Sono ancora fermi i 10 milioni di euro dei fondi Restart che, con una delibera Cipe (la 25 del 2018), erano stati destinati a garanzia per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese del cratere sismico.
La denuncia viene dalle associazioni datoriali Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e dai Confidi di riferimento (a cui afferiscono oltre il 65% delle piccole e medie imprese per l’accesso ai finanziamenti), che sono tornate a lanciare l’allarme a cinque mesi di distanza dall’ultima conferenza stampa nella quale avevano stigmatizzato l’inerzia amministrativa della Fira e della Regione Abruzzo.
“Dopo 5 mesi nulla è cambiato” affermano le associazioni “nonostante diverse prese di posizione istituzionali, e i fondi Restart destinati ai Confidi operanti nel cratere restano ancora una volta al palo. Da tempo chiediamo un chiarimento con l’assessore Liris, il presidente di Fira Alessandro Felizzi e il sindaco dell’Aquila Biondi senza ottenere risposte. A pagare le conseguenze di questa situazione sono esclusivamente le imprese, alle prese con una situazione a dir poco drammatica sul fronte del credito, come si evince nelle ultime statistiche locali che riportano migliaia di chiusure di partite Iva”.
Dei 10 milioni stanziati, 8 milioni e 900 mila euro sono stati già liquidati e sono disponibili, in cassa, da un anno. Si tratta di risorse importantissime per finanziare programmi di investimento in beni materiali e immateriali, aumentare il capitale sociale, ma anche a consolidare le passività bancarie o rinegoziare i prestiti. Capitale circolante che, nel caso della ricostruzione, sarebbe utile anche all'anticipazione delle fatture.
“Ricordiamo che questi fondi svilupperebbero un monte di garanzia di circa 120 milioni di euro, dando ossigeno a almeno 3 mila imprese del territorio. A questo punto pretendiamo risposte”.