L’ultima manovra di Bilancio ha apportato importanti modifiche al Reddito di Cittadinanza; infatti, dal 2024 verrà imposto lo stop per coloro che sono abili al lavoro, inoltre per il 2023 potrà essere percepito solamente per un periodo complessivo di otto mesi e decadrà alla prima proposta di lavoro.
Il Reddito di Cittadinanza in questi anni è stato raccontato in maniera molto diversa, quasi divisiva. Da alcuni è stata considerata una norma di civiltà, uno strumento per conferire dignità a chi rischia di perderla in maniera irreversibile, da altri invece è stato ritenuto come il regalo fatto agli scansafatiche e ai truffatori, il metadone di stato con cui drogare la popolazione e il suo sistema produttivo, altri ancora hanno cambiato idea numerose volte in corso d’opera.
Una cosa però è certa, il Reddito di Cittadinanza è una bandiera del Movimento Cinque Stelle, per questo motivo abbiamo chiesto alla Senatrice, fresca di elezione nel collegio Abruzzese, Gabriella Di Girolamo di dirci la sua in merito a quanto disposto dal Governo a guida Meloni.
Di Girolamo parla di decisioni spinte da una forte carica ideologica ma anche volte ad un intento punitivo. Per la Senatrice, infatti, questo provvedimento non fa altro che lasciare “in mezzo alla strada” coloro ai quali era stato garantita un’entrata minima, ha dichiarato ai nostri microfoni:
“I 660.000 occupabili a cui verrà tolto il reddito di cittadinanza alla fine degli otto mesi previsti, vengono trattati come fannulloni per colpa di una manovra che non risolve nulla. Infatti, vengono promessi percorsi di formazione da effettuare per essere reinseriti nel mondo del lavoro, provvedimento previsto anche nel Reddito di Cittadinanza, questa volta però il centro destra non si prende nemmeno la responsabilità di indicare in quali modalità e da chi saranno svolti questi percorsi e questa formazione. Nonostante ciò, questi uomini e queste donne allo scadere del tempo previsto si ritroveranno senza alcun sussidio e privi di ogni sostegno a prescindere dal fatto che si siano riusciti a ricollocare o meno.”
La Di Girolamo infatti ricorda che nell’impianto del Reddito di cittadinanza era già previsto un piano per la formazione e il ricollocamento, la così detta fase 2 già, per il quale era stato previsto lo stanziamento di un milione di euro per i centri per l’impiego al fine di assumere circa 11.000 persone come supporto alle strutture. Qui viene la pecca del reddito di cittadinanza. Infatti, per la Di Girolamo l’unica cosa che non ha funzionato è stata la messa in atto delle politiche attive, ma la senatrice attribuisce questa falla ad un sabotaggio da parte del entro destra.
Facendo appello ai dati la senatrice sostiene che le regioni, prevalentemente a guida centro destra hanno affossato il RDC non investendo sui centri per l’impiego, infatti delle 11.000 persone che dovevano essere assunte ne sono state assunte solamente 3.800 persone. In particolare, guardando al dato della Regione Abruzzo vediamo che le assunzioni previste erano di 255 nuovi operatori, dei quali ne sono stati assunti solamente 6.
Nella sua analisi la senatrice ha anche sollecitato a guardare i dati che raccontano chi sono questi 660.000 occupabili. Dai dati che ci fornito la Senatrice 7 su 10 di queste persone non hanno un titolo di studio, per il ricollocamento di queste, dunque, è necessaria una formazione particolarmente corposa. Oltre 50.000 degli occupabili sono over60 e circa 130.000 hanno tra i 50 e i 59 anni, parliamo dunque di persone difficilmente ricollocabili.
"Queste sono le persone che vengono descritte come i fannulloni" ha commentato Di Girolamo " l’azione punitiva del governo va a colpire queste persone, coloro che inevitabilmente trovano notevoli difficoltà a inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro. Mi chiedo quanto convenga al centro destra e al paese smembrare un impianto come quello del reddito la cittadinanza che in media conferisce 500-600 euro a nucleo familiare.” e lancia un messaggio anche agli elettori "Francamente non so se gli elettori del centro destra, fra i quali magari ci sono anche percettori del RDC abbiano capito cosa vorrà dire questo provvedimento e quale è stato l’esito di quanto detto nell’ultima campagna elettorale, ci ritroveremo con una platea di persone che verranno prese e gettate per strada senza alcun sussidio e privi di attenzione da parte delle istituzioni. Il reddito di cittadinanza dovrebbe cessare solamente nel momento in cui chi ne gode è rientrato nel mondo del lavoro rendendosi autonomo. Per questo era nato, per dare una possibilità a chi non ce la fa".
Rincarando la dose la senatrice attacca il governo sostenendo che l'unico motivo per cui sono state attuate queste modifiche riguarda rivendicazioni di parte e scopi elettoralistici e ha dichiarato "Noi siamo aperti ad ogni modifica migliorativa, non possiamo però tollerare un’abolizione così tranchant."
La senatrice ha inoltre dato seguito a quanto già annunciato dal leader Giuseppe Conte, dichiarando che il provvedimento verrà difeso con mobilitazioni e scendendo in pazza in difesa della dignità e dei diritti delle cittadine e dei cittadini italiani.
Con la senatrice abbiamo anche analizzato il dato delle regionali del Movimento che in regione Abruzzo ha raggiunto l’ottimo risultato del 18%. La Senatrice ha attribuito questo successo all’ottima comunicazione del leader Conte che è riuscito a toccare con nettezza i temi cari agli italiani.
“Partivamo da un dato quotato in torno al 9-10% eppure in una campagna così atipica e immediata, incentrata sui big nazionali siamo riusciti raddoppiare il risultato. Bisogna anche ammettere che il dato è stato consolidato dalle mancanze delle nostre controparti troppo prese a farsi una campagna l’uno contro l’altro”.
In conclusione, abbiamo cercato di strappare qualche informazione riguardo il collocamento del Movimento cinque stelle in vista delle regionali in Abruzzo. La senatrice ha sottolineato che ad oggi il Movimento si riconosce come una forza progressista “siamo pronti ad essere progressisti con tutti quelli che vogliono esserlo” queste le parole della Di Girolamo, la quale ha messo in chiaro che ogni coalizione dovrà nascere dalla condivisione dei temi e di un chiaro programma, al quale è necessario affiancare persone credibili che lo incarnino con coerenza.
Riguardo il Partito Democratico la Di Girolamo ha sottolineato che prima di ogni interlocuzione i Dem devono capire chi sono e terminare questo periodo di analisi, "se come accade in molti casi dovessimo convergere sul programma da intraprendere potremo correre insieme, ma non ci siederemo ad alcun tavolo prima della definizione della loro nuova dirigenza”.
Per quanto riguarda invece gli ex grillini che hanno inseguito Di Maio la Di Girolamo ha dichiarato con decisione “Non capisco perché ridare fiducia a chi ti ha già tradito, parliamo di ex esponenti del movimento che dopo aver pugnalato alle spalle i loro compagni in un momento di grande turbolenza ora si trovano privi di un leader, dato che Di Maio è uscito di scena perseguendo percorsi personali. Vedo molto difficile un ricongiungimento".