Si avvia verso “quota 25mila” il numero delle imprese abruzzesi ammesse dal Fondo centrale di garanzia ai finanziamenti previsti dai decreti “Cura Italia” e “Liquidità”, dopo l’attività istruttoria realizzata dalle banche.
All’11 agosto scorso – come certifica lo stesso ministero dello Sviluppo economico sul sito www.fondodigaranzia.it - erano per l’esattezza 23.849 quelle approvate, il 90% delle quali (ben 21.649) per l’importo fino a 30mila euro.
Un traguardo che la Cna saluta positivamente, dopo le incertezze e i ritardi delle prime settimane, chiedendo però adesso un cambio di passo alla Regione, chiamata ad integrare con fondi propri un fabbisogno finanziario delle aziende abruzzesi che i fondi assegnati dagli istituti di credito hanno solo parzialmente soddisfatto.
Ma vediamo i numeri.
Tra le province abruzzesi, si conferma la leadership della provincia a più alto tasso di presenza imprenditoriale, Chieti, che resta in cima alla graduatoria con 6.568 pratiche, per poco meno di 351 milioni di euro complessivi e un importo medio di oltre 53 milioni di euro. Segue il Teramano con 6.198 pratiche, ma con un importo complessivo e medio più alto: oltre 380milioni per una media che supera i 61mila euro; L’Aquila (5.171 pratiche; circa 251 milioni e rogati e 48mila 528 euro di media) e Pescara (5.912 pratiche; poco meno di 253 milioni erogati; 42mila 756 euro di media) sono nelle posizioni intermedie.
Scenari non troppo dissimili per le operazioni relative al finanziamento per un importo massimo di 30mila euro (quota in un primo momento fissata dal Governo Conte a 25mila): in testa Chieti (5.993, 18.717 euro di importo medio), poi Teramo (5.553; 18.544), Pescara (5.470; 18.438) e L’Aquila (4.633;18.237). La media erogata però, come si evince dai numeri, è ben al di sotto della soglia massima ammessa.
"La lettura dei dati – sottolinea il presidente regionale di Cna Abruzzo, Savino Saraceni – conferma uno scenario che già le scorse settimane avevamo messo in evidenza: la fortissima esigenza di liquidità che viene dalle aziende abruzzesi, alle prese con i gravissimi problemi determinati dall’emergenza Covid su produzioni, fatturati, occupazione. Un quadro che i finanziamenti legati alle misure del Governo, concepite soprattutto come sostegno nel momento di crisi più acuto, non possono sostenere più di tanto. Misure che, in ragione delle regole per l’accesso fissate, con paletti legati al fatturato, hanno di fatto estromesso automaticamente dalla possibilità di accesso una platea sterminata di micro imprese, che adesso chiede interventi a suo favore".
Da qui, sempre a detta della Cna, l’esigenza ora di integrare con altre misure le iniziative di sostegno a imprese che, dopo il “ristoro”, hanno esigenze di rilancio e che, nello stesso tempo, aprirebbero le porte a chi sin qui ne è stato escluso dagli istituti di credito. La Cna chiede, dunque, che sia ora la Regione a sostenere con forza questa esigenza, come conferma Saraceni: "Lo stesso comitato tecnico-scientifico, voluto dalla Regione per coordinare le misure a sostegno della ripresa, ha indicato tra gli strumenti da mettere in campo il micro credito 'per start-up e soggetti non bancabili', oltre a un consistente sostegno ai Confidi per la garanzia da offrire alle imprese che chiedono finanziamenti alle banche. D’altra parte, su questi stessi temi si è espresso, con grande chiarezza e con una proposta unitaria inviata alla Giunta Marsilio, un fronte molto ampio di associazioni d’impresa e sindacati, compatto nel chiedere misure di sostegno a favore del sistema produttivo".