Mercoledì, 26 Aprile 2017 18:46

Cgil, Cisl e Uil: decalogo per il rilancio economico e sociale d'Abruzzo

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Un decalogo di richieste a Regione Abruzzo, approvato dalle segreterie di Cgil, Cisl e Uil, che tengono insieme "le questioni che si sono determinate con le ultime emergenze e la ripresa dello sviluppo economico e sociale". Unitariamente, i sindacati "sosterranno la piattaforma sui vari temi, con iniziative specifiche di mobilitazione: la prima, sabato 29 aprile alle 9:30, a Pescara, davanti l'Assessorato regionale alla Sanità sul sistema sanitario e l'assistenza sociale".

Ne parliamo con Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil; "si tratta di un'azione complessiva - spiega a NewsTown - che attiene alle politiche industriali, alle politiche sociali, ai trasporti, alla sanità, ai processi di ricostruzione delle aree terremotate ma, soprattutto, alla questione delle aree interne. C'è un problema di riequilibrio territoriale", denuncia il segretario provinciale. Si pensi all'export: "nel 2001, la provincia dell'Aquila rappresentava il 20.5% su base regionale, Chieti il 55%, Pescara il 6%, Teramo il 17%; quindici anni dopo, siamo al 6%, con Chieti oltre il 72%. E' chiato che l'Abruzzo è una regione a due velocità".

Trasatti rivendica che sul documento unitario dei sindacati si sia riusciti finalmente a cristallizzare "la spinta temibile allo spopolamento delle aree interne a causa della vulnerabilità strutturale di queste zone (carenza di infrastrutture, servizi di qualità e diffuso dissesto idrogeologico)", che costituisce "un serio problema per la prospettiva di uno sviluppo equilibrato del territorio". Non era affatto scontato.

Dunque, i sindacati chiedono a Regione Abruzzo "una rimodulazione della programmazione degli interventi per lo sviluppo; abbiamo individuato dieci priorità - chiarisce il segretario - non esaustive dei problemi da affrontare e degli obiettivi da perseguire, ma la cui valenza è tale da poter determinare una svolta positiva. La prima, riguarda la gestione dell'emergenza e i progetti di sviluppo territoriale, aprendo un confronto tra le parti sociali, le istituzioni locali, la Giunta regionale e il Governo, per allargare l'area del cratere inserendo i Comuni ancora esclusi, creare zone economiche speciali, definire un programma straordinario di messa in sicurezza, costruire le condizioni per un impegno finanziario pluriennale su Casa Italia da sperimentare qui, nelle aree interne d'Abruzzo, e ancora per comporre un piano specifico sulle infrastrutture e strutturare territorialmente i servizi di welfare; penso al sistema formativo e scolastico, all'assistenza socio sanitaria, a politiche attive per il lavoro, a iniziative di contrasto al calo degli iscritti alle università di L'Aquila e Teramo".

Per realizzare tali obiettivi, è necessario riorganizzare la struttura operativa della Regione - i sindacati ne sono convinti - e concordare con il Ministro della Coesione risorse aggiuntive per la programmazione delle politiche di sviluppo. "E' il secondo punto del decalogo: va garantito un flusso di risorse per il completamento della dotazione 2014-2020 che, per quanto attiene ai fondi europei, ha registrato un taglio di 321.7 milioni".

Non solo. "Dobbiamo rivedere gli strumenti utilizzati, a partire dal Masterplan che prevede, per lo più, interventi infrastrutturali, alcuni utili altri discutibili; gli altri patti regionali, hanno una percentuale media d'interventi per lo sviluppo pari al 21%: in Abruzzo, siamo fermi al 5.9%".

Il tema delle poliche attive e passive del lavoro ha un ruolo centrale nel decalogo sottoscritto dai sindacati: "Andranno verificati gli effetti degli strumenti già posti in essere - sottolinea Trasatti - ma vanno concordate anche nuove e ulteriori misure di constrasto che prevedano la compresenza di strumenti passivi e attivi di assistenza, promozione dell'occupazione, tutela, formazione, riqualificazione". In particolare, va attivato un confronto col Governo per ottenere provvedimenti speciali per l'Abruzzo che garantiscano l'implementazione e l'estensione degli ammortizzatori sociali in deroga, ed è urgente "prevedere interventi tesi ad invertire la tendenza della oramai insostenibile riduzione delle risorse legate al trasporto pubblico. Ricordo soltanto che il taglio sul fondo dei trasporti ha comportato la sforbiciata di 1milione e 400mila km, 700mila in provincia dell'Aquila: significa il taglio dei servizi nei piccoli paesi".

C'è poi il capitolo della fiscalità regionale: Cgil, Cisl e Uil chiedono l'eliminazione della fiscalità di svantaggio, definendo tappe che, tenendo conto dei vincoli derivanti dagli impegni di abbattimento del debito regionale, onorino quanto concordato nel patto per lo sviluppo dell'Abruzzo, introducendo gli scaglioni di reddito in alternativa all'aliquota secca dell'addizionale regionale Irpef. "L'eliminazione della fiscalità di svantaggio - ribadisce Trasatti - dovrà attuarsi garantendo comunque la tenuta del welfare regionale e dei servizi pubblici, livelli qualitativi elevati del sistema sanitario ed i necessari investimenti tesi al completamento del processo di riorganizzazione della sanità abruzzese".

E tornando alle aree interne, è necessario un piano dettagliato di investimenti per il potenziamento della sanità del territorio, articolato per Asl, e con particolare riferimento alle zone montane "così da determinare un necessario riequilibrio territoriale". Andrà realizzata, inoltre, "la completa integrazione socio-sanitaria, e dovranno essere garantite risorse adeguate ed interventi per i piani sociali di zona, per la legge regionale sull'invecchiamento attivo, per le cure a domicilio, per la disabilità e l'infanzia, per il diritto allo studio". Sabato a Pescara, "inizieremo proprio dalla salute come diritto di tutti: Governo e Regioni hanno deciso di tagliare ancora le risorse al Fondo sanitario nazionale e al Fondo per le politiche sociali e della non autosufficienza con effetti drammatici in una Regione come la nostra, con più di 15mila famiglie scese al di sotto della soglia di povertà e con l'aumento del numero di coloro che rinunciano alle cure sanitarie. Si aggiunga che il sistema sanitario e dell'assistenza sociale è assente nei territori, e si comprende il dramma che stiamo vivendo. Tra l'altro, viviamo una condizione particolare - aggiunge Trasatti - considerato che il decreto Lorenzin prevede un ulteriore taglio sul costo del personale, e temiamo un taglio di 120 persone all'Azienda sanitaria locale". Riequilibrio, invece, "significa investire di più per abitante perché è più complicato garantire servizi".

Insomma, per la prima volta - ribadisce il segretario provinciale Cgil - con questa piattaforma programmatica "si parla di politiche per le aree interne e della necessità di un riequilibrio dei servizi con investimenti diretti sui territori".

Una piattaforma che dovrà interessare anche il sindaco che verrà: "Fino ad ora, credo si sia discusso troppo dei candidati e poco dei programmi; è necessario un confronto di merito: dentro i processi che si mettono in campo nel rapporto col Governo sulle questioni che attengono alla ricostruzione, dobbiamo inserire un piano straordinario per il lavoro. Servono procedure chiare, risorse definite, tempi certi e investimenti pubblici che, purtroppo, sono crollati con gli anni, col risultato che si riconoscono vantaggi alle imprese che, però, non creano occupazione: rilanciando gli investimenti pubblici, invece, si muovono anche gli investimenti privati. Con i candidati, andrebbe affrontato un dibattito di merito, su questi argomenti".

Ultima modifica il Giovedì, 27 Aprile 2017 14:22

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