Domenica, 13 Novembre 2016 22:21

Elezioni 2017, Tempesta: "Centrodestra si dia una svegliata, la città ne ha bisogno"

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"Organizzeremo iniziative importanti per far comprendere alla gente che la riforma costituzionale, così come è stata proposta, determinerebbe un restringimento della democrazia, un accentramento dei poteri che non possiamo permettere".

A parlare ai nostri microfoni è Biagio Tempesta, 74 anni, sindaco dell'Aquila per due legislature, dal 1998 al 2007,  e - da qualche giorno - presidente del comitato aquilano di Forza Italia per il No al referendum.

Tempesta è convinto che la riforma, così come approvata dal Parlamento, costituisca un pericolo per la vita democratica del Paese. E respinge sdegnato ogni riferimento al Patto del Nazareno e alle riforme tentate da Silvio Berlusconi, quando era al Governo, che per molti versi somigliano al provvedimento approntato dal Governo Renzi. "Ogni volta che si cerca una via di uscita, la si trova in Berlusconi e nel berlusconismo: in Italia, è sempre colpa di Berlusconi. La realtà è differente: la gente deve sedersi, analizzare uno per uno gli articoli della riforma, confrontarli con la Costituzione vigente e valutarli. Che poi, significherà pure qualcosa se tutti i partiti sono contro la riforma, se è osteggiata persino da esponenti del Partito Democratico che l'ha proposta".

E' chiaro che il risultato referendario del 4 dicembre prossimo, vinca il Si oppure il No, avrà - anche e soprattutto - "una valenza di carattere sostanzialmente politico", sottolinea l'ex sindaco dell'Aquila, in particolare per il Presidente del Consiglio, "non eletto dal Parlamento, piuttosto imposto e che, come tale, procede oramai a colpi di fiducia". Ed è chiaro, altresì, che - comunque vada - ci saranno ripercussioni anche al livello politico locale che si prepara alle amministrative della prossima primavera.

"Qui, molte cose non sono state fatte, molte altre scelte sono state sbagliate, pesanti e precise sono le responsabilità. Citerò proprio Matteo Renzi: a Pescara, il premier ha sottolineato come la ricostruzione dell'Aquila sconti 4 anni di ritardo. Ecco, preferisco usare le sue parole e non le mie, che potrei dire cose davvero cattive avverso l'amministrazione. Diciamo che abbiamo perso almeno 4 anni".

Presa di posizione che ha il sapore di un antipasto di campagna elettorale: d'altra parte, Biagio Tempesta non si nasconde, non ha paura di esporsi. "Sono un giovane vecchio - ironizza - e ci sono tanti vecchi giovani". Poi, si concede una divagazione di carattere personale: "Sono e resto un militante di partito, non mi vergogno di andare a mettere i manifesti seppure potrei permettermi di non farlo. Compreso questo, capirà come sono fatto. Vedere la città morente, da ogni punto di vista, vedere come sono andate le cose, con la consapevolezza che potevano andare diversamente, che si poteva disegnare una nuova città, meravigliosa, cuore di un'area metropolitana che avrebbe potuto rendere protagonisti anche gli altri Comuni del territorio, mi fa davvero incazzare, se mi concede il termine".

Valutazioni personali che "restano mie: non è che sono candidato, ne discuteremo nei prossimi mesi", taglia corto. Sta di fatto che il centrodestra deve darsi una svegliata - l'affondo - "è una necessità della città: qui la gente è tendenziamente di centrodestra, nonostante tutto, e ha bisogno di riferimenti chiari. La sento come un'urgenza: dunque, se posso portare qualche contributo come militante, intellettuale o manuale, lo faccio volentieri".

Di una sua eventuale candidatura, che l'ex sindaco dell'Aquila non esclude affatto, si discuterà insomma. Seppure Tempesta resti scettico sulle scelte del coordinamento cittadino di Forza Italia, deciso a 'testare' il gradimento di alcuni possibili candidati - e chissà se tra i nomi ci sarà anche quello dell'ex primo cittadino - con un sondaggio telefonico. "Ognuno può fare quello che crede: primarie o consultazioni telefoniche, nulla è ostativo", chiarisce. "Un bravo allenatore di calcio, però, valuta le risposte dei calciatori durante la settimana e sceglie poi chi può farlo vincere". A dire che "si possono organizzare le primarie, o le consultazioni telefoniche seppure non sia ancora chiaro come, ma bisognerebbe piuttosto tenere a mente chi può vincere le secondarie", come le definisce Biagio Tempesta, "le elezioni vere e proprie" insomma. "Stiamo attenti a non pensare alla procedura dimenticando il merito: la procedura, o meglio questo tipo di procedure, spettano alla sinistra, il merito invece spetta alla destra. E' sempre stato così e così dovrebbe essere anche in futuro", l'invito a Forza Italia e alle altre forze di centrodestra.

Ma qual è la proposta di Tempesta, come andrebbe scelto il candidato che può vincere le elezioni? "Se si riunisse un comitato di saggi, per valutare chi è la persona che potenzialmente potrebbe rappresentare un'alternativa credibile anche e soprattutto per ricostruire un equilibrio della nostra comunità, per come la vedo io, sarebbe la migliore tra le soluzioni".

Dunque, un ultimo avvertimento alle forze politiche d'area: "Se si programma la campagna elettorale per entrare in Consiglio comunale, si può pensarla e farla in ogni modo; se si programma la campagna elettorale per eleggere il sindaco, invece, la questione è differente, e molto più impegnativa. Per eleggere il sindaco bisogna raggiungere il 51% dei voti non il 5% o il 10% che consente di sedere in Consiglio. Si sa chi può vincere, non è un mistero e non si deve certo organizzare un concorso per capire chi può essere il candidato giusto".

Più chiaro di così.

Ultima modifica il Lunedì, 14 Novembre 2016 21:53

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