Mercoledì, 06 Gennaio 2016 21:36

2016, un anno importante per la vita politica cittadina: inizia la corsa alla successione di Cialente

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Sarà un anno politico importante, per L'Aquila.

Inizia infatti la lunga corsa alla successione di Massimo Cialente e, nei prossimi mesi, capiremo chi saranno i protagonisti in campo, chi li sosterrà, con quali programmi.

Sarà interessante guardare anche fuori dai confini cittadini, però. Senza dubbio, le elezioni amministrative della prossima primavera - si voterà in città importanti: Roma, Milano, Torino e Napoli, tra le altre - diranno molto anche sulle elezioni che si terranno nel 2017, a L'Aquila e in altre importanti città del paese.

Se è vero che le amministrative 2016 non decideranno il futuro del governo Renzi - bisognerà attendere piuttosto il referendum sulle riforme costituzionali - saranno decisive tuttavia per disegnare il destino del Partito Democratico del premier segretario, i confini e i possibili protagonisti della sinistra 'alternativa', il futuro del Movimento 5 Stelle, il rilancio o la definitiva scomparsa del centrodestra, per come l'abbiamo conosciuto dal 1994 ad oggi, almeno.

Indicazioni che significheranno molto, anche per la politica aquilana.

Tra le grandi città al voto, la situazione più particolare e, per questo, meno indicativa per le altre realtà si vivrà a Roma. A quasi tre anni dalle elezioni che sancirono la vittoria a sorpresa di Ignazio Marino, infatti, la capitale si ritroverà alle urne per eleggere il successore del sindaco chirurgo, 'silurato' dal Partito Democratico al culmine di una crisi amministrativa senza precedenti. Il Movimento 5 Stelle ha la grande possibilità di conquistare il Campidoglio, a patto che lo voglia per davvero. 'Governare' Roma non è semplice per nessuno e si tratterebbe della prima, vera, prova per i cittadini pentastellati. Servirebbe per questo una scelta politica, e in molti hanno pensato nei mesi scorsi ad Alessandro Di Battista: significherebbe darsi una chance, seppure 'forzando' il regolamento interno. Non se ne parla, almeno per ora. Spazio dunque alla “selezione online aperta a tutti i cittadini pentastellati iscritti a Roma”, come ribadito da Paola Taverna: scelta che significherebbe, al contrario, tarparsi le ali e dissipare il vantaggio che il Movimento 5 Stelle crede, a ragione, di aver conquistato.

Un bel regalo, a centrosinistra e centrodestra.

Il centrodestra sconta ancora il disastroso quinquennio Alemanno, oltre alle divisioni a livello nazionale che rendono difficile l'individuazione di un candidato forte e unitario: Giorgia Meloni nicchia e Berlusconi strizza l'occhio ad Alfio Marchini, candidato 'civico' alle ultime amministrative. Marchini sarebbe finito anche nel 'mirino' di Matteo Renzi, perfettamente in linea – d'altra parte – con il Partito della Nazione che ha in mente il Presidente del Consiglio. Il nome dell'imprenditore, però, avrebbe l'effetto di uno tsunami sul Pd romano, ancora alle prese con le crepe aperte dall'allontamento del sindaco Marino.

Il Partito Democratico, al momento, è oggettivamente in difficoltà. E alle titubanze dei democrat, si aggiunge la decisione di Stefano Fassina di correre per la poltrona di sindaco, e senza passare dalle primarie di centrosinistra, con il sostegno delle forze alternative al partito della nazione renziano.

Un bel rebus.

Anche a Torino, il centrosinistra si presenterà spaccato: l'uscente Piero Fassino, infatti, non godrà del sostegno delle forze a sinistra del Pd che sosterranno, al contrario, Giorgio Airaudo. Niente primarie dunque, neanche in Piemonte.

Primarie che si terranno, invece, a Milano. E arriviamo alla realtà che, proprio per questo, più di altre potrebbe disegnare il futuro del Partito Democratico e, in prospettiva, condizionare, se ci passate il termine, anche le consultazioni aquilane.

Giuliano Pisapia ha deciso di lasciare Palazzo Marino e a contendersi la candidatura del centrosinistra, stavolta si, con le primarie, saranno la vice Francesca Balzani e il commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala, oltre all'outsider Pierfrancesco Majorino, già assessore della giunta arancione.

Eccolo, il punto: le primarie che si terranno a Milano, e le elezioni che seguiranno, con un centrodestra più forte che altrove, almeno per 'tradizione', e con il traino della Lega Nord di Salvini, potrebbero segnare il destino del Partito Democratico. E del centrosinistra, più in generale.

Dovesse vincere Sala, infatti, il Pd assumerebbe per scelta degli elettori il volto 'desiderato' da Renzi: sempre più Partito della Nazione, sempre più lontano dalla sinistra tradizionale, sempre più capace di attrarre l'elettorato moderato di centrodestra. Significherebbe scrivere la parola fine sull'esperienza arancione che pure tanto bene ha fatto nel capoluogo lombardo. In altre parole, sarebbe la fine del centrosinistra di stampo 'ulivista' e, forse, del bipolarismo all'italiana, mai davvero maturato. Se invece dovesse farcela Francesca Balzani, inizierebbe a scricchiolare l'impostazione centrista che Renzi sta dando al suo governo e, di riflesso, anche al partito.

Come detto, è una situazione che racconta molto da vicino quanto potrebbe accadere a L'Aquila, nei prossimi mesi. Cialente lascerà Palazzo Fibbioni, non potrà ricandidarsi, e la corsa alla successione è già iniziata. C'è un nome forte, che piace molto a Luciano D'Alfonso e che rappresenterebbe appieno il nuovo corso democrat: Americo Di Benedetto, guarda il caso un renziano della prima ora, già sindaco di Acciano e presidente della Gran Sasso Acqua.

Se l'indirizzo che Renzi sta dando al Partito Democratico dovesse uscire rafforzato dalle amministrative 2016 e, in particolare, dalle primarie e poi dalle elezioni milanesi, Di Benedetto avrebbe possibilità più che solide di correre per l'elezione a sindaco.

Non è un caso piaccia molto al governatore D'Alfonso che, prima di altri, e con successo, ha interpretato una campagna elettorale all'insegna di un nuovo centrismo di democristiana memoria. E non è un caso che, al contrario, la candidatura di Di Benedetto non entusiasmi le correnti di sinistra del Pd aquilano e sia piuttosto invisa ai partiti che compongono la maggioranza che, in questi anni, ha sostenuto la giunta Cialente, una delle ultime in Italia di vocazione davvero 'ulivista'.

Tra l'altro, il Pd aquilano vive una ulteriore, profonda frattura interna, tra i giovani democratici che hanno lanciato, per ora soltanto a parole, il Progetto L'Aquila, e la classe dirigente nata e cresciuta in seno al PCI che non vuole proprio saperne di essere rottamata. Né dal centrismo renziano, né dal rinnovamento che vorrebbe imporre la base. Evidentemente, dovesse saltare il 'banco' allestito da Renzi, aumenterebbero le possibilità di una candidatura più di sinistra.

Al momento, l'unico nome di sintesi, che in parole semplici potrebbe ricomporre le divisioni, è quello di Giovanni Lolli, vice presidente della Giunta regionale, che sanerebbe le fratture in seno al Pd e terrebbe pure unita la maggioranza di centrosinistra. Altro nome spendibile sarebbe quello di Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale eletto all'Emiciclo con più di 7mila preferenze: la sua candidatura vincente è stata la prima, vera, prova di forza dei giovani democratici. Pietrucci, tuttavia, è l'unico consigliere regionale 'aquilano', e sarebbe difficile giustificare un passo indietro per accettare la candidatura a sindaco.

Lolli però, almeno a parole, non ne vuole sapere di lasciare l'Emiciclo. Chissà se riusciranno a convincerlo. E chissà che ruolo giocheranno la senatrice Stefania Pezzopane che, fino ad oggi, si è mostrata più che concentrata sulla carriera 'romana', e il sindaco uscente, Massimo Cialente, che non si immagina proprio pensionato e intende dire la sua nella scelta del successore.

Fuori dai 'confini' sempre più labili del centrosinistra cittadino, le acque non sono certo più tranquille. Il centrodestra è frammentato, ad usare un eufemismo, e non ci sono candidature credibili, al momento. Non è un mistero che Giorgio De Matteis abbia 'tentato' il vice sindaco Nicola Trifuoggi, prospettandogli una candidatura 'civica', sul modello già sperimentato nel 2012 dallo stesso De Matteis. Una lista civica centrista, fuori dai partiti: Trifuoggi non ha affatto escluso di potersi candidare, anzi. E non è un mistero che i rappresentanti del centrodestra si siano già incontrati per iniziare a discutere il possibile appoggio alla discesa in campo dell'attuale vice sindaco.

Una possibilità che assumerebbe maggiore forza se il centrosinistra dovesse finire per convergere su Giovanni Lolli, e che, al contrario, perderebbe appoggi importanti se la scelta dovesse cadere su Americo Di Benedetto. Il nome di Trifuoggi preoccupa, e non poco, il Partito Democratico. Nelle settimane scorse, il sindaco Cialente ha provato a ricomporre con il suo vice, invitandolo, se davvero interessato alla candidatura, a misurarsi con le primarie di centrosinistra. Possibilità, al momento, non ce ne sono: Trifuoggi sa benissimo che non avrebbe alcuna chance di vincere le primarie. Una candidatura civica, con il sostegno delle forze di centrodestra, avrebbe, invece, tutt'altro peso, e significato.

Alternative, al momento, non se ne vedono. Il centrodestra non ha candidati 'forti' e pronti per una campagna elettorale che si preannuncia durissima: facile immaginare che i partiti d'opposizione possano pensare di rivolgersi ad un 'professionista' fuori dai giri politici istituzionali, come si tentò già in passato, con i pressanti inviti alla candidatura rivolti a Roberto Marotta. Si è fatto il nome dell'oramai ex manager Asl Giancarlo Silveri che ha tenuto aperta la porta ad una possibile candidatura e che, intanto, ha deciso - come ultimo atto da manager - di elargire più di 60mila euro a buona parte della stampa locale.

E il Movimento 5 Stelle? A L'Aquila, non ha mai trovato terreno fertile e, come non bastasse, i pentastellati sono più divisi che mai. Il traino delle amministrative 2016 però - dovessero regalare al Movimento qualche vittoria di peso – potrebbe dare nuovo slancio ai grillini che, tuttavia, dovrebbero individuare una figura di spicco per poter aspirare ad una vittoria che, al momento, pare francamente improbabile. A meno che non si dovesse dar seguito a quanto sussurrato, qualche tempo fa, da Gianroberto Casaleggio che ha aperto alla possibilità di sostenere personaggi noti della vita politica civile, seppure non iscritti al Movimento. Alle passate elezioni amministrative, le liste di Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo, espressione della società civile, superarono il 10%. Erano altri tempi, senza dubbio. Eppure, in un clima tanto incerto, potrebbe trattarsi di qualcosa più di una semplice suggestione.

Senza dubbio, saranno mesi interessanti da raccontare.

Ultima modifica il Venerdì, 08 Gennaio 2016 04:32

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