"Se l'impressione che abbiamo dato è quella di esserci sfilati dal referendum è un'impressione sbagliata. Dal nostro punto di vista la battaglia che si deve fare ora va al di là del quesito referendario e riguarda soprattutto le nuove prospettazioni".
Il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, risponde così alle dure critiche espresse dal fronte No Triv nei confronti della giunta D'Alfonso, che, nei giorni scorsi, con un atto unilaterale, non approvato dal consiglio regionale, ha deciso di ritirarsi dalla compagine referendaria (comprendente anche Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) che aveva presentato i quesiti per bloccare le trivellazioni nei mari italiani.
"Anzitutto" spiega Lolli a NewsTown "dobbiamo dire che su Ombrina Mare, che era il problema più emergente, abbiamo vinto. L'accordo fatto dalle regioni, però, prevedeva, oltre allo stop alle trivellazioni entro il limte delle 12 miglia, anche che si potesse andare a conclusione delle perforazioni esistenti, cosa sulla quale, secondo me, si doveva riflettere un po' meglio, e, soprattutto, che si potessero fare nuove prospettazioni al di fuori delle 12 miglia. A mio parere il vero problema, adesso, sono proprio le prospettazioni, che sono impattanti tanto quanto le trivellazioni, visto che non sono semplici studi. L'idea di fare queste prospettazioni al largo delle isole Tremiti, e lo dico da cittadino, non è avccettabile. Dal nostro punto di vista, dunque, il probema del referendum è superato ma questo non vuol dire che si sfiliamo dalla vicenda nazionale".