di Jacopo Intini - Quella di Gaza è una delle aree più ad alto rischio per i giornalisti a causa delle frequenti escalation dovute all'occupazione israeliana ed al blocco imposto sulla Striscia. Nel 2014, durante l’ultimo conflitto a Gaza, 17 giornalisti palestinesi ed internazionali hanno perso la vita, 32 sono stati feriti, a causa della mancanza di equipaggiamenti adeguati a garantire loro sicurezza e protezione. Inoltre, ben 19 sono state le sedi giornalistiche bombardate dalle Forze di Difesa Israeliane.
Ogni anno sono circa 700 i nuovi giornalisti laureati che operano sul campo nella Striscia di Gaza, pur non ricevendo alcuna formazione preventiva e nessuna dotazione per la sicurezza. Ciò ha contribuito in modo significativo ad aumentare il numero delle vittime e dei feriti tra i giornalisti durante Protective Edge.
Per questo la Press House-Palestine ha lanciato la Protect Local Journalists of Gaza, una campagna di raccolta fondi che ha avuto inizio nella giornata di domenica 22 Marzo con un goal di 25 mila dollari, destinati all’acquisto di 12 tute anti-proiettile ed elmetti. Le dotazioni, afferma Belal Jadallah, manager della Press House, "verranno distribuite ai giornalisti durante gli eventi di conflitto e durante i loro servizi per poi essere restituite all'organizzazione in modo da farne trarre beneficio dal più ampio numero di giornalisti possibile".
L'organizzazione non-profit ha come obiettivo, da gennaio 2013, quello di stabilire "un modello unico di cooperazione e di scambio con i diversi settori della società civile, sulla base del partenariato e dell’ integrazione". Inoltre, attraverso programmi di rete promossi da principi di uguaglianza e non discriminazione, aspira a "svolgere un ruolo di primo piano nel potenziamento dei media indipendenti, nella libertà di espressione e nello sviluppo delle qualità del giornalismo palestinese".
Testimone delle atrocità della guerra, il giornalismo assume un ruolo di rilievo nelle inchieste internazionali. A fronte delle violazioni israeliane, su cui la Corte Penale Internazionale indagherà a partire dal 1 Aprile prossimo, la Press House-Palestine lancia un appello invitando a partecipare alla campagna: "Il giornalismo è potere, ma si tratta di una minaccia per gli occupanti e gli oppressori, è un target e per questo ha bisogno di essere protetto e preservato, altrimenti vivremo all'ombra degli oppressori e saremo lasciati indietro, massacrati, silenziosamente, in un mondo dove nessuno sa di noi. Non lasciate che questo accada!".