Non era mai accaduto dalla fine della seconda guerra mondiale. Il numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni, in tutto il mondo, ha superato per la prima volta la quota di 50 milioni di persone.
A sostenerlo è l'ultimo rapporto dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il Global Trends Unhcr 2013, che si basa su dati raccolti da governi, organizzazioni non governative e dai registri dello stesso Unhcr.
Alla fine del 2013 si contavano 51,2 milioni di migranti forzati, sei milioni in più rispetto ai 45,2 milioni del 2012.
Il rapporto è stato presentato oggi, 20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato.
Quelli contenuti nel dossier sono dati drammatici, tanto più se letti in questi giorni, in cui centinaia di migliaia di persone sono in fuga dal Medio Oriente e dall'Africa verso l'Europa per sfuggire a guerre, eccidi etnici o religiosi, carestie.
Secondo il ministero dlel'Interno italiano, nei primi cinque mesi del 2014 sono sbarcati sulle coste italiane circa 40mila migranti. In tutto il 2013 ne erano sbarcati 43mila.
L'aumento è legato al peggioramento della situazione nei paesi in crisi come la Siria e la Somalia.
In Siria, scrive Die Zeit, a causa della guerra civile tre milioni di persone sono fuggite all'estero. "La maggior parte" scrive il settimanale tedesco "si è rifugiata in turchia, Libano, Iraq, Giordania e Egitto. La Turchia ha accolto 740mila siriani, la Giordania seicentomila, il Libano un milione".
L'Unhcr stima che nei primi cinque mesi del 2014 almeno 170 persone siano morte in mare nel tentativo di arrivare in Europa, al largo della Grecia, della Libia e dell'Italia o in acque internazionali.
Sempre secondo l'organismo Onu, le recenti violenze in Iraq hanno già costretto migliaia di persone a lasciare le loro case o a emigrare.