"Non credo ci sia la possibilità che non si celebrino le primarie, significherebbe la non esistenza del Partito Democratico".
Parole chiarissime, quelle di Americo Di Benedetto. Il presidente della Gran Sasso Acqua, già sindaco del Comune di Acciano per due mandati, ribadisce ai microfoni di Mente Locale su Radio L'Aquila 1 la richiesta di primarie vere: "Ci sono dei principi, si aderisce ad un percorso politico anche in funzione delle norme che lo regolano: per dirla in breve, abbiamo organizzato primarie anche per aprire le porte della sezione, come potremmo non celebrarle ora che sono necessarie, indispensabili, e previste - tra l'altro - per statuto anche non fossimo in coalizione? Mi destabilizzerebbe un poco".
Una presa di posizione decisa, e sostenuta da altri esponenti del Partito, che ha portato la segreteria dei democratici, in un primo momento intenzionata a celebrarle, le primarie, ma soltanto se di coalizione e con un solo candidato democrat, ad un passo indietro. "E' la decisione più adeguata al contesto che stiamo vivendo; fare le primarie con un solo candidato del Partito Democratico sarebbe come non farle", sottolinea Di Benedetto. "Al contrario, avere più candidati significherebbe aprire 'realmente' anche alle forze di coalizione, farle concorrere, senza timore che possa accadere qualcosa di non riconducibile alle volontà del partito; d'altra parte, se si è davvero alla ricerca della condivisione di un percorso politico, non passa certo dall'appartenenza partitica del candidato che dovrà fare sintesi".
Di Benedetto è iscritto al Partito Democratico, ne è esponente di rilievo, ma è evidente che la segreteria del partito abbia oramai deciso di puntare sulla candidatura di Pierpaolo Pietrucci o, in alternativa, di Giovanni Lolli; così, si spiega il riferimento - seppur velato - "ai timori che possa accadere qualcosa di non riconducibile alle volontà del partito". Con i toni moderati che da sempre lo contraddistinguono, il presidente della GSA ha lanciato la sua sfida, convinto di poter concorrere, e vincere, le primarie.
E non ha paura che - con più candidati del Pd 'in campo' - ci possano essere spaccature sanguinose: "C'è chi interpreta il percorso delle primarie come lancinante; avendolo già percorso diverse volte, resto convinto - invece - che possano rappresentare un momento di crescita comune. Certo, dipende dal carattere delle persone che si mettono in gioco: se c'è un vero sentimento democratico, se c'è reale volontà di confronto, non si può che procedere su questa strada, come da Statuto".
Lui, 'renziano' della prima ora, parla oggi di equilibrio, di complementarità. "Non è una questione anagrafica: il vero cambiamento di passo sta nel coltivare metodi innovativi e procedure relazionali più adatte al momento che stiamo vivendo. Ci sono dei percorsi fatti, delle responsabilità assunte e dei risultati acquisiti negli anni: ecco, credo che il primo passo per proporsi sia un bilancio delle attività che, ognuno di noi, ai vari livelli, ha avuto la possibilità di porre in essere; in altre parole, la prima partenza è il risultato e non la prospettiva, la possibilità cioé di dimostrarsi compatibile con ciò che ci si accinge a fare in funzione delle esperienze acquisite".
Una 'carezza' alla classe dirigente che ha governato la città in questi anni, e che teme oggi di restare 'isolata' dalla volontà di rinnovamento della segreteria del Partito Democratico. Poi, un colpo di 'fioretto': "C'è l'esigenza di una complementarità: non si rilancia un'azione di prospettiva per il governo della città senza l'esperienza maturata, senza le cose buone fatte fino ad ora, senza alcune esperienze di riferimento che abbiamo avuto la capacità, la fortuna e anche l'impegno di assicurare alla città, al di là di chi vincerà le elezioni: penso al ruolo che abbiamo conquistato in Parlamento, con la senatrice Stefania Pezzopane, al vice presidente della Giunta regionale, al Consigliere regionale; ruoli importantissmi, fondamentali, a servizio della città".
Come a dire: Pezzopane, Lolli e Pietrucci mantengano le 'postazioni' acquisite. "Personalmente - l'affondo di Di Benedetto - ho lavorato affinché le ottenessero: decidessero, invece, di fare un passo indietro per perseguire altri obiettivi, dovrebbero rimisurarsi con l'elettorato".
Più chiaro di così.
In conclusione, il presidente della Gran Sasso Acqua immagina gli anni che verranno e che, se dovranno segnare una discontinuità col passato, dovranno farlo nell'attività amministrativa ordinaria: "E' mancato ciò che non si è potuto fare: sono stati anni drammatici che non si possono piegare a strumentalizzazioni politiche; è stato necessario far delle cose che sono fuori dalla portata di un governo cittadino, ed è mancata, per questo, l'attività ordinaria. Su questo si dovrà lavorare: l'impianto generale c'è, claudicante o meno che sia, esiste; è stata superata l'emergenza primaria, c'è stato un rilancio della ricostruzione fisica. Oggi, bisogna guardare alla compatibilità della ricostruzione con tutto ciò che c'è intorno e che potrà esserci, a partire dal centro storico. E si deve lavorare, altresì, a politiche economiche vere per il rilancio del territorio, in una situazione contingente di grande difficoltà".