Sabato, 16 Maggio 2015 17:23

Non saranno gli alpini a salvare la città ma una maggiore fiducia in noi stessi

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C'è una retorica pericolosa ed ingiusta che sta accompagnando l'adunata degli alpini 2015 in corso all'Aquila. Quella secondo cui questo evento stia riportando alla vita una città altrimenti "morta", finora incapace di riprendersi dal dolore e dal disastro del terremoto del 2009.

Così - prosegue la retorica - gli alpini starebbero riportando la gioia e, in ultima analisi, la vita all'Aquila.
Parole scontate, ripetute anche ieri nella Piazza del Duomo dal sindaco Massimo Cialente e supportate dai media.

Perché "pericolosa ed ingiusta" però? Perché l'adunata è una bella cosa e di sicuro sta dando un'impulso socio economico ad una città in difficoltà dando magari il suo contributo a "salvarla".

Ma gli alpini non ci salveranno, lunedì non ci saranno più.

Per contro c'è chi (associazioni, gruppi organizzati, movimenti civici, semplici cittadini e ragazzi) da sei anni prova con tutte le sue forze a dare impulsi reali nel quotidiano a questa città, ed a cui viene riconosciuto troppo poco ed accreditata troppa poca fiducia da istituzioni e concittadini stessi.

Perché non accordare la stessa fiducia concessa al "popolo dell'adunata degli alpini", anche alle iniziative promosse normalmente sul territorio? Quelle si tende a criticarle oltremodo, a trovare sempre lati negativi magari strumentali, a volte le si quasi boicotta.

Nell'evento chiamato "spring session" svoltosi a Fonte Cerreto, dove normalmente il nulla regna sovrano, per esempio il consigliere di Forza Italia Guido Quintino Liris annunciava in maniera pubblica ispezioni dal carattere sanzionatorio, ipotizzando preventivamente e senza ragione, tasse non pagate e permessi non concessi (quando invece era tutto regolare). Perché questo atteggiamento?

Agli alpini invece si dà credito e si lascia fare tutto. Sarà la retorica che normalmente li accompagna a consentirglielo, ma di certo in questi giorni di fronte l'imponenza della festa si chiude un occhio di fronte a tanti aspetti ed effetti collaterali legati alla legalità e quant'altro. Giusto, utilizziamo però la stessa sapiente tolleranza anche per le iniziative promosse da attori del territorio, accordandogli la stessa fiducia.

Molte attività locali in questi giorni hanno scelto di investire e prendersi dei rischi per il consistente arrivo di persone previsto. Ad alcune andrà bene ad altre no. Di fatto a livello economico l'iniziativa è stata accompagnata da una fiducia che normalmente in questo terriotrio non si ha. Eppure il bacino di persone che frequenta nei fine settimana le notti del centro storico permetterebbe, ad esempio, l'apertura di altre attività di ristorazione. Magari però i permessi sono difficili da ottenere e ci si trova di fronte ad ostruzioni di vario genere e si finisce per desistere...

Una cosa l'adunata di sicuro ce l'insegna. Bisogna tornare per le strade non solo con le automobili (amministrazione dove sono i marciapiedi? i trasporti? le piste ciclabili? i servizi?), per creare quella densità di cui questa città ha bisogno come l'ossigeno. Per farlo ci vogliono politiche adeguate e la voglia di tutti di far risorgere a livello socio economico questo territorio con lo sforzo di andare al di là di pregiudizi ideologici e gli interessi di parte. In fondo è quello che si è fatto per l'adunata degli alpini. Speriamo sia un inizio.

Ultima modifica il Sabato, 16 Maggio 2015 18:19

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