Mercoledì, 04 Giugno 2014 23:39

OpenBilanci: i conti aperti del Comune dell'Aquila. Con qualche sopresa

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Come si legge un bilancio comunale? Da dove arrivano le risorse e come vengono spesi i soldi in cassa?

Da qualche giorno, è possibile scoprirlo al sito Openbilanci, l'ultimo progetto di Openpolis, che rende disponibili i conti economici e gli investimenti varati da ciascun Comune italiano negli ultimi 10 anni. Si possono scoprire, così, aspetti interessanti della vita amministrativa. Quanti soldi ha investito il Comune dell'Aquila in cultura, ai tempi del sindaco Tempesta e oggi con la giunta Cialente? Potete evicerlo, facilmente.

La piattaforma propone indicatori che aiutano a decifrare l'enorme mole di numeri presenti in un bilancio. Dalla spesa per il personale alla capacità di riscossione, dalla velocità di spesa corrente alla capacità di previsione passando per investimenti e autonomia finanziaria.

Sulla spesa per il personale, ad esempio, il Comune dell'Aquila - per il bilancio 2012 - risulta tra i più virtuosi in Italia, con il 10.70% di incidenza. Impossibile non considerare, però, che entrate e spese sono ancora 'sballate' dalle necessità della ricostruzione. Nel tempo, l'andamento delle entrate è andato pesantemente modificandosi: se nel 2003 si attestava a 921euro pro capite, si è arrivati a 1.081 nel 2008 con un balzo a 5.150 nel 2010. Nel 2012, le entrate sono state pari a 4.873euro pro capite rispetto ad una media nazionale - nei Comuni da 50mila a 200mila abitanti - di 1.208. Evidentemente, anche le spese hanno subito gli effetti del terremoto: nel 2008 si attestavano a 1.034 euro pro capite, nel 2011 sono arrivate a 4.800 per poi flettere nel 2012 a 3.321. Ben al di sopra della media nazionale dei Comuni di simili dimensioni, attestata a 1.168. Chiaro come - rispetto ad entrate e uscite 'straordinarie' - l'incidenza delle spese di personale sul bilancio risulti assai basso.

Stando alle cifre fornite dalla Corte dei Conti, negli altri Comuni italiani i trasferimenti dello Stato sono diminuiti di circa 31miliardi, dal 2009 ad oggi. Per questo, le amministrazioni sono ricorse all'incremento dei tributi. In assoluto, il Comune italiano dove si sono pagate più tasse, nel 2012, è Gerola Alta, in provincia di Sondrio: ben 10.437euro pro capite. Seguono Pedesina (ancora in provincia di Sondrio) e Ceresole Reale (Torino). Al decimo posto assoluto, Rivisondoli (provincia dell'Aquila) con 3.814euro. Nei Comuni italiani tra 50 e 200mila abitanti, L'Aquila è al 75esimo posto su 125 con 530euro pro capite.

Come se la sono cavata le amministrazioni, per l'anno 2012, nella capacità di riscossione, nella capacità cioè di incassare le entrate già previste ad inizio anno? Evidentemente, più alta è la percentuale indicata in classifica, minori saranno i crediti che i Comuni dovranno ancora riscuotere. In tal senso, L'Aquila si attesta al 76.67%, al 3295esimo posto generale: 44esimo posto su 127 Comuni tra 50mila e 200mila abitanti.

Se Salerno (100%), Lodi (99.96%) e Forlì (99.93%) sono sul podio per capacità di previsione, l'indice che misura quanto il Comune sia in grado di programmare correttamente le proprie spese annuali e quindi le entrate necessarie per coprirle, Milano (85.31%), L'Aquila (85.46%) e Catanzaro (87.50%) sono al fondo della classifica. Un segno di cattiva amministrazione, senza dubbio.

Così come la scarsa velocità di spesa corrente: un Comune ben amministrato ha una velocità di spesa corrente alta, dato che riesce a non creare debito dopo aver pagato servizi e acquisti per i quali si è impegnato. Treviso (87.99%) è un esempio positivo, Reggio Calabria (38.76%) assolutamente negativo. L'Aquila se la cava con un poco lusinghiero 71.76%.

Altro indice interessante è rappresentato dagli investimenti, cioè da quanto viene speso per progetti a lungo termine per lo sviluppo del territorio. Qui la classifica è guidata da Milano (62.27%) ed è chiusa da Foggia (5.92%). L'Aquila è ferma al 25.73%, 29esimo posto su 127 Comuni tra i 50mila e i 200mila abitanti. Il capoluogo di Regione, è agli ultimi posti anche per quel che riguarda l'autonomia finanziaria, l'autonomia economica rispetto allo Stato e altri enti, con il 23.30%.

 

Uno sguardo regionale. Quanto hanno investito i comuni abruzzesi in cultura, istruzione, sociale, sport e turismo?

A primeggiare negli investimenti nel settore della cultura - nel 2012 - è Villa Santa Lucia degli Abruzzi, con 1.092euro pro capite. A seguire, Santo Stefano di Sessaio e Castelli. Il capoluogo di Regione è al 37esimo posto, con 30.84euro. Fa meglio l'amministrazione di Teramo, al 23esimo posto con 42.36euro. Se il Comune di Chieti investe 26.67euro, Pescara precipita al 79esimo posto con 13.96 euro.

A credere di più nell'istruzione sono le amministrazioni di Gissi, Montenerodomo e Civitaruparella, Comuni in provincia di Chieti che - in effetti - è il primo dei capoluoghi di provincia, al 99esimo posto, con 99.54 euro di investimento pro capite. Segue L'Aquila con 86.80, Teramo con 81.46 e Pescara con 72.80euro pro capite.

Il capoluogo di Regione spicca negli investimenti nel sociale: si attesta al secondo posto, con 857euro. Molto indietro Teramo e Chieti con 123euro, male Pescara con 91.61. E' in fondo alle classifiche, al contrario, nel sostegno allo sport: L'Aquila è al 158esimo posto, con 8.44 euro di investimenti pro capite. Poco più indietro Chieti. Va molto meglio a Teramo, dove si impegnano 20.52euro, e Pescara, 29.80. I Comuni più virtuosi sono Rocca Di Cambio, Castel del Monte e Prata d'Ansidonia.

Pochissimo si fa, a L'Aquila, per lo sviluppo economico: in bilancio, si sono investiti 2.04euro pro capite. A Chieti sono stati investiti 10.25euro, a Pescara 14.19, a Teramo addirittura 18.63. Il comune più virtuoso è Fallo, nella provincia teatina. Va meglio se si analizzano gli impegni per il territorio e l'ambiente: L'Aquila stacca gli altri Comuni di provincia, con 1.031 euro pro capite. Seguono Chieti, con 457euro, Pescara con 248 e Teramo con 244. Comune virtuoso: Taranta Peligna, con 3.816euro di investimento pro capite.

Il comune chietino, è tra i più virtuosi anche se si considerano gli investimenti nel turismo: a precederlo, soltanto San Benedetto in Perillis. Anche in questo caso, L'Aquila supera gli altri capoluoghi di provincia con 14.67euro di investimento pro capite. Teramo è tra gli ultimi comuni, con un investimento pari a 0,03euro.

 

Il confronto tra i capoluoghi di provincia.

Qual è l'autonomia economica dei Comuni capoluogo di provincia rispetto allo Stato e altri enti? L'amministrazione più autonoma è Pescara, con una percentuale del 90.44%. Seguono Teramo (89.22%) e Chieti (86.71%). L'Aquila è in fondo alla classifica, con il 23.30%.

I Comuni sono stati in grado di prevedere correttamente le spese? L'amministrazione di Chieti ha fatto un buon lavoro, con il 97.8%. Percentuale simile per Teramo, 97.3%, e Pescara, 96.6%. L'Aquila è indietro, ferma all'85.46%.

Il Comune che - più degli altri - è stato in grado di incassare quanto aveva previsto è L'Aquila, con il 76.67%. Segue Pescara con il 74.28%. Più indietro Chieti e Teramo. Il capoluogo di Regione ha anche la più forte tendenza all'investimento con una percentuale che si attesta al 25.73%.

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Giugno 2014 23:46

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