Lunedì, 29 Luglio 2013 15:53

I 12 referendum radicali arrivano all'Aquila con l'appoggio del Pdl

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“Quando la politica è bloccata, l’unico modo per sbloccarla sono le iniziative di democrazia diretta”. Mario Staderini cita l’articolo 75 della Costituzione che, attraverso il referendum abrogativo, fa del cittadino un legislatore. Il segretario nazionale dei Radicali Italiani ha presentato questa mattina, alla Villa Comunale dell’Aquila, i 12 quesiti referendari che i Radicali, insieme ad altre associazioni e movimenti politici, stanno promuovendo in tutta Italia. Ad accoglierlo, il Presidente dei Radicali Abruzzo Roberto Di Masci e il segretario Renato Ciminà.

Tuttavia, è stato il Pdl Abruzzese ad invitare il partito Radicale all’Aquila per aderire pubblicamente e impegnarsi nella raccolta, entro fine settembre, delle 500 mila firme necessarie per la richiesta di referendum.

Il Pdl d’Abruzzo, da oggi, si impegna a sostenere i quesiti che riguardano la cosiddetta “giustizia giusta” (introduzione della responsabilità civile dei magistrati e della separazione delle carriere, rientro nella proprie funzioni dei magistrati fuori ruolo, riduzione dell’uso della custodia cautelare) ad eccezione dell’abolizione dell’ergastolo che, ha spiegato Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl, è “vincolato dalla libertà di coscienza di ognuno”.

Libertà di scelta anche per quel che riguarda gli altri quesiti che toccano i temi dell'immigrazione, delle droghe, e del divorzio. Sorprende, in tal senso, la scelta del Presidente della Regione Gianni Chiodi di sottoscrivere due settimane fa a Teramo, alla presenza di Marco Pannella, tutti e 12 i referendum.

A chi accusa il Pdl di occuparsi di giustizia solo perché in questo momento interessa Silvio Berlusconi, Staderini risponde che “è un fatto positivo che il ribellismo del Pdl in difesa del padrone si sia convertito in un obiettivo di riforma della giustizia attraverso i referendum.”

A rappresentare il Popolo della Libertà c’erano anche i consiglieri regionali Riccardo Chiavaroli, Luca Ricciuti e Walter Di Bastiano che, all’interno della campagna referendaria, non potranno autenticare le firme ma si impegneranno a sollecitare consiglieri comunali e provinciali, che insieme ai segretari comunali, possono autenticarle. Dal Comune dell’Aquila, le prime adesioni sono arrivate dal consigliere comunale Pierluigi Properzi di Domani L’Aquila, nelle cui fila si era candidato alle scorse elezioni Roberto Di Masci dei Radicali Abruzzo, e Gianni Padovani dei Socialisti Riformisti.

Grande assente, non solo della mattinata ma di tutta la campagna referendaria, il Partito Democratico.
“La posizione del Pd è il punto dolente - spiega Staderini - Il Partito democratico, ad oggi, non si è impegnato su nessuno dei 12 quesiti e la cosa mi colpisce molto, in particolare per quel che riguarda alcuni dei quesiti: il divorzio breve, la Fini-Giovanardi e soprattutto i due referendum sull’immigrazione.”

Il segretario radicale lancia l’appello al maggiore partito del centro sinistra: “Un milione di firme sarebbe la migliore risposta a chi, come Calderoli, crede di continuare con l’ideologia del razzismo e della paura.” 

Ma quali sono i quesiti a cui gli italiani, se si dovesse raggiungere in quorum delle 500 mila firme necessarie, saranno chiamati a rispondere? “Si tratta di questioni sociali che riguardano milioni di italiani - ha spiegato Staderini - e che il Parlamento non affronta perché sono scomode al potere, romperebbero degli equilibri”.

Dodici temi che riguardano la vita, i diritti e la libertà su immigrazione, droga, contro l’abuso del carcere preventivo, per l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati, per abolire il finanziamento pubblico ai partiti, rivedere il sistema dell’8x1000, per il divorzio breve, per abolizione dell’ergastolo.

Il primo pacchetto di sei referendum è stato presentato lo scorso 10 aprile dai Radicali Italiani, incontrando il sostegno di forze politiche e sociali riunite nel Comitato Cambiamo Noi (www.cambiamonoi.it).
Il secondo pacchetto di sei quesiti è stato depositato il 28 maggio dal Comitato Giustizia Giusta, presieduto da Marco Pannella, (www.referendumradicali.it).

DIVORZIO BREVE

Il quesito sul divorzio breve è volto ad eliminare i tre anni di separazione obbligatoria previsti prima di ottenere il divorzio. Lo scopo è quello di eliminare il carico sociale e giudiziario che grava sui cittadini e sui tribunali in termini di costi e durata dei procedimenti. La domanda per il divorzio potrebbe quindi essere fatta contestualmente a quella per la separazione.

IMMIGRAZIONE

Abrogazione delle norme che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare. Eliminare il reato di clandestinità, uno schiaffo all’umanità e alla giustizia intesa come risoluzione di reati, quando in questo caso il reato non esiste.
Cresce al 36% la percentuale dei detenuti stranieri (era il 29% nel 2000). Non è un giudizio contro il fatto commesso, ma contro una condizione esistenziale di persone in gravi condizioni economiche e umanitarie. Il primo quesito abroga l’articolo 10 del Testo Unico sull’immigrazione per l’eliminazione del reato di clandestinità e gli articoli 4bis e 5bis dello stesso testo di legge, che legano la possibilità di restare in Italia alla stipula di un contratto di lavoro. Una norma che crea le basi per il ricatto costante di datori di lavoro nei confronti dei migranti, i quali sono spesso costretti ad entrare nel circuito del lavoro nero o della microcriminalità. L’obiettivo è quello di abrogare norme volute dall’ex Ministro dell’Interno Maroni che introdusse il pacchetto sicurezza del 2009 e presenti nella legge Bossi-Fini del 2002 per tornare ad un sistema almeno simile a quello della Turco-Napolitano del 1998.

8x1000

Il quesito del referendum sull’ 8x1000 chiede che la quota relativa alle scelte non espresse sull’8x1000, attualmente più del 50%, circa 600 milioni di euro l’anno, non sia ridistribuita tra le varie confessioni religiose, come accade attualmente, ma rimanga nelle casse, già sofferenti, dello Stato. Quello dell’8x1000 è un sistema frutto dei rapporti ambigui tra Vaticano e Stato Italiano che dai Patti Lateranensi in poi ha conferito alla Chiesa Cattolica in Italia una posizione di primato sia sullo Stato, che tra le altre confessioni. L’8x1000 frutto di una non scelta viene ripartito in favore soprattutto al 90 % della Conferenza Episcopale Italiana e il resto alle altre religioni.

DROGHE

Oggi le carceri in Italia sono diventate il contenitore di disagi sociali come la tossicodipendenza. Un terzo dei detenuti è rinchiuso per droghe, spesso per essere stato beccato con piccole quantità. In Italia solo i tossicodipendenti in carcere rappresentano il 38%, contro circa il 15% di Germania e Francia.
Il quesito del referendum sulle droghe chiede l’eliminazione del carcere per fatti di lieve entità legati al consumo di droghe (ad esempio la coltivazione domestica il possesso e trasporto di quantità medie, condotte border line tra consumo e piccolo spaccio). Rimarrebbe invece la sanzione penale pecuniaria della multa da 3mila a 26 mila euro.
La prospettiva verso cui è indirizzato questo quesito è la legalizzazione delle droghe leggere come antidoto al mercato nero e alla repressione sociale. Tuttavia non è possibile raggiungere quest’obiettivo attraverso referendum, a causa delle convenzioni internazionali stipulate dell’Italia.

FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI

Il quesito chiede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che attualmente si traduce nel cosiddetto “rimborso elettorale”, sistema che aggira l’esito del referendum del 1993 che stabiliva l’abolizione appunto del finanziamento pubblico ai partiti. Il testo interviene sulla legge n. 96 del luglio 2012 che ha creato un fondo unico per finanziamento pubblico e rimborso spese elettorali (70% del totale) e un altro per il cofinanziamento dello Stato in aggiunta alle donazione private (30%). L’abrogazione riguarda l’intero meccanismo istituito dalla nuova legge e quindi di tutti e tre le tipologie di contributi. Si mantiene invece la disposizione che riguarda le detrazioni per le erogazioni liberali. Rimangono anche le norme relative a uso di locali per attività politiche, quelle sulla trasparenza dei finanziamenti privati, sull’anagrafe patrimoniale dei tesorieri, sui limiti massimi spese elettorali per elezioni comunali e europee.
Per Staderini l’attuale governo non ha fatto nulla per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. “In parlamento il governo Letta presenta una diversa modalità – spiega il segretario radicale - per finanziare i partiti, la sostanza non cambia, certo il sistema è meno scandaloso del precedente, ma il problema è andare verso un sistema completamente diverso, nella mentalità, cioè gli apparati di partito non siano finanziati con le tasse degli italiani, che è quello che dicevano il referendum del 1993. Chiediamo che venga rispettata quella volontà degli italiani, perché aiuterebbe i partiti ad uscire dall’occupazione dello stato. Se un partito viene pagato dallo Stato diventa un pezzo dello Stato, quindi lo ritroveremo nelle nomine nelle municipalizzate, della Asl, dell’Enel.”

ABOLIZIONE ERGASTOLO

E’ il quesito che serve ad abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato. La detenzione deve avere come finalità la rieducazione del condannato, principio costituzionale in contraddizione con la logica del “fine pena mai”. Abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale.

SEPARAZIONE CARRIERE MAGISTRATI

Separazione del ruolo del Gip, giudice, da quello del Pm,Pubblico ministero, in modo che ci sia maggiore trasparenza e obiettività nel giudizio. E’ diritto del cittadino essere giudicato da un giudice terzo, obiettivo e imparziale.

RESPONSABILITA’ CIVILE MAGISTRATI

Perché non si ripeta più quello che è successo con Enzo Tortora, processo mostro al termine dei quali i responsabili non pagano mai. Affinché in tempi rapidi il cittadino possa ottenere il risarcimento per le ingiustizie subite atraverso l’azione civile risarcitoria, modificando la legge numero 117 del 13 aprile 1988.

CUSTODIA CAUTELARE

Per limitare il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, ai soli reati gravi. Attualmente molti cittadini sono rinchiusi in carcere per anni senza che siano stati giudicati. I detenuti in attesa di giudizio e quindi in custodia cautelare, che scontano ingiustamente una pena non comminata sono il 40% della popolazione carceraria. Oggi la custodia cautelare è uno strumento che viola il principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza. Con l’abrogazione del Decreto del Presidente della Repubblica del 22 settembre 1988, si vuole limitare il ricorso al carcere prima di una sentenza definitiva, quando cioè l’imputato può essere ancora ritenuto innocente.

MAGISTRATI FUORI RUOLO

Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario, i tanti processi aperti che sono destinati così a diventare carta straccia per la prescrizione. Porre un freno ai magistrati “fuori ruolo”, quelli cioè posti presso gli uffici legislativi dei gabinetti ministeriali , eliminando la commistione tra magistratura e alta amministrazione. Responsabilità civile dei magistrati e immigrazione sono due quesiti ognuno, per questo ne sono 12. Ogni cittadino è invitato ad esercitare il potere datogli dallo strumento di democrazia diretta, qual è il referendum, recandosi già da questa settimana presso il proprio comune, o i banchetti che verranno allestiti al più presto in tutto l’Abruzzo, a partire da sabato prossimo ad Avezzano. “All’Aquila, il prossimo consiglio comunale, previsto per il 7 agosto sarà un occasione per aderire alla campagna referendaria, ha ricordato in chiusura Roberto Di Masci dei Radicali Abruzzo.

Ultima modifica il Lunedì, 29 Luglio 2013 17:32

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