Mercoledì, 19 Febbraio 2014 13:25

"Il nipote di Rameau" o l'apologia dell'adulazione. Intervista a Silvio Orlando

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Di Ludovica Raiola - E' Silvio Orlando il protagonista dello spettacolo Il nipote di Rameau, andato in scena ieri sera al Ridotto del Teatro Comunale. Nella pièce l'attore napoletano interpreta il personaggio frutto del genio di Denis Diderot, musicista fallito, vile scroccone e adulatore di corte, che sopravvive facendo il buffone nei salotti della borghesia parigina.

Lo spettacolo è incentrato sul dialogo che si svolge tra lui, Orlando-Rameau, e lo stesso Diderot (interpretato da Amerigo Fontanini) in un caffè di Parigi. Rameau racconta aneddoti di vita ed esprime le sue convinzioni senza tentare di nascondere la sua immoralità.

Sono proprio la moralità e la dignità ad essere al centro di quest'opera, portata nuovamente sulle scene dopo vent'anni di assenza, per la cocente attualità delle riflessioni che propone.

Da un lato c'è Diderot, che tenta di indagare la morale di questo buffone di corte ed è incerto se ridere o indignarsi davanti a una tanto spudorata affermazione di mediocrità e servilismo. Dall'altra c'è Rameau, che ha il coraggio di confessare ciò che ognuno pensa: onestà e virtù non sono per tutti; le si loda ma alla fine le si rifugge poiché “si deve pur sempre mettere i piedi al caldo alla fine”.

È così che Rameau si decide a recitare la “pantomima dei pezzenti”, una posizione per ascoltare, una per assentire, una per adulare. Ma nella sua filosofia di vita, inaspettatamente, anche l'umiliazione sembra essere una libera scelta.

Sebbene sia solito piegare la testa, Rameau è comunque un servo libero che, come i vermi, “quando gli pestano la coda si raddrizzano”. Giocando con la vanità dei nobili, egli sopravvive facendo dell'adulazione un mestiere e seguendo con coerenza la sua propria filosofia.

Il dialogo tra i due personaggi danza intorno ai grandi temi illuministi, dei quali Diderot si fa portavoce (l'onore, la libertà di pensiero, l'educazione), per poi scivolare nell'ironia e nella comicità grazie al contrappunto di questo personaggio che si compiace nel mostrare le proprie bassezze e non si vergogna di avere, come obiettivo, i soldi e il vizio.

Non ci si può astenere dall'intravedere nello spettacolo una velata allusione al ventennio appena trascorso e alle dinamiche di corte che l'hanno contrassegnato.


Nel video l'intervista al protagonista e al regista dello spettacolo, Silvio Orlando. (Intervista: Ludovica Raiola. Riprese: Nello Avellani)

Ultima modifica il Mercoledì, 19 Febbraio 2014 16:05

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