Dal prossimo primo novembre, in Germania, sarà giuridicamente riconosciuta l'intersessualità. Alla dicotomia female e male si aggiungerà la possibilità di lasciare in bianco la casella del genere sull'atto di nascita. Per ora il provvedimento riguarda esclusivamente gli ermafroditi, ma non è escluso che la legge, varata dal governo tedesco lo scorso maggio, venga estesa in futuro a transessuali e transgender.
Il provvedimento è stato emanato in risposta a una sentenza della Corte Costituzionale che riconosce come "espressione dei diritti dell'individuo la percezione del proprio sesso, oltre a quello determinato biologicamente".
A puntare i riflettori sulla legge è stato Suddeutsche Zeitung, una delle più autorevoli testate tedesche, sollevando però diversi interrogativi. La legge infatti riguarderebbe solo gli intersessuali, o ermafroditi, che non hanno un sesso definito. Non riguarderebbe i transessuali e i transgender, in quanto condizioni che l'individuo matura nel tempo, non status biologici definibili alla nascita.
Ulteriori problemi si porrebbero per documenti validi anche per l'espatrio, come passaporto e carta d'identità. Inoltre non è ancora chiaro come la normativa si ripercuoterà sulle "unioni di fatto", previste giuridicamente tra persone dello stesso sesso.
E' necessaria, dunque, "un'ampia riforma", come dichiara il Ministro della Giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger a Suddeutsche Zeitung, che preveda in futuro il riconoscimento anche dei diritti dei transessuali.
Tuttavia, la Germania è il primo Paese europeo a compiere un passo di tale importanza, seguendo le orme dell'Australia, che attuò nel 2011 un provvedimento simile.
Potrebbe trattarsi, inoltre, di un segnale in forte controtendenza rispetto alle legiferazioni di altri Paesi, come le cosiddette "leggi anti-gay" in Russia, che non solo vietano la "propaganda gay" - ritenuta nociva per l'educazione dei minori - ma di fatto legalizzano l'omofobia.