Venerdì, 21 Novembre 2014 16:16

Abruzzo, lavoro: risorse terminate, fine della mobilità in deroga

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di Luigi Fiammata - Stanno arrivando le lettere Del Dipartimento Sviluppo Lavoro e Formazione, della Provincia de L'Aquila, Unità Operativa del Centro per l’Impiego. Le lettere, indirizzate a chi ha richiesto, a partire dal 4 agosto 2014, di essere ammesso al trattamento di Mobilità in Deroga, comunicano che la domanda non può essere accolta.

Facciamo un passo indietro.

Dal 2008, per effetto della crisi, sono stati introdotti gli ammortizzatori sociali in deroga. Destinati a tutti coloro i quali, avendo perso il lavoro, e rientrando in taluni requisiti scelti a livello regionale tramite accordi siglati dalle Regioni, con le Organizzazioni Sindacali e con quelle Datoriali, non avevano più alcuno strumento di sostegno al reddito.

In particolare, la Mobilità in Deroga, riservata a chi aveva perso il lavoro (un ultimo rapporto di lavoro durato almeno 12 mesi con lo stesso datore di lavoro), e finita la indennità di Disoccupazione, ha interessato centinaia di migliaia di persone in Italia, e qualche migliaio nella nostra Provincia.

Il primo agosto scorso, il Decreto Interministeriale 83473, stabilisce, tra le altre cose, che il trattamento di Mobilità in Deroga, può essere concesso per tempi precisi, oltre i quali non sarebbe più possibile erogare il trattamento, la cui validità è prorogata al 31/12/2016, tempo, entro il quale, il legislatore suppone di essere in grado di sostituire lo strumento di Ammortizzazione in Deroga, con uno strumento “Ordinario”, di sostegno al reddito, avendo effettuato una riforma complessiva del sistema degli Ammortizzatori Sociali.

Ma, in realtà, il Decreto, nel tipico linguaggio della legislazione italiana, recita che hanno diritto al trattamento di mobilità in Deroga “i Lavoratori disoccupati che risultano privi di altra prestazione legata alla cessazione del rapporto di lavoro”. Intendendo con ciò, come chiarito in una successiva circolare del Ministero del Lavoro del 19 settembre 2014, che, se un Lavoratore, al momento del licenziamento, poteva avere diritto ad un trattamento di sostegno al reddito ( Mobilità Ordinaria, Indennità di Disoccupazione ASPI o MiniASPI ), per ciò stesso, non ha, e non può più avere diritto al trattamento di Mobilità in Deroga.

Di fatto, quindi, la Circolare del Ministero del Lavoro, in via interpretativa del Decreto Interministeriale, abolisce la Mobilità in Deroga, per come l’Italia, e l’Abruzzo, l’hanno conosciuta sino ad oggi, riservandola a rarissime fattispecie di Lavoratori. Ad esempio, il personale artistico di una compagnia teatrale. O le comparse professionali del cinema.

In Abruzzo, però, tra il primo agosto, e il 19 settembre, l’otto settembre 2014, si riunisce il C.I.C.A.S. Comitato di Intervento sulle Crisi Aziendali e di Settore. Nel C.I.C.A.S. siedono le Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori e dei Datori di Lavoro, la Regione, e le Province abruzzesi, tra gli altri, ed è l’organismo che, dal 2008 ad oggi, ha gestito, in Abruzzo, la situazione e le scelte sugli Ammortizzatori Sociali in Deroga.

E il C.I.C.A.S. delibera che possono ancora fruire del trattamento di Mobilità in Deroga, coloro i quali non abbiano raggiunto i 3 anni e otto mesi di trattamento, o i tre anni e dieci mesi di trattamento, a seconda di particolari condizioni individuali. Delibera sempre il C.I.C.A.S. che possono usufruire di Mobilità in Deroga, dal primo settembre 2014 al 31/12/2014, tutti i Lavoratori, provenienti da imprese, che per la prima volta chiedano il trattamento, essendo privi degli strumenti ordinari di ammortizzazione sociale; quest’ ultima norma, pone immediatamente dei problemi interpretativi, visto che sembrerebbe escludere, secondo l’INPS, tutti coloro i quali, ad esempio, avendo usufruito di un periodo di indennità di disoccupazione, provenendo da un lavoro che abbiano svolto per almeno 12 mesi, lo abbiano concluso in data posteriore al primo settembre. Ad esempio, per L’Aquila, tutti i Lavoratori provenienti dalla chiusura della clinica Sanatrix.

Sembrerebbe, quindi, che il C.IC.A.S. abruzzese abbia deliberato che il trattamento di Mobilità in Deroga possa continuare ad essere erogato per tutti quelli che già ne usufruivano ( ma con un limite temporale massimo ), e, limitatamente agli ultimi tre mesi del 2014, per tutti quelli che non abbiano altri strumenti di ammortizzazione di cui poter usufruire.

Le scelte del C.I.C.A.S. sono sottoscritte all’unanimità da tutti i presenti.

Ma arriva la circolare interpretativa del Ministero, e, il primo ottobre, la Regione Abruzzo, in risposta ai quesiti interpretativi del Centro per l’Impiego de l’Aquila, via mail, dichiara, di fatto, a far data dal 4 agosto ( data della pubblicazione del Decreto Interministeriale 83473 ), cessato il trattamento di Mobilità in Deroga.

Per completare il quadro, vale la pena riportare alcune precisazioni finali.

Tutto il sistema degli Ammortizzatori in Deroga, si è sempre retto, con la clausola del limite delle risorse finanziarie disponibili. Vale a dire cioè, che, nel tempo, le Regioni, hanno deliberato criteri di ammissibilità, magari sempre più larghi, sotto la pressione della crisi, spingendo volta per volta il Governo ad allargare la quantità di risorse nazionali disponibili. Il Decreto Interministeriale del primo agosto, stabilisce che, fermo restando quanto deciso in quel Decreto dal Governo, le Regioni, con risorse proprie, o con risorse provenienti dall’Unione Europea, possono decidere diversamente. L’Abruzzo non sembra intenzionato ad intervenire in questo senso.

Appare abbastanza incredibile che, quanto scritto in un Decreto Interministeriale, oggetto di un Accordo Quadro di livello regionale con tutti gli Attori Sociali, possa essere completamente ribaltato nel suo senso e nella sua applicazione pratica, da una Circolare interpretativa. Con enormi conseguenze di carattere sociale.

Occorre infine, ricordare che, ad oggi, chi aveva comunque diritto al trattamento, almeno fino al mese di agosto 2014, è stato pagato solo per gennaio e febbraio, del 2014. La Mobilità in Deroga, non è mai stato lo strumento ideale per affrontare la crisi. Ed anzi produceva distorsioni, sul mercato del lavoro, favorendo ad esempio il crearsi di sacche di lavoro nero. E, per come era costruita, da un punto di vista normativo, scoraggiava ad accettare periodi di lavoro brevi, tra chi fruiva di quello strumento, perché altrimenti ne avrebbe perso il diritto.

E però era uno strumento, sia pure parziale, di risposta ad un bisogno, in assenza di reali politiche capaci di creare sviluppo e buona occupazione.

La fine della Mobilità in Deroga, per via “burocratica”, è un fatto gravissimo. Legato certamente alla assenza di risorse disponibili, nazionali e regionali, ma anche alla scarsa considerazione che, in generale, vi è nei confronti di chi abbia perso il lavoro. E’ una sua colpa, e da solo, o da sola, deve risolvere il problema. Anzi, liberalizzando ancora di più le regole del mercato del lavoro, togliendo ogni residua tutela, di per sé, il problema
della disoccupazione dovrebbe risolversi.

Come se oltre trenta anni di deregolamentazione in questo senso ( è del 1984 l’introduzione dei Contratti di Formazione-Lavoro in Italia ), non avessero abbastanza dimostrato che, avere meno regole, non vince la disoccupazione, ma la aumenta. Ed è straordinario, il silenzio di tutti quelli che siedono nel C.I.C.A.S. L’otto settembre hanno deliberato qualcosa, che una Circolare ministeriale cancella. E nessuno ha nulla da dire, o da fare.

Migliaia di persone, in Abruzzo e a L’Aquila, hanno perso una possibilità. Così è, ad oggi. E altre migliaia, non l’avranno neppure quella possibilità.

di Luigi Fiammata

 

Ultima modifica il Sabato, 22 Novembre 2014 09:43

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