Mercoledì, 12 Giugno 2013 14:07

Istanbul: nella notte la polizia riprende piazza Taksim dopo 20ore di scontri

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Piazza Taksim, vicina al famoso Gezipark dove è nata la protesta turca, è stata sgomberata violentemente stanotte dalla polizia.

Dalla mattinata di martedì la polizia antisommossa si è presentata in massa all'ingresso della piazza a sorpresa, visto che il Primo Ministro turco, Erdogan, aveva promesso invece di incontrare una parte dei manifestanti per ascoltare le loro ragioni.

Dal pomeriggio sono iniziati gli scontri, con il Governo che faceva sapere che i manifestanti erano liberi comunque di restare dentro Gezi park. In poche ore piazza Taxim è diventata una nuvola acre di lacrimogeni, con i manifestanti che per tutto il pomeriggio hanno costruito barricate, poi distrutte dai mezzi TOMA - i blindati turchi - lanciato fuochi d'artificio, pietre e cocktail molotov.
Masse di persone sono arrivate da altri quartieri in solidarietà dei manifestanti.

Sempre nella giornata di martedì la polizia è entrata anche nel tribunale di Istambul dove era in corso un sit-in contro le violenze dei giorni scorsi e ha arrestato 47 avvocati. Scene da regime. Qui un comunicato dell'associazione legale di Ankara a riguardo.

Per chi ha assistito alla repressione tramite le dirette passate sul web tramite alcune emittenti e twitter, è stato come vivere un incubo. Nella notte infatti la polizia è entrata anche nel parco di Gezi distruggendo quello che si trovava davanti: tende e altre strutture montate dagli attivisti e dalle attiviste.

Come si può vedere dalle molto foto in circolazione sono tantissime le donne che stanno partecipando alla protesta in prima linea. A Gezi park, con le maschere antigas e gli occhialini da sub ci sono sopratutto giovani, col volto semplice e determinato di chi ha cominciato la protesta, magari la prima della sua vita, e ora dopo l'esperienza di occupazione del parco e le prime barricate, non vuole fermarsi.

Protesta che è stata in buona parte oscurata dalle Tv Turche per cui sono previste multe in caso di messa in onda di immagini dalla paizza. Alcune comunque le hanno trasmesse.
Halk TV, in particolare, ha trasmesso in diretta 24 ore su 24 gli eventi di Istanbul mentre, i principali media, fornivano informazioni limitate sulle manifestazioni in corso. L'emittente è finanziata dal principale partito di opposizione di Erdogan.
La Cnn ha invece trasmesso immagini per tutto il giorno. Anche gli occupanti di Gezi hanno una loro radio, più volte distrutta dalla polizia ma subito rimessa in piedi.

Oggi regna su Istambul un'apparente calma che però ha il sapore semplicemente di un'altra tregua.

Erdogan ha definito una parte di manifestanti come "marginali" o "terroristi". Ma a livello internazionali sono in molti a denunciare la violenza della repressione. Dall'inizio delgli scontri si contano tre morti e migliaia di feriti.

"Le immagini di Taksim turbano", ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, criticando duramente l'operato del governo che "manda un segnale sbagliato. Ci aspettiamo - ha continuato da Berlino - che il premier Erdogan, nello spirito europeo, faccia calare la tensione e instauri uno scambio costruttivo e un dialogo pacifico. Libertà di manifestazione e libertà di opinione sono principi inalienabili di ogni democrazia".

In Italia il Ministro Emma Bonino ci ha tenuto a precisare che le manifestazioni turche non vanno accostate alla primavera araba ma assomigliano piuttosto a quelle di occupy wall street o agli indignados spagnoli. La ministra infatti ritiene che "l'adesione all'Ue può avere un effetto positivo per la Turchia". 

In realtà le proteste, che da Istanbul si sono estese in molte altre città come Ankara e Izmir, sembrano un misto proprio tra le piazze d'Egitto e quelle di New York, rispecchiando la posizione di confine tra Oriente ed Occidente della Turchia e il suo ruolo di ponte.

Curioso l'atteggiamento di alcuni importanti organi di stampa italiani come La Repubblica e La Stampa che in Italia hanno sempre condannato l'utilizzo di qualsiasi forma di violenza da parte dei manifestanti, ma che invece sembrano strizzare l'occhio alle immagini riottose provenienti da Istambul.
L'esempio più evidente di questa linea editoriale interna è quello verso la protesta nostrana contro la Tav in Val di Susa, una battaglia che mostra molti punti comuni con quella di Gezi Park.

gezi3I fatti di martedì infatti sono la continuazione di una protesta ambientale - di opposizione alla costruzione di un centro commerciale nel parco di Gezi - ma che è poi diventata una forte contestazione di massa al primo ministro - eletto tramite elezioni democratiche - Erdokan, al suo autoritarismo e alla repressione.

Ricordiamo che le proteste sono iniziate intorno al 27 maggio quando alcuni cittadini e attivisti hanno dato luogo alle prime iniziative per difendere il parco che si trova nella zona centrale della città, e che il Governo vuole cementificare per creare un nuovo centro commerciale.
A causa dell'arrivo di sempre più persone durante quei giorni, il sindaco ha deciso di dar l'ordine di sospendere i lavori per ricominciarli il giorno dopo. Quando all'indomani sono arrivate le ruspe per il primo tentativo di sgombero sono iniziati gli scontri con fitte sassaiole.

 

 

FONTI: Cnn, la stampa, twitter

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Giugno 2013 14:59

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