Domenica, 14 Aprile 2013 22:56

Un nuovo terremoto per 106 famiglie: intervista ad Anna, sfollata dai M.a.p.

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“Mi sento come un pacco postale, senza destinazione. C’è il mittente, che è la mia vita di prima, non c’è però la destinazione. E’ un passaggio di consegne continuo, dalla vita normale alla tendopoli, dalla Guardia di finanza al Map. E ora si scopre che i moduli che dovevano proteggerci dal terremoto sono pericolosi. Se ti sistemano in un modulo abitativo provvisorio e scopri di vivere, invece, in un modulo abitativo pericolante, come fai ad andare avanti? Ci sentiamo traditi, di chi ci dobbiamo fidare oramai? Ci vuole coraggio a restare in questa città, tanto coraggio”.

E’ lo sfogo di Anna Lunadei, che fino a ieri viveva nel villaggio di Cansatessa. Ha scoperto, grazie alla telefonata di un’amica, di dover lasciare quella che era diventata casa sua.

Un secondo terremoto, per lei e per gli altri 170 cittadini costretti a ricominciare. Sfollati, di nuovo.

Hanno vissuto in strutture pericolose, costruite con materiali scadenti ed evidenti difetti progettuali. A Cansatessa, Arischia e Tempera. Pavimenti staccati dal massetto, lampioni pericolanti, legno mal assemblato e già deteriorato dalle intemperie: la ditta che ha effettuato i lavori ha costruito moduli scadenti e difformi dalle norme. Quella ditta, sarebbe stata favorita nell’appalto da un maresciallo del Genio militare, Rocco Ragone, in cambio di alcuni beni. La magistratura ha posto i moduli abitativi sotto sequestro, il Comune dell’Aquila non ha potuto far altro che firmare l’ordinanza di sgombero, entro e non oltre il 15 aprile. E pensare che le ultime famiglie erano arrivate a Cansatessa non più tardi di quindici giorni fa.

Nel pomeriggio di ieri abbiamo raggiunto Anna a Cansatessa. Il villaggio era già quasi deserto. Poche macchine, qualche camioncino per i traslochi. Un grande silenzio. Solo il vento, che muoveva pericolosamente i lampioni. Anna ci ha raccontato le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua rabbia: insieme ai vicini, ha deciso di costituirsi parte civile.

Ha dovuto lasciare la sua nuova casa in 48 ore, inizia oggi l’ennesima vita del dopo terremoto.

 

Ultima modifica il Lunedì, 15 Aprile 2013 18:06

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