienamente la Costituzione che, all'articolo 1, sottolinea come la nostra sia una repubblica fondata sul lavoro"