Giovedì, 04 Settembre 2014 14:23

Cosa c’è dietro la festa gialla? L’intervista agli ideatori del ‘drink and piss’

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Meno due per il Festival I drink a lot and so I piss a lot, l'evento che sabato 6 settembre porterà musica, arte e moda nel capoluogo abruzzese. La quarta edizione della festa nata dal tormentone web, diventa un festival musicale e non si ferma, neanche con il maltempo. L'evento è stato infatti trasferito all'interno della Multisala Garden, a Monticchio (L'Aquila) ma il programma resterà invariato.

Dopo avervi raccontato le origini dell'evento ed aver seguito le scorse edizioni, News-Town ha incontrato Matteo De Santis, Marco Valeri e Stefano Valeri, ideatori ed organizzatori di questo folle progetto per capire davvero cosa c'è dietro la filosofia dell'I drink a lot and so I piss a lot.

 

Quale è stato il passaggio tra la diffusione del motivetto sul web e la creazione dell'evento?

Matteo De Santis - Noi avevamo già esperienza nell'organizzazione di concerti, avendolo fatto in altri ambiti ed il jingle stava prendendo piede sul web. Non è stata, quindi, una cosa forzata: semplicemente la gente ci ha cominciato a chiedere di organizzare qualcosa e noi, un po' per gioco e un po' realmente, abbiamo iniziato ad utilizzare quel marchio e quel logo per questo tipo di eventi.

Secondo voi, perché il video ha avuto tanto successo?

Stefano Valeri - Perché in un momento di totale pressione, è uscito un pensiero leggero e bizzarro. E' bizzarro anche perché è musicato dal jingle stesso e da suoni onomatopeici. Quindi credo che proprio questo ritmo un po' stupido e questo jingle ballerino abbiano colpito subito la curiosità della gente. Per il resto, non so dare una spiegazione: è un po' come quando scrivi la hit, viene e basta.

In genere, però, una hit dura al massimo un'estate. Perché questo fenomeno invece sta andando avanti?

Stefano Valeri - Perché c'è un'intelligenza da parte nostra in ciò che gli abbiamo costruito intorno. Non lo abbiamo tenuto per noi ma lo abbiamo condiviso, e la fortuna di questo jingle è stata proprio il saperci mettere la faccia.

E non ha contribuito alla sua diffusione, l'accenno irriverente contenuto nel jingle stesso?

Stefano Valeri - Certo, rientra sempre tutto nella condivisione. Bisogna sapere ridere in primis di se stessi e condividere all'esterno questa ilarità, che causi poi un giudizio critico o uno positivo.

C'era bisogno di nuovi eventi a L'Aquila?

Stefano Valeri - A L'Aquila c'è bisogno di non tenere tutto per sé, di mettere al centro anche altri artisti che hanno una genialità. Diciamo che un jingle come il nostro, domani lo potrà creare qualcun'altro.

Parliamo del progetto.

Marco Valeri - Il progetto in cui si colloca questa edizione è incentrato sulla fluidità, un fluido che rimanda al I drink a lot and so I piss a lot ma anche alla possibilità di spostare il flusso creativo. Probabilmente qui a L'Aquila abbiamo bisogno di una dinamica dentro e di fuori, cioè di un andare a vedere cosa succede altrove e far venire la gente a vedere cosa succede qui. Inoltre, sin dalla prima edizione siamo partiti dall'idea di andare a scovare dei luoghi che non siano molto praticati o che sono vissuti diversamente.

Quindi per voi la decentralizzazione dei luoghi d'incontro non è un aspetto negativo del post-sisma?

Stefano Valeri - Assolutamente no, c'è bisogno di moto a luogo. La gente con questo terremoto purtroppo sta sprofondando nella depressione dei propri pensieri, sta davanti la televisione a fare zapping.

Marco Valeri - L'intento di quest'anno era anche trovare una location che avesse a che fare con i progetti Case. Volevamo rivolgerci a chi ha bisogno di capire che la vita non sta dentro dei luoghi in cui siamo stati messi, luoghi che non hanno servizi e dove la vita non scorre molto facilmente. C'è bisogno di una terapia d'urto: bisogna uscire di casa ma non per riunirci sotto la chiesetta creata dal ministero. Crediamo che in questo L'Aquila possa fare tanto.

Per il futuro cosa avete in progetto?

Stefano Valeri - Per ora, siamo orientati su questa iniziativa che piano piano crescerà ed avrà un suo profilo ben definito. Stiamo lavorando sulla creazione di eventi. E' un incentivo per noi, per restare a L'Aquila e per fare delle cose nella nostra città.

Marco Valeri - La festa inizialmente ha avuto un seguito rispetto all'irriverenza, alla semplicità, alla simpatia e intorno alla figura di Gas (Stefano Valeri). Lui è un personaggio all'interno di questa realtà per come porta i capelli e per come si relaziona con le persone. Quest'aspetto, però, con il tempo si è esaurito. Dall'8 febbraio, ad un anno dal jingle, abbiamo iniziato a ragionare sull'idea di festa. Abbiamo deciso che vogliamo puntare sulla leggerezza e sull'ironia ma senza prescindere dai contenuti. Quello che ci interessa è il punto di vista, cioè il modo in cui guardiamo la vita: la leggerezza può cambiare il modo di interpretarla.

Quale novità avete per questa quarta edizione?

Stefano Valeri - Innanzitutto l'evento si configura come un Festival, con tutte le caratteristiche annesse e con una line up che è andata a crescere rispetto allo scorso anno. Quest'anno verranno band dalla Spagna, da Roma e da Pescara. D'altronde abbiamo anche bisogno di apprendere esempi dall'esterno. Ci saranno i Caja Sonora, un gruppo italo-spagnolo che a suon di ritmi afro-caraibici ci faranno ballare, ci sarà Pino Marino, un grande cantautore impegnato nel sociale che ha collaborato con grandi come Lucio Dalla, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri. Sempre da Roma, ci saranno i Funkallisto, storico gruppo funk.

Marco Valeri - Avremo anche un mercatino vintage, un'istallazione di Piotr Hanzelewicz pensata proprio per la festa, l'artista urbano Nessuno Odisseo ed un'esposizione di Sara Marini, una stilista di Poggio Picenze che si sta facendo strada. Un'altra novità è che, mentre nelle altre edizioni abbiamo collaborato con altre realtà, quest'anno stiamo portando avanti tutto da soli e questo è un elemento che sicuramente ci farà crescere.

Qualcosa da aggiungere?

Si assolutamente. Dedichiamo questo Festival a Dido Vicini che purtroppo ha avuto un malore e si sta riprendendo. Lo scorso anno era con noi e, con le sue doti da tecnico ed da fonico, ha salvato l'aspetto sonoro del Festival al Lago Verde di Scoppito. Gli mandiamo un grande abbraccio.

Ultima modifica il Giovedì, 04 Settembre 2014 15:39

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