Martedì, 29 Gennaio 2019 22:22

Regionali, le interviste. Pietrucci (PD): "Ecco le sfide che voglio vincere nei prossimi 5 anni"

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“Sono stati anni difficili; era la prima volta che L’Aquila aveva un solo consigliere regionale di diretta espressione del territorio, con una caterva di problemi da affrontare, acuiti dalla gestione della fase post emergenziale del terremoto 2009 e, a seguire, dal sisma di Amatrice fino agli eventi che hanno coinvolto Campotosto e l’alta Valle dell’Aterno, la mia terra d’origine. Un territorio complesso, il nostro, una provincia che rappresenta il 47% del territorio regionale suddivisa in diversi crateri che si sovrappongono ad altre province con normative diverse e, a volte, confliggenti. Ebbene, penso di averlo rappresentato con grande dignità”.

Così il consigliere regionale uscente Pierpaolo Pietrucci, candidato alle elezioni del 10 febbraio prossimo nella lista provinciale del Partito Democratico.

Pietrucci, che cinque anni fa era stato eletto con oltre 7mila preferenze dopo aver battuto alle primarie Alfredo Moroni, è consapevole che, rispetto ad allora, sono cambiate tante cose: “Eravamo riusciti a mettere in campo una grande rete; stavolta, un pezzo di quella rete non c’è più: c’è stata una scissione dolorosissima con i compagni e le compagne che hanno deciso di lasciare il Pd per confluire in Articolo 1; altri hanno fatto scelte di convenienza per candidarsi alle elezioni regionali. Tuttavia, stavolta c’è un grande voto di opinione, di persone che a livello nazionale voterebbero Cinque Stelle o altri partiti e che riconoscono il grande lavoro fatto in questi anni che mi ha portato anche a scontri fisici con il governatore Luciano D’Alfonso per vedute diametralmente opposte sulle prospettive di sviluppo di quelle aree che molti continuano a chiamare interne e che io, invece, da tempo, preferisco definire di prossimità”.

Pietrucci chiarisce il concetto: “siamo aree interne rispetto alla costa, ma aree di prossimità rispetto a Roma. Lo ripeto spesso: non è L’Aquila che ha bisogno dell’Abruzzo ma l’Abruzzo ha bisogno della provincia dell’Aquila e delle relazioni e interconnessioni che riesce ad esprimere col mondo romano e campano”.

In questo senso, una delle 4 proposte programmatiche avanzate da Pietrucci è il collegamento su ferro con Roma: “Si tratta di un collegamento determinante. Ci sono studi progettuali che rendono fattibile il collegamento con Roma in 70 minuti: serve un investimento di 1 miliardo e mezzo di euro per realizzare un tronchetto da Scoppito a Rocca Sinibalda. Dedicherò i prossimi cinque anni a lavorare affinché la classe politica del territorio e della Regione - ne ho già parlato con Giovanni Legnini che mi auguro sarà il futuro presidente della Giunta regionale - remi unita in questa direzione. D’altra parte, abbiamo un tale patrimonio immobiliare che non sapremo come riempire se il territorio non diventerà ancora più prossimo a Roma. Se vinceremo la sfida del ferro e riusciremo a rendere sicure le nostre scuole e gli uffici pubblici, non avremo nulla da invidiare ad altri territori considerate le bellezze naturalistiche e le attrattività turistiche ed esperenziali che possiamo vantare”.

Oltre al collegamento su ferro con Roma, le altre sfide che Pietrucci vuole vincere - “insieme a Patrizia Masciovecchio che sta impreziosendo la campagna elettorale con la sua capacità di relazione e le competenze messe a disposizione del Partito Democratico” - sono l’ottenimento di una fiscalità di vantaggio per i comuni montani, quelli, cioè, che hanno almeno l’80% del territorio comunale oltre i 600 metri d’altitudine, con l’abbattimento del 50% dell’addizionale Irap per i primi tre anni per le aziende già esistenti e con un abbattimento totale, invece, per chi verrà ad investire in questi territori, e la definizione di un vero e proprio piano regolatore dell’impiantistica sportiva. “Sapete che gli impianti recuperati, alcuni davvero all’avanguardia, hanno costi di gestione elevatissimi per le associazioni e le società sportive: c’è bisogno di un piano di razionalizzazione di costi e risorse, attraverso uno studio organico prima sulla provincia dell’Aquila e poi sull’intera Regione. Soltanto così riusciremo a fare sistema per attrarre le grandi competizioni internazionali”.

La quarta ed ultima proposta – “ma ci saranno altre quattro tematiche su cui impegnarci con Patrizia Masciovecchio qualora dovessimo essere eletti e che attengono a sanità e diritti civili, temi di cui nessuno si sta occupando in una campagna elettorale basata esclusivamente su simpatie e antipatie e non su argomenti concreti, reali“ – è invece sulla montagna, intesa come “sistema che possa offrire anche opportunità lavorative: abbiamo tanto da fare su quello che continuo a lavorare l’oro d’Abruzzo, e cioè i percorsi versi, i sentieri, l’impiantistica sportiva e così via. Abbiamo proposte significative che annunceremo nei prossimi giorni”.

Dunque, Pietrucci ha assicurato che, dovesse essere rieletto all’Emiciclo, per lui si tratterà dell’ultimo mandato: “Lascerò spazio ai giovani che devono poter guardare alla politica come qualcosa di ‘scalabile’”; intanto, però, l’obiettivo è di veder realizzate le opere già messe in campo, “e tra le altre la pista ciclabile su cui ho messo 23 milioni di euro e che voglio vedere conclusa, la Film Commission, la legge su L’Aquila capoluogo che adesso verrà attuata, abbiamo dato 800 mila euro come addizionale ai comuni dell’area territoriale, gli impianti di sci di Campo Felice e Ovindoli, le ferrate del Gran Sasso e così via”.

Pietrucci non ha mancato di allargare lo sguardo alla situazione politica nazionale, al vento populista, di destra, che spira sul Paese, e ai possibili effetti che potrebbe avere sulle elezioni regionali: “Sono davvero preoccupato, l’Italia è una democrazia fragile e ha dimostrato, in passato, di abbandonarsi in modo islamico a capi popolo che parlano soltanto delle cose che la gente vuol sentirsi dire. La figura di Giovanni Legnini però, riconosciuto come uomo di Stato, è il giusto contraltare ad un governo di destra pura, che manda messaggi violenti e divide il paese. Legnini ha costruito una coalizione oltre i partiti tradizionali, capace di dialogare col mondo civico, raccogliendo intorno a sé 264 candidati che non sono sondabili ma sono convinto sapranno dare lo slancio giusto all’ex vice presidente del Csm per vincere le elezioni evitando, così, che l’Abruzzo possa divenire una colonia della destra sociale romana”.

Un ultimo cenno alla decisione di candidarsi col simbolo del Pd e non in una lista civica, come pure hanno fatto altri esponenti del suo partito: “Non abbandono la nave, sono una persona coerente e sono orgoglioso della mia comunità politica”, le parole di Pietrucci; “il Pd dell’Aquila ha ancora una sua forte matrice di sinistra, e poi sono convinto di poter aggregare intorno a me persone che voteranno non tanto il partito ma il lavoro svolto in questi anni per il territorio con Giovanni Lolli, Vincenzo Rivera, il partito cittadino, e penso a Stefano Albano, a Stefano Palumbo, ai ragazzi che hanno collaborato con noi, persone serie e competenti. Purtroppo, il Pd soffre le decisioni scellerate dei vertici nazionali: Renzi aveva il 40% e ha distrutto un patrimonio. Sono stati commessi errori madornali, gli stessi errori compiuti dalla destra in passato e che sta compiendo oggi. Sono certo che il Pd risalirà: altri hanno fatto scelte di convenienza, noi abbiamo deciso di restare convinti che nei prossimi mesi, dopo il Congresso, saremo capaci ad aggregare forze nuove tornando a prestare ascolto con umiltà a quei mondi che rappresentavano la nostra storia, l’essenza stessa della sinistra”.

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Febbraio 2019 17:48

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