Si è svolto ieri a Palazzo Fibbioni un convegno sul credito bancario in provincia dell'Aquila a 10 anni dal sisma, organizzato dalla Cgil L'Aquila e dalla Fisac Cgil L'Aquila in collaborazione con la Cgil Abruzzo Molise.
Sono emersi dati sconfortanti: in 7 anni, in provincia dell'Aquila si è registrato in taglio del 30%, pari a 580 milioni di euro in meno, sul credito alle imprese.
Luca Copersini, segretario provinciale Fisac, ha spiegato come questo andamento non sia affatto casuale ma derivi, piuttosto, da precise ragioni strutturali, destinate ad aggravare la situazione negli anni a venire; d'altra parte, il fenomeno riguarda non solo la nostra provincia ma l'intero centro-sud. Alla base ci sono gli adempimenti imposti dalla BCE per prevenire l'insolvenza degli Istitui bancari, che prevedono accantonamenti a copertura di possibili perdite su crediti e precisi vincoli di bilancio. Questi adempimenti sono relativamente leggeri se riferiti ad aziende ritenute più affidabili o operanti in territori più floridi, decisamente più onerosi per debitori che presentino elementi di incertezza, tra i quali anche il fatto di operare in regioni meno ricche.
Il risultato è che si sta creando una spaccatura: un centro-sud dove il credito bancario cala drasticamente, ed un nord Italia nel quale si concentrano gli impieghi, con l'utilizzo delle somme depositate nelle regioni meridionali con un vero e proprio travaso di ricchezza.
Roberto Errico, ricercatore presso l'IRSF LAB, ha presentato uno studio sull'andamento dell'economia e del credito in provincia, evidenziando dati particolarmente inquietanti; tra questi, il calo dell'occupazione nel settore bancario (319 posti persi in 7 anni, con un andamento percentuale doppio rispetto alla media nazionale) e l'incredibile dato sui Comuni sprovvisti di qualsiasi sportello bancario: in provincia dell'Aquila sono il 63%, contro una media nazionale del 30%. Altro dato allarmante, la crescita del fenomeno dell'usura: un recente studio del Sole 24Ore pone la provincia dell'Aquila al 3° posto in Italia per i reati di usura, fenomeno collegato alla riduzione di finanziamenti ottenuti per le vie ufficiali.
D'altra parte, come ha ribadito il prof. Alberto Zazzaro, docente di Economia presso l'Università degli Studi Federico II di Napoli, l'allontanamento dal territorio dei centri decisionali comporta automaticamente la riduzione degli affidamenti accordati. Gli adempimenti normativi contribuiscono alla scomparsa delle piccole banche, per le quali i costi relativi agli adeguamenti hanno un'incidenza molto maggiore: è bene ricordare che in Abruzzo non esistono più banche locali, fatta eccezione per alcune piccole BCC.
Francesco Marrelli, segretario Provinciale CGIL L'Aquila, ha posto invece l'accento sull'andamento delle partite Iva in provincia, per le quali si è assistito, a partire dal 2017, ad una prevalenza delle cessazioni rispetto alle nuove iscrizioni; tra il 2014 e il 2018 c'è stato un calo di 332 imprese. Preoccupante il tasso di disoccupazione giovanile: 31,1% a fronte di una media nazionale del 24,8%. Marelli ha inteso rilevare anche il forte invecchiamento della popolazione lavorativa, con gli over 54 che in 10 anni sono passati dal 31,3% al 57,9%. E si è posta l'attenzione sul fatto che nel nostro territorio si è registrato un calo di circa 10.000 occupati dal 2007.
Sconcerta anche l'andamento anagrafico: in provincia si sono persi 10.200 residenti dal 2009 ad oggi.
La CGIL dell'Aquila porta avanti da tempo la richiesta di definire una “Strategia per le aree interne” così da tentare di invertire la tendenza di uno spopolamento continuo. Per questo, il Segretario ha rilanciato la proposta di un tavolo di confronto con Governo, Regione Abruzzo ed Associazioni di Categoria per individuare le priorità da affrontare e gli investimenti da porre in essere.
A tirare le fila è stato Carmine Ranieri, segretario CGIL Abruzzo Molise. Nell'attirare l'attenzione sulla mancanza di investimenti pubblici sul territorio, simboleggiata dalla mancata ricostruzione di tutti gli edifici scolastici, Ranieri ha lanciato varie proposte, partendo dall'ipotesi di un collegamento ferroviario diretto tra L'Aquila e Roma, per il quale tra l'altro in passato sono stati già fatti studi di fattibilità, e suggerendo opere di messa in sicurezza dal rischio sismico ed idrogeologico del territorio. La Fisac sta suggerendo, a livello nazionale, di utlizzare il surplus di depositi giacente nelle banche del Mezzogiorno per opere da realizzare nelle stesse regioni del centro-sud, finanziandole attraverso emissioni di bond finalizzati; nella sola Provincia dell'Aquila tale scarto ammonta a 2,4 miliardi. Vista la difficoltà delle piccole imprese di finanziarsi a causa della mancanza di garanzie, è stato inoltre auspicata la creazione di fondi di garanzia da rendere più facilmente disponibili per le piccole aziende, potenziando e snellendo l'operatività dei Confidi.