Giovedì, 16 Luglio 2015 13:03

L'Aquila: ecco le tariffe per asili nido, mense e trasporti scolastici, inter e pre-scuola

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Via libera della terza Commissione consiliare, 'Politiche sociali, culturali e formative', all'armonizzazione delle tariffe dei servizi a domanda individuale - pre e inter scuola, asili nido, mensa e trasporto scolastico - con reddito Isee.

Come noto, per i servizi pubblici a domanda individuale i Comuni sono tenuti a richiedere la contribuzione degli utenti e i proventi relativi debbono coprire, nel complesso, almeno il 30% di tutte le spese di gestione; contribuzione individuata sulla base delle capacità economiche dei beneficiari con l'applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente, l'Isee, il metro di misura che consente di valutare la situazione economica delle famiglie.

"I nostri servizi a domanda individuale chiedevano una compartecipazione molto bassa", ha sottolineato in Commissione l'assessora alle Politiche sociali, Emanuela Di Giovambattista. "Ora, è intervenuta una norma che impone ai Comuni di calibrare la compartecipazione sul nuovo Isee e, nel contempo, considerato l'aumento dei costi che l'amministrazione sostiene per garantire i servizi, è venuta la necessità di aumentare le tariffe. Per questo, ci siamo basati sul principio della gradualità della compartecipazione: chi ha di più, paga di più".

In altre parole, sono state aumentate le tariffe per i redditi superiori a determinate soglie: al contrario, non hanno subito variazioni per le fasce al di sotto degli 8mila euro di reddito Isee.

Dunque, per il servizio di pre e inter scuola, la Giunta ha stabilito che la tariffa annua, per i redditi fino a 8mila euro, resterà di 102.26 euro. A crescere, la compartecipazione richiesta per le famiglie con reddito fino a 15 mila euro sarà di 130 euro, fino a 25mila euro di 150 euro, fino a 35mila euro di 170 euro, oltre si pagheranno 200 euro.

Per quel che riguarda gli asili nido, invece, le tariffe oscillano dai 46.48 euro al mese per le famiglie con reddito fino a 2.500euro agli 82.63 euro per i redditi fino a 7.500 euro e, ancora, ai 184.76 euro per i redditi fino 15.500euro. Per l'anno pedagogico 2015/2016, l'Amministrazione ha previsto ulteriori fasce: dai 17mila e 500 e fino a 20mila euro di reddito Isee, la tariffa mensile sarà di 284.05 euro, e a salire fino a 25mila euro dichiarati sarà di 300 euro, fino a 30mila di 330 euro e oltre i 30mila si attesterà a 350 euro al mese.

Infine, sono state armonizzate anche le tariffe per il servizio di mensa e trasporto scolastico: il blocchetto da 25 buoni pasto costerà 15 euro al mese per i redditi fino a 4mila euro; 30 euro fino a 6mila; 52 euro fino a 8mila; 57 euro fino a 15mila; 62 euro fino a 25mila; 67 fino a 35mila; 72 per i redditi superiori a 35mila e per i i non residenti. Saranno esenti dal pagamento del servizio i redditi che non superano i 2mila euro Per il trasporto scolastico, sono previsti 10 euro al mese per i redditi fino a 4mila euro; 15 euro fino a 6mila; 20 fino a 8mila; 25 oltre i 15mila euro; 30 euro fino a 25mila; 35 euro fino a 35mila; 40 per i redditi superiori. Esenti le famiglie con reddito Isee non superiore a 2mila euro.

"Si tratta di tariffe che si mantengono comunque al di sotto degli standard di altre città paragonabili alla nostra", ha voluto sottolineare l'assessora Di Giovambattista.

Critiche alcune mamme presenti in Commissione e audite dai consiglieri - commissari. Considerato che il nuovo Isee tiene conto anche del patrimonio, le mamme hanno chiesto potesse essere rivisto il calcolo degli indicatori: "Molte famiglie, oltre la prima casa, posseggono altre proprietà che, essendo inagibili, non producono reddito pur essendo conteggiate nell'Isee. Vorremmo, dunque, venisse rivisto il calcolo degli indicatori, non tenendo conto del patrimonio inagibile che non produce reddito". Una richiesta pure legittima, se non fosse che il metodo di calcolo dell'indicatore della situazione economica equivalente non è stabilito dal Comune dell'Aquila. Servirebbe un intervento normativo del Governo.

Le mamme hanno inteso sollevare altre questioni: innanzitutto, il prezzo concorrenziale degli asili nido privati che pure offrono un servizio soddisfacente, in alcuni casi le tariffe sono più basse che nelle strutture pubbliche, che rischia di trasformare gli asili comunali "in un vero e proprio ghetto"; poi, le criticità che scaturiscono dal calcolo della compartecipazione secondo il reddito Isee che fa riferimento all'annualità precedente e, dunque, non tiene conto delle difficoltà contingenti di chi ha perso il posto di lavoro.

Di Giovambattista, su questo punto, ha tenuto a tranquillizzare le mamme: "Si può richiedere l'Isee aggiornato e consegnarlo in Comune per ridefinire la posizione dei nuclei che vivano particolari difficoltà". L'assessora ha anche risposto al paventato rischio che le strutture pubbliche si trasformino in ghetti per i figli di famiglie con redditi molto bassi, snobbati dai nuclei familiari che preferiscono - a parità di prezzo - le strutture private: "Rischi non ce ne sono. Infatti, l'Amministrazione ha provveduto, già dall'anno pedagogico 2012-2013, ad accreditare i nidi comunali agli standard imposti da Regione Abruzzo che comportano un miglioramento della qualità del servizio, sia in termini di strutture che in termini pedagogici".

In altre parole, gli asili nido pubblici forniscono - ad un prezzo concorrenziale con i privati - un servizio di alta qualità. Ultimo appunto delle mamme: avrebbero voluto veder spalmati gli aumenti su tutte le fasce di reddito, e non la concentrazione degli aumenti per le fasce più ricche: "Moltissime famiglie che hanno la fortuna di avere entrambi i genitori impiegati, con una casa di proprietà, senza particolari ricchezze, e con due figli a carico, uno al nido e l'altro alla materna, si ritrovano nelle fasce alte di reddito e costrette, dunque, a pagare 470 euro al mese per mandare i bimbi a scuola. Un aumento di 5 euro al mese per tutte le fasce, invece, avrebbe significato un aumento di soli 5 euro per le famiglie meno abbienti e di circa 40 euro per le fasce di reddito più alte, invece dei 70 euro in più imposti dalle scelte dell'amministrazione".

Si è scelto, invece, di perseguire il principio della gradualità. E nonostante le difficoltà che si vivono a L'Aquila, rispetto ad altre città non terremotate, le tariffe sembrano più che accettabili, a dire il vero. Anche perché, il reddito Isee - con un calcolo approssimativo, eppure piuttosto preciso - corrisponde a circa 1/3 dell'effettivo patrimonio delle famiglie.

Ci permettiamo un paio di simulazioni.

Un nucleo familiare con un Isee di 20mila euro ha un effettivo patrimonio di 60mila euro l'anno. Quanto pagherebbe per i servizi a domanda individuale? 284euro al mese per l'asilo nido, 62euro per un carnet di 25 buoni per il pasto in mensa, 30euro al mese per il trasporto e 150euro l'anno per il servizio di pre e inter scuola. Poco più di 4mila euro l'anno per un bimbo iscritto al nido, che mangia più o meno tutti i giorni a scuola, e che usufruisce del trasporto e del servizio di pre e inter scuola.

Altra simulazione, una famiglia con reddito Isee di 40mila euro, pari ad un effettivo patrimonio di 120mila euro. Quanto pagherebbe per i servizi a domanda individuale? 350euro al mese per l'asilo nido, 72euro per un carnet di 25 buoni per il pasto in mensa, 40 euro al mese per il trasporto, 200 euro l'anno per il servizio di pre e inter scuola. Poco più di 5mila euro l'anno.

Ultima modifica il Giovedì, 16 Luglio 2015 13:34

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