Lunedì, 15 Aprile 2019 14:06

Bilancio, opere pubbliche, casette in Piazza Duomo: intervista a Raffaele Daniele

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Poco più di un mese fa, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi nominava Raffaele Daniele vice sindaco "riconoscendogli un ruolo di imparzialità e doti di sobrietà, equilibrio, capacità di ascolto e conoscenza della macchina amministrativa comunale". Due giorni dopo, il primo cittadino rassegnava le sue dimissioni, al culmine delle tensioni in seno alla maggioranza, lasciando a Daniele le redini dell'amministrazione per un paio di settimane, giusto il tempo di procedere con un profondo rimpasto di Giunta. 

Raffaele Daniele, però, è rimasto al suo posto, sulla poltrona di vice sindaco con deleghe pesanti: su tutte, commercio, attività produttive, ricostruzione dei beni pubblici e bilancio. E partiamo proprio da qui, dalle politiche economiche, stante le difficoltà dell'amministrazione nell'istruire il bilancio di previsione, visto che il Governo non ha ancora trasferito i 10 milioni per le maggiori spese e le minori entrate derivanti dal terremoto, e la mancata approvazione del consuntivo relativo al 2018. 

"In effetti, il bilancio di previsione andrebbe approvato entro il 31 dicembre e il consuntivo entro il 30 aprile; per le note vicende che hanno interessato il Comune dell'Aquila, però, quest'anno approveremo prima il consuntivo e poi lo strumento di previsione. Considerato che nel bilancio di previsione, essendo prediposto di norma prima del consuntivo, i residui sono di solito presunti, stavolta avremo un quadro reale della situazione: dunque, approveremo uno strumento più veritiero sebbene ci sarà bisogno di qualche giorno ancora d'assestamento tecnico: il provvedimento che verrà portato in Consiglio sarà leggermente diverso da quello che ho in mano adesso; si tratterà d'apportare piccole variazioni, legate al fatto che, appunto, col consuntivo avremo la fotografia reale dei residui".

Piuttosto, il vice sindaco condivide le preoccupazioni di Biondi sul decreto 'sblocca cantieri' d'imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che, pur prevedendo lo stanziamento dei 10 milioni attesi, contrasta con la richiesta di formulazione di una disposizione di portata pluriennale che permetterebbe di evitare, come accaduto quest'anno, corse contro il tempo. "Il sindaco ha ragione. Con le nuove norme, il bilancio dello Stato è triennale; ebbene, il decreto - e questa è una battaglia che dovremmo combattere tutti insieme - dovrebbe prevedere lo stanziamento triennale delle risorse per il riequilibrio di bilancio. Così facendo, la Giunta potrebbe portare all'attenzione del Consiglio comunale il bilancio preventivo entro la fine di dicembre, come previsto dalle norme, avviando una discussione finalmente programmatica, capace d'individuare le priorità per la città e di perseguirle, piuttosto che vivere alla giornata per mesi come sta accadendo quest'anno per colpe che non sono dell'amministrazione comunale".

Oltre le richieste al Governo, Daniele non nasconde che, tra le pagine del bilancio, si annidano "diverse criticità: non posso parlarne adesso, preferisco discuterne in aula per evitare strumentalizzazioni; posso anticipare, però, che c'è la concreta possibilità di una razionalizzazione della spesa, almeno in tre diversi settori. Stimiamo un milione, un milione e mezzo di possibili risparmi, a parità di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, correggendo alcuni sprechi dovuti, anche e soprattutto, al poco dialogo tra i diversi settori. Il mio auspicio è di utilizzare le risorse che si potranno risparmiare per istituire un quoziente familiare, così da fornire un aiuto concreto ai nuclei più in difficoltà".

Dal bilancio alla ricostruzione dei Beni pubblici, il 'buco nero' della ricostruzione nel cratere come è stato ampiamente ribadito nei giorni scorsi, in occasione delle celebrazioni per il decennale. "Sto lavorando alacremente", sottolinea Raffaele Daniele; "in particolare, stiamo sbloccando il progetto complessivo di riqualificazione di viale della Croce rossa, la ricostruzione di Santa Maria dei Raccomandati e della ex scuola di Filetto, oltre a Porta Barete che, come noto, è questione che mi sta particolarmente a cuore. In questi mesi, il sindaco Biondi sta conducendo una battaglia giusta per chiedere la semplificazione delle procedure della ricostruzione pubblica; stante le cose, però, ritengo ci siano dei progetti che, considerato il minor importo economico dei lavori - penso alla scuola di Filetto, appunto - possano trovare una realizzazione più immediata e altri che, inevitabilmente, avranno tempi più lunghi. Si potrebbe pensare di dividere in lotti le opere più complesse così da accellerare i tempi: va tenuto in conto, però, che per la ricostruzione di un'opera pubblica il tempo medio atteso di realizzazione dell'intervento è di 5 anni circa. Dovremo essere particolarmente bravi: sto facendo pressioni sugli uffici affinché si riescano a comprimere un poco i tempi".

A proposito di Porta Barete, "negli anni scorsi ho condotto una lunga battaglia per fare in modo che il progetto si realizzasse: d'altra parte, gli aquilani si sono resi conto di vivere in una città murata soltanto a seguito del terremoto; da allora, le mura civiche sono diventate un segno d'appartenenza profondo per la comunità. In questo senso, la passata amministrazione ha fatto un ottimo lavoro: sono convinto che la riqualificazione delle mura sia l'opera pubblica più importante della passata consiliatura. Restano delle limature: la ricucitura su via XX settembre e su viale Gran Sasso, oltre alla riapertura di Porta Barete. Fino ad oggi, non erano stati istruiti rilievi precisi: per esempio, non sappiamo quanti metri cubi di terra ci siano nel terrapieno di via Roma; approcciandomi alla questione, mi sono reso conto che avviare ora con i rilievi avrebbe dilatato i tempi in modo insopportabile e, per questo, si è deciso di procedere con un concorso di progettazione, stante la nuova normativa che demanda ai privati la presentazione di un progetto immediatamente cantierabile. Questo ci consentirà di risparmiare molto tempo. Insomma, se saremo bravi riusciremo ad aprire il cantiere entro la fine dell'anno".

Il vice sindaco del Comune dell'Aquila non si sottrae alla polemica degli ultimi giorni sui dehors e, in particolare, sulla vicenda delle casette in legno che insistono in Piazza Duomo e che andranno smantellate per consentire l'allestimento del villaggio del Giro d'Italia. "Innanzitutto, voglio chiarire che la competenza non è mia ma del settore opere pubbliche. Sono convinto, però, che vada superata la fase emergenziale, è una questione anche psicologica. Non debbono più esserci strutture provvisorie, si deve andare verso soluzioni definitive. Per venire incontro alle legittime richieste degli artigiani che hanno collocato la loro attività nelle casette in legno, immagino si possa individuare una struttura condivisa in centro storico. Si potrebbe pensare di localizzare le attività nella galleria Irti, così da realizzare una vera e propria galleria artigianale, trovando magari un accordo con i privati attraverso convenzioni con l'Ente, riconoscendo premialità sulle tasse da versare a chi decidesse di affittare a prezzi calmierati spazi per localizzare queste attività. In Piazza Duomo ci sono 8 stand artigianali: affittare un immobile in condivisione rappresenterebbe un esborso economico limitato; inoltre, gli artigiani avrebbero a disposizione spazi più confortevoli dove poter lavorare anche in pieno inverno. Sia chiaro: non lasceremo nessuno indietro; troveremo una soluzione condivisa".

Sui dehors, invece, "ho varato un regolamento avvalendomi di esperti della Soprintendenza, dell'Università e degli Ordini professionali; discuterò a breve il documento con la maggioranza e poi con la popolazione: se sarà condiviso lo porteremo in Giunta. In sostanza, la città è stata suddivisa in zone: ci saranno precise prescrizioni per le attività commerciali in prossimità dei monumenti storici che non potranno realizzare strutture impattanti; altre prescrizioni sono state pensate per le piazze del centro e altre ancora per gli spazi adiacenti ad edifici non di pregio, penso a via Sallustio, dove saranno consentiti piccoli interventi che potranno andare oltre gli ombrelloni con i tavolini; altro discorso per le attività commerciali in periferia, che siano vicine ad edifici di pregio o in zone di nuova costruzione laddove si potranno realizzare anche strutture di un certo impatto una volta acquisito il titolo edilizio così come previsto dalla legge".

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Aprile 2019 15:39

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