Giovedì, 26 Maggio 2016 00:26

Albano: "Coalizione ulivista valore da difendere, a giugno iniziativa politica per rilanciare il patto di centrosinistra"

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"Ci tengo a ribadirlo: quanto messo in campo come Pd aquilano, lo rivendichiamo con forza. Giusto un anno fa, abbiamo lanciato Progetto L'Aquila per chiarire che la coalizione ulivista, per noi, è un valore fondante e da difendere".

A dirlo è Stefano Albano, segretario cittadino del Pd e, da qualche giorno, nella segreteria nazionale dei Giovani Democratici. Parole importanti, nel pieno della crisi che vive il centrosinistra dopo l'astensione di Sinistra Italiana e Rifondazione comunista al momento del voto sul bilancio di previsione. Oggi pomeriggio, è previsto un vertice di maggioranza, convocato proprio dal Pd, che dovrà chiarire il futuro della coalizione che, fino ad ora, ha sostenuto il sindaco Massimo Cialente. "Intendiamo investire su un progetto largo di coalizione - ribadisce Albano - consci di un quadro nazionale che, evidentemente, non aiuta il progetto ulivista. A livello nazionale, il centrosinistra non esiste più: Sinistra Italiana e Rifondazione stanno all'opposizione del governo Renzi. Tuttavia, restiamo convinti del fatto che qui a L'Aquila possa esserci un distinguo, un'anomalia positiva, sana, che è necessario portare avanti".

Molto dipenderà dalle scelte che intende assumere il sindaco Massimo Cialente: stando ai rumors che si rincorrono tra i corridoi di Palazzo Fibbioni, il primo cittadino sarebbe intenzionato a ritirare le deleghe agli assessori Fabio Pelini e Betty Leone, espressione dei partiti di sinistra in seno alla Giunta. E' chiaro che una scelta del genere renderebbe difficile, se non impossibile, immaginare il prosieguo di un percorso politico che guardi alle elezioni amministrative del 2017. "Molto attiene alle scelte del sindaco - riconosce Albano - che ha un vincolo di fiducia con i suoi assessori. C'è anche un vincolo di maggioranza, certo, ma è giusto riconoscere a Cialente la possibilità di fare le sue valutazioni. Detto questo, è chiaro che ci auguriamo la vicenda possa concludersi positivamente, anche perché parliamo di assessori in gamba e credo sarebbe utile restassero in Giunta".

Sta di fatto che Albano non ha ancora capito la scelta assunta da Giustino Masciocco e Enrico Perilli: "Non la comprendo, perché la situazione che vive L'Aquila è complicatissima e bisogna sempre provare a mettere la città al primo posto, anche innanzi a calcoli politici che potrebbero portare in altre direzioni. Il Pd ha sempre messo la città al primo posto: chiarito che non ho dubbi valga lo stesso per Sinistra Italiana e Rifondazione, davvero non capisco il senso dell'astensione sul voto al bilancio. Hanno chiesto garanzie, assicurazioni che non vi fosse una deriva centrista, da Partito della Nazione per intendersi: ecco, colgo l'occasione per ribadirlo, la coalizione ulivista è la scelta chiara che abbiamo voluto fare, e questa è la strada per il futuro". Seppure il quadro nazionale, come detto, racconti altro, di un centrosinistra spazzato via da Renzi e dall'idea di partito che sta incarnando.

E poi, c'è il referendum costituzionale di ottobre, che vedrà il Pd in una piazza, quella del 'sì', e le forze di sinistra in un'altra, a sostenere le ragioni del 'no'. "Se siamo convinti della scelta che abbiamo fatto in questi anni - ribadisce il segretario dei democrat - se l'intenzione è lavorare ad una coalizione ancora più larga, che non si fermi al solco tracciato in questi anni ma che abbia, anzi, la forza di rilanciare, di attrarre pezzi di sinistra che hanno ritenuto fino ad ora di fare altri percorsi, di dialogare con le esperienze civiche, le migliori che la città ha saputo esprimere, se questo, insomma, è l'approdo comune, è necessario rilanciare un patto di centrosinistra che sia capace di restare impermeabile al quadro politico nazionale".

Dunque, la proposta: "Alla riunione con i segretari e i capigruppo delle forze politiche che compongono la coalizione, proporremo una grande iniziativa del centrosinistra, per il mese di giugno, così da firmare un manifesto comune dei valori e rilanciare un patto di coalizione".

Resta il nodo politico, tuttavia. E il messaggio che Sinistra Italiana e Rifondazione comunista hanno inteso lanciare, al culmine di una vicenda strana, senza dubbio, di un tiro alla fune con il Governo per ottenere i fondi a ristoro delle maggiori spese e delle minori entrate che, agli occhi di molti osservatori, è parso un atto di sfiducia dell'esecutivo Renzi nei confronti della classe dirigente e dell'amministrazione comunale, orchestrato, così si teme, da Luciano D'Alfonso. "La vicenda del bilancio è piuttosto complessa: ci sono stati errori, certo, e nei tempi soprattutto. Non possiamo pensare di offenderci se il Governo chiede un'altra ricognizione sulle risorse da erogare al Comune, andava però chiesta in tempi congrui, e così non è stato. Inutile ragionare del perché, noi ci siamo mobilitati a tutti i livelli. Mi domando: se D'Alfonso non si fosse mosso, in seno al Governo, oggi non staremmo forse a discutere del disinteresse del Presidente della Regione rispetto alla vicenda aquilana?".

Eccolo, il punto. Per molti, la maggioranza è stata tenuta per la gola fino all'ultimo momento utile, salvata poi dall'intervento salvifico di D'Alfonso che, così, ha inteso inviare un messaggio piuttosto chiaro, per il futuro. Lo hanno denunciato proprio Masciocco e Perilli, qualche giorno fa, e la 'lettura' è condivisa dai consiglieri del gruppo 'Noi con Salvini'. "Il problema delle maggiori spese e delle minori entrate l'abbiamo avuto anche negli anni passati; anzi, quest'anno abbiamo approvato il bilancio molto prima", ha ricordato Albano. "Ecco perché credo che la vicenda sia stata strumentalizzata dai salviniani per interessi elettorali". Verrebbe da pensare valga lo stesso per la sinistra, allora. "Penso che la sinistra abbia delle preoccupazioni sui possibili scenari futuri. Li invito, però, a guardare ai mesi passati: abbiamo dimostrato di essere autonomi nelle scelte, qui a L'Aquila. L'abbiamo detto chiaramente: vogliamo rinnovare il patto di centrosinistra, presentarci alle elezioni con una coalizione ampia, e la scelta del sindaco passerà dalle primarie".

Detto della crisi di coalizione, Albano non si è sottratto ad una analisi dei sottili equibri interni al Partito Democratico aquilano, attraversato dal tema - indigesto, per alcuni - del rinnovamento. "Un tema strano, particolare, perché si tende a banalizzarlo: a volte, infatti, si declina semplicemente come la necessità di togliere una persona di sessant'anni per metterne una di quaranta. Ecco, se il rinnovamento si limita a questo, non ci interessa. Personalmente, non ho mai pensato di sostenere una candidatura in base alla carta d'identità. Il rinnovamento è un'altra cosa". Albano torna con la memoria al post terremoto: "Avevo vent'anni ed ero segretario dei Giovani Democratici: ricordo che il partito scomparve. C'era un tessuto molto forte e radicato, costituito dai tanti che erano stati nei Ds, una comunità di persone che credevano nel progetto; a seguito del terremoto, però, i nostri vertici istituzionali si ritrovarono in prima linea senza il supporto di un gruppo dirigente capace di strutturare il partito. Oggi, rivendico che è stata la segreteria che ho l'onore di rappresentare a ricostruire il partito in quanto tale, a ridare senso ad una comunità politica. L'ha ricostruita un gruppo dirigente eletto proprio con quel mandato".

Come dire: se oggi il Pd, in città, è un partito radicato e strutturato, è merito della 'giovane' segreteria che ha lavorato in questi anni. E che, evidentemente, intende rivendicare un ruolo più incisivo, per il futuro. "Il rinnovamento è un'esigenza in campo, lo chiede l'elettorato. Quanto successo con Renzi lo dimostra: non sono mai stato un renziano, ai congressi stavo dall'altra parte, ma riconosco che il premier ha saputo generare uno sblocco nel compassato quadro politico. E pure a livello locale, l'elezione di Pierpaolo Pietrucci in Consiglio regionale ha parlato chiaramente: all'esigenza di rinnovamento, un partito serio deve guardare con attenzione. Detto questo, non credo che il rinnovamento si declini nella scelta del candidato sindaco: vogliamo un candidato che sia bravo, prima di tutto, che possa rappresentare la città e che sia in grado di continuare nel solco dei risultati raggiunti in questi anni. Che abbia vent'anni o sessanta, non fa differenza. Il rinnovamento, piuttosto, si fa promuovendo un'intera classe dirigente. Mi aspetto liste rinnovate, per le prossime elezioni? Certamente, si. Mi aspetto la conferma di personalità politiche importanti, che hanno dato tanto alla città, in questi anni? Certamente, si".

Ultima modifica il Giovedì, 26 Maggio 2016 22:15

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