Mercoledì, 18 Settembre 2013 13:13

Mario Fratti: "Io amico dei partigiani ma troppo codardo per unirmi a loro"

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Ieri sera, presso l'auditorium Sericchi, nel complesso “Strinella 88”, è stato presentato il libro Diario proibito – L'Aquila anni Quaranta scritto da Mario Fratti, commediografo e drammaturgo di fama mondiale.

Fratti, nato all'Aquila nel 1927, risiede dagli anni Sessanta negli USA, a New York. Da allora è diventato uno degli autori teatrali più amati di Broadway. Le sue oltre 90 opere, tradotte in 20 lingue, sono state rappresentate in 600 teatri di tutto il mondo. Dall'America all'Europa, dalla Russia al Giappone, dal Brasile alla Cina, dal Canada all'Australia.

Diario proibito è un libro scritto da Fratti in gioventù, fra il 1948 ed il 1950, quando era studente all'Università Ca' Foscari di Venezia. L'opera è stata fortunosamente ritrovata dall'autore in una vecchia valigia, le pagine sbiadite e difficilmente leggibili. Una vera scoperta editoriale, che il drammaturgo ha scelto di pubblicare così com'era, senza apportarvi modifiche.

Il libro è ambientato all'Aquila negli anni della Seconda Guerra Mondiale e racconta la storia di un ragazzo (alter ego dell'autore) che, pur odiando Mussolini e appoggiando idealmente l'antifascismo, non ha il coraggio di unirsi alle bande dei suoi amici partigiani.

Il protagonista di questo libro” racconta Fratti a NewsTownè un codardo che ama l'antifascismo e i partigiani ma non ha il coraggio di unirsi a loro. Quel codardo sono io!"

"Quando scrissi il libro ero già andato via dall'Aquila. Ero uno studente, mi trovavo a Venezia e scrissi tutto di getto credo intorno al 1948-1949”.

In quegli anni” rivela Fratti “si pensava che avesse vinto l'antifascismo. Ma ci accorgemmo subito che non era vero niente. I fascisti, semplicemente, divennero democristiani, anche grazie all'amnistia voluta da Togliatti, che fu un errore”

“Nella mia lunga attività di scrittore mi sono interessato moltissimo ai crimini commessi dai fascisti ai danni dei partigiani. Ho scritto un'opera sui fratelli Cervi e il mio primo lavoro teatrale, “Il nastro”, del 1959, narrava il rifiuto di confessare sotto tortura di alcuni partigiani poi fucilati dai fascisti. Quell'opera vinse il premio RAI ma non fu mai trasmessa perché giudicata in qualche modo sovversiva. Ero anche molto amico di Giorgio Scimia, uno dei Nove Martiri aquilani

Il romanzo, pubblicato da Graus Editore, ha vinto il "Premio Capri Poesia" 2013. Alla presentazione  hanno partecipato, oltre all'autore, anche Massimo Cialente (sindaco dell'Aquila), Walter Cavalieri (storico), Annamaria Barbato Ricci (opinionista), Pietro Graus (editore), Walter Capezzali (presidente Deputazione Abruzzese Storia Patria) e Goffredo Palmerini.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Settembre 2013 09:33

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