Va bene che, al giorno d'oggi, sia importante la comunicazione politica. Va bene anche che l'amministrazione comunale dell'Aquila, guidata da due lustri da Massimo Cialente, si trovi quasi alla fine della sua epoca, e per questo debba iniziare a prepararsi il terreno per la prossima tornata elettorale. Ma il Sindaco e gli assessori, ultimamente, hanno l'annuncite.
Quella sindrome dell'annuncio cronico che fa inviare un numero sempre crescente di comunicati stampa, da diffondere certosinamente sui social network e attraverso le televisioni. Un numero di comunicazioni cresciuto esponenzialmente negli ultimi mesi: annunci di progetti, atti di indirizzo della giunta comunale, proroga di progetti pre-esistenti - e di cui la comunità, in certi casi, non sembra accorgersi - rivendicazioni della paternità e della maternità a tutto campo.
Un caso eclatante è quello relativo a Piazza D'Armi: l'area, che sta vivendo un lento iniziale processo di riqualificazione, rispetto alla selva - comunque fortemente frequentata - che c'era prima del terremoto, è stata oggetto ieri di un altro attacco di annuncite. 200mila euro comunicati alla stampa, che la giunta comunale avrebbe approvato, al fine di costruire un parco giochi nell'area [leggi l'articolo].
Una zona, quella di Piazza D'Armi, ben lontana dall'essere terminata, e che ha bisogno di tutt'altro che mere rifiniture. Da mesi, a causa dell'utilizzo della pista di atletica, del campo di rugby - dove si allenano quasi 200 bambini dell'associazione sportiva Rugby Experience e la squadra seniores dell'Aquila Rugby Club - e a causa della sempre più intensa frequentazione dello skate park costruito dagli ultras dell'Aquila Calcio Red Blue Eagles, vede l'attraversamento quotidiano di centinaia di persone. Una zona che, ad oggi, non dispone di illuminazione, lasciando le su citate centinaia di persone, al buio dalle 17 in poi.
Ora, al di là della mancata costruzione degli spogliatoi per il campo da rugby - argomento su cui il presidente dell'Aquila Rugby Club è tornato oggi nel corso di un incontro con la stampa - perché non pensare a illuminare quello che già c'è, piuttosto che annunciare l'ennesima opera che, a prescindere dalla bontà del progetto, dalle buone intenzioni e dalla utilità sociale, ancora non esiste?
Potremmo continuare a lungo a citare esempi del genere: dall'ormai secolare problema dello stadio di Acquasanta, che ancora non vede luce nonostante le promesse della scorsa estate dell'amministrazione a società e tifosi rossoblu, al palazzetto dello sport di Centi Colella, per il quale i fondi donati dal governo giapponese non sono sufficienti. Un'opera che, considerata la mancanza di soldi, sarà pronta non prima di un anno e mezzo, tempo durante il quale si otterrà come unico obiettivo quello di aver tolto centinaia di posti auto a un impianto sportivo comunque già attivo.
Cattedrali nel deserto che, oltre ad essere costruite, dovranno poi essere gestite. Allora, purtroppo, gli annunci non basteranno.