Mercoledì, 30 Dicembre 2015 09:29

Rocca di Mezzo, la replica di Di Ciccio: "Ho numeri e motivazioni politiche per andare avanti"

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Dopo l'articolo di old.news-town.it, che ha svelato i retroscena della crisi di maggioranza al Comune di Rocca di Mezzo (L'Aquila), il primo cittadino del borgo abruzzese Mauro Di Ciccio ha inviato una nota di precisazione sul movimentato consiglio comunale di ieri e sulle successive dichiarazioni dei due suoi ex consiglieri di maggioranza, oggi all'opposizione, Emilio Nusca e Giuseppe Argentieri.

La nota completa di Mauro Di Ciccio

Al di là delle notizie false e tendenziose comunicate nella nota dei consiglieri Giuseppe Argentieri ed Emilio Nusca, mi preme puntualizzare quanto segue: nella seduta odierna del Consiglio Comunale il consigliere Giuseppe Argentieri, ad inizio seduta, ha chiesto di poter fare una personale comunicazione al Sindaco ed al consiglio tutto relativa alla lettera aperta ai cittadini da lui affissa qualche giorno fa.

Ho ritenuto opportuno che la comunicazione potesse essere fatta (tanto che la stessa, è integralmente riportata in delibera) ma che non potesse diventare argomento di dibattito in quanto non inserita all'ordine del giorno ne presentata come interrogazione, interpellanza o mozione. Tutto ciò ha determinato l’abbandono dell'aula dei consiglieri Argentieri e Nusca.

Il consiglio ha proseguito i suoi lavori con il numero legale richiesto (4 consiglieri su 7), votando all'unanimità tutti i punti all'ordine del giorno compreso il documento unico di programmazione strumento propedeutico al bilancio di previsione.

Già nella seduta precedente del 27 novembre presenti 5 consiglieri su 7 tra cui il consigliere Nusca e assenti 2 tra cui il consigliere Argentieri è stata approvata oltre agli altri punti all'ordine del giorno l'assestamento di bilancio con 4 voti a favori ed 1 contrario (Nusca). Proprio per questo credo non solo di avere i numeri ma anche motivazioni politiche consistenti per continuare il mio mandato da primo cittadino di Rocca di Mezzo.

Il Sindaco infatti resta in carica fino a quando nelle approvazioni delle delibere di consiglio comunale e in modo particolare di quelle collegate alla programmazione ed i bilanci ha i numeri a sostegno delle proprie proposte. Tutto ciò anche in funzione della governabilità che la norma sulla elezione diretta del Sindaco ha voluto garantire tutelandola da rancori, rivalse e risentimenti personali fautori di alleanze estemporanee spesso portatrici di interessi personali e particolari.

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