Lunedì, 03 Agosto 2020 11:18

Provincia dell'Aquila, sostegno al reddito per oltre 27mila lavoratori

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"Dalla pubblicazione del report relativo al primo quadrimestre delle attività istituzionali svolte dall’Inps si palesa la grave difficoltà che l’economia provinciale sta attraversando a seguito dell’emergenza sanitaria da covid-19. Alla data del 4 giugno 2020, secondo i dati certificati dall’ente previdenziale, risultano complessivamente percettori di prestazione di sostegno al reddito 27427 lavoratori e lavoratrici, di cui: 12536 collocati in cassa integrazione ordinaria, 8829 sospesi con l’utilizzo del Fondo di integrazione Salariale e 6062 collocati in cassa integrazione in deroga".

Ad affermarlo, in una nota, è il segretario provinciale della Cgil L'Aquila Francesco Marrelli.

"Le ore di cassa integrazione ordinaria nel primo quadrimestre dell’anno sono aumentate di 36 volte rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente, cosi come sono quadruplicate le ore di cassa integrazione straordinaria nel rapporto tra gennaio-aprile 2020/2019. I percettori dell’indennità Naspi sono 4683 ed i lavoratori autonomi beneficiari del bonus a loro dedicato sono 21067".

"A maggio i percettori del reddito di cittadinanza sono stati 5381 con un coinvolgimento di 12407 persone appartenenti ai nuclei familiari, corrispondente al 4,1% della popolazione residente".

"Il forte rallentamento della nostra economia e le ricadute in termini occupazionali, condizione già endemica ulteriormente aggravata dall’emergenza sanitaria, potrebbe rivestire una connotazione di grave emergenza sociale a partire dai prossimi mesi; infatti, sono ancora migliaia i lavoratori sospesi dalle aziende ed in molte di queste si è provveduto ad una ripresa graduale dell’attività produttiva con l’impiego di meno personale, continuando a mantenere attivi gli ammortizzatori sociali".

"Il tessuto economico della nostra provincia è composto prevalentemente da piccole e medie imprese, così come è alta l’incidenza di lavoratori nelle attività artigianali e del commercio; si tratta di settori già fragili che rischiano di subire un definitivo arresto a seguito della crisi economica in corso. Basti pensare che secondo i dati Inps i lavoratori artigiani e commercianti attivi a marzo 2020 in provincia dell’Aquila risultano essere 17831".

"Lo scenario che emerge dai dati sul lavoro è preoccupante, investe generalmente tutti i settori produttivi in una economia già indebolita a causa delle precedenti crisi economiche che si sono susseguite in questi anni, dalla crisi economico-finanziaria del 2008, passando per la crisi subita prima a seguito del sisma del 2009 e poi di quello del 2016-2017".

"Ancora, una volta, come già affermavamo nel primo periodo post isolamento, confermiamo con forza che non si può continuare a pensare che il modello del libero mercato ad ogni costo possa essere la soluzione e siamo sempre dell’idea che prima del profitto vengano le persone ed i loro diritti fondamentali. Ribadiamo che il lavoro è un diritto fondamentale che si esercita all’interno di un nuovo patto sociale".

"Ne consegue che se il lavoro non c’è ci vuole un piano straordinario per il lavoro, all’interno di una vera e propria strategia per le aree interne dell’Abruzzo, accompagnato in itinere da misure straordinarie di reddito per tutti e tutte che permettano, qui ed ora, alle persone di recuperare la dignità dell’esistenza, di sentirsi all’interno di un modello economico diverso che torni a parlare alla gente e della gente".

"Non è procrastinabile un grande piano per il lavoro che faccia anche emergere quanto accaduto finora sul lavoro nero, su quello grigio, sui contratti pirata, sul caporalato e sullo sfruttamento in tutte le sue differenti e sfumate declinazioni. Tra l’altro siamo in presenza delle necessarie precondizioni per la possibile destinazione di ingenti risorse europee da dedicare al rilancio dell’economia e per la ripresa delle attività produttive. È il momento della programmazione che deve vedere impegnati tutti i livelli istituzionali a partire dalla regione e dalle istituzioni locali. Abbiamo, altresì, la necessità di tutelare il lavoro; per farlo occorre prorogare il blocco dei licenziamenti e rifinanziare gli ammortizzatori sociali per mantenere i livelli occupazionali nella aziende del territorio e soprattutto per continuare a garantire un reddito a tante famiglie appartenenti alla nostre comunità".

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