Venerdì, 22 Gennaio 2016 16:27

No-gender: Pd prende le distanze dal voto e 'sconfessa' il capogruppo

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Sta squassando il mondo politico regionale il voto favorevole della Quinta commissione alla risoluzione, presentata da Paolo Gatti (Forza Italia), che "impegna la Giunta regionale a intraprendere una interlocuzione con l'Ufficio Scolastico Regionale - ha spiegato Gatti - che miri a evitare la diffusione della 'teoria del gender' nelle scuole abruzzesi".

Il sì della commissione è arrivato con la sola opposizione dei Cinque Stelle: tutti gli altri, democratici compresi, hanno votato a favore.

E il giorno dopo, all'interno del Pd, è montata la polemica. "Come Partito Democratico d'Abruzzo parteciperemo alla manifestazione di domani a favore del riconoscimento dei diritti civili a tutte le coppie anche quelle dello stesso sesso e non permettiamo a nessuno di mettere in dubbio quello che diciamo perchè la nostra posizione è chiara, limpida e se si va avanti sulla strada del cambiamento è perché il PD si è messo in gioco, non altri", ha chiarito il segretario regionale, Marco Rapino. Che ha poi sottolineato come "l'insegnamento della teoria gender nelle scuole non esiste, non c'è alcun tipo di insegnamento di questo tipo nella nostra riforma, in quella riforma per cui il nostro stesso partito ha lavorato e che ha portato avanti. Questo non lo dico io ma è stato più volte detto e ripetuto dal nostro Governo Nazionale e non si può tutelare nessuno da una cosa che non esiste".

Dunque, l'affondo: "Quando si è parte integrante di un partito, e chiunque iscritto lo è, bisogna tenere sempre a mente che la linea che si segue è quella espressa dalla maggioranza, se non si è d'accordo e non si può fare a meno di pensarla in maniera contraria allora si sta esprimendo una posizione personale e chi lo fa è pregato di sottolineare questo passaggio".

Un messaggio piuttosto chiaro al consigliere democrat Luciano Monticelli e al collega Sandro Mariani che, fatto ancor più grave, è il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale: entrambi, infatti, hanno sottoscritto la risoluzione presentata da Gatti.

A prendere le distanze dal voto, con parole molto dure, è anche l'assessora regionale all'Istruzione e alle Politiche sociali Marinella Sclocco. "La proposta di risoluzione avanzata dalla Commissione Consiliare, che mira ad impedire un eventuale indottrinamento nelle scuole sulla teoria gender, appare offensivaha sottolineato Sclocco - fuorviante e frutto soltanto di una strumentalizzazione che tira in ballo la scuola".

"La teoria gender non esiste e non ha alcun fondamento scientifico. Per questo - ha ribadito l'assessora - quella votazione è un'offesa al mondo della scuola e alla responsabilità e alla serietà dei docenti. Mi spiace rilevare, quindi, che la risoluzione proposta non è altro che un inutile esercizio di propaganda politica, in quanto il ministero dell'Istruzione ha già escluso qualsiasi tipo di insegnamento di teorie gender nella scuola italiana. Tale circolare del luglio scorso è ben conosciuta ed applicata anche dall'Ufficio scolastico regionale. E con il ministro Giannini - ha concluso Sclocco - concordo nel dire che chi parla di teoria gender compie una 'truffa culturale'".

Parole dure, come detto, che non mancheranno di alimentare altre polemiche se è vero che, oltre ai consiglieri democrat Monticelli e Mariani, altri colleghi di maggioranza che sostengono la Giunta D'Alfonso hanno sottoscritto la mozione: in particolare Lorenzo Berardinetti e Alessio Monaco (Regione Facile), Mario Olivieri (Abruzzo civico) e Maurizio Di Nicola (Centro democratico). Hanno votato favorevolmente, insieme a Emilio Iampieri e Lorenzo Sospiri (Forza Italia), Mauro Di Dalmazio (Abruzzo futuro), e Giorgio D'Ignazio (Ncd).

Anche Pierpaolo Pietrucci, membro della Va Commissione, che ieri non era presente al momento del voto e aveva delegato a rappresentarlo il capogruppo Sandro Mariani, questa mattina era piuttosto seccato e, a microfoni spenti, si è dissociato dal voto.

 

Arcigay 'M. Consoli' dell'Aquila: "Provvedimento irricevibile, fazioso e sintatticamente scorretto"

"L'intesa con l'Ufficio scolastico Regionale sarà utile a definire l'opportunità di un'educazione fondata sull'acquisizione del valore e della bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica che ne conseguono". E' quanto recita il provvedimento volto a colpire la c.d. 'Teoria del Gender' nelle scuole, firmato dal Vicepresidente del Consiglio Regionale abruzzese Paolo Gatti (FI) e approvato in modo trasversale durante i lavori della quinta commissione del 21 gennaio.

Per l'Arcigay M.Consoli si tratta di un provvedimento irricevibile, fazioso e sintatticamente scorretto, che nonostante le goffe rassicurazioni di Gatti, getta un velo di oppressione sulle esistenze degli omosessuali e danneggia irresponsabilmente la già precaria immagine dell'Abruzzo: una regione che avrebbe bisogno di posti di lavoro, di una sanità migliore e di ingenti tutele ambientalistiche, non certo di un provvedimento omofobo. Ancor più grottesco poi, che il tutto avvenga a pochi giorni dalla discussione in Senato del ddl "Cirinnà" sulle unioni civili , quando le piazze di tutta Italia si preparano ad accogliere le manifestazioni indette dalla comunità LGBT.

E' deplorevole che un rappresentante delle istituzioni parli di tutela verso società, famiglie e bambini rispetto ad una teoria fantomatica come quella del "Gender", che ricorda molto le tesi fasciste del complotto "demo-pluto-giudaico-massonico", le quali ebbero come tragica conseguenza l'eliminazione degli ebrei. Lo è ancor di più il fatto  che da un lato si invochi il rispetto verso l'educazione alla sessualità, mentre dall'altro si censuri in modo offensivo e strumentale l'identità di migliaia di abruzzesi che pagano le tasse, adempiono i loro doveri di buoni cittadini e godono di piena capacità giuridica, senza però vedersi riconosciuti i propri diritti civili.

L'Arcigay lavorerà dall'esterno affinché l'atto venga ritirato; proprio il 15 gennaio infatti, durante un'interrogazione parlamentare, il MIUR si è espresso contro un provvedimento del Consiglio Regionale Veneto avente il medesimo oggetto e sottolineando così l'incompetenza delle regioni rispetto ai contenuti dell'offerta formativa scolastica.

Viene comunque da chiedersi come sia possibile che un provvedimento di questa portata sia stato approvato senza il minimo dibattito, in una regione governata dal Partito Democratico e che  gli unici ad aver contestato la risoluzione siano stati i consiglieri del Movimento 5 stelle, mentre nella stessa commmissione che ha approvato il testo, siederebbero diversi uomini della maggioranza di centrosinistra, tra cui l'aquilano Pierpaolo Pietrucci.

 

Udu L'Aquila, Udu Teramo, 360° Chieti Pescara: "La teoria gender non esiste: da Regione Abruzzo, demagogia e arretratezza culturale"

"Ieri in Consiglio Regionale è stata presentata una risoluzione, a prima firma del consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Gatti, contro l'insegnamento della 'teoria Gender0 nelle scuole abruzzesi. La risoluzione, approvata a larga maggioranza in V Commissione regionale, vede tra i suoi firmatari anche esponenti del Partito Democratico, tra i quali spicca il nome di Sandro Mariani, capogruppo PD. La risoluzione impegna il Presidente della Regione a sottoscrivere un apposito protocollo di intesa con l'Ufficio scolastico regionale per sancire questo divieto. Troviamo tutto ciò alquanto vergognoso e frutto di una becera, quanto inutile, propaganda politica".

Si legge in una nota firmata da Udu L'Aquila, Udu Teramo e 360° Chieti Pescara. "Già nel luglio 2015 - sottolineano i sindacati degli universitari - il MIUR aveva chiarito, con una circolare, come non esistesse alcuna sedicente 'teoria del Gender' tra i temi affrontati dalle scuole italiane, tanto che la stessa Ministro, On.Giannini, bollò come artefici di una vera e propria "truffa culturale" tutti coloro che alimentavano questo tema. Al proponente consigliere Gatti e ai sottoscrittori sarebbe bastato guardare le linee guida del governo nazionale per rendersi conto della stupidità di quanto stavano firmando e votando. Ancora più incomprensibile è l'adesione alla delirante risoluzione avvenuta da parte del capogruppo regionale del PD, consigliere Mariani, che, evidentemente, è poco informato delle attività del proprio Governo e del proprio partito nazionale".

E' poi motivo di grande preoccupazione - aggiungono - "il fatto che i consiglieri regionali, guidati peraltro dall'ex assessore regionale alle politiche formative, possano ritenere di poter intervenire sui percorsi educativi delineati dal MIUR, dalle Scuole e dagli insegnanti. Vorremmo fosse chiaro che non esiste alcuna 'teoria Gender' e che quanto scritto dai consiglieri regionali abruzzesi è quanto di più scellerato si possa esprimere, specie se si considera che è avvenuto a due giorni da una importante manifestazione nazionale a supporto delle unioni civili. Mentre il resto del Paese discute di fare passi in avanti sui diritti civili, l'emiciclo abruzzese dimostra tutta la sua arretratezza culturale e chiusura mentale, approvando una risoluzione che non solo non fa altro che alimentare omofobia e transfobia, ma addirittura nega l'esistenza di omosessuali, transessuali e famiglie diverse da quelle 'tradizionali' che, secondo la Regione Abruzzo, 'possono turbare la serenità dei bambini'".

Dunque, Udu L'Aquila, Udu Teramo e 360° Chieti Pescara, ribadiscono la partecipazione, domani, in tre importanti piazze abruzzesi: "a Pescara alle ore 16 a Piazza Salotto, a L'Aquila alle ore 15:00 alla Fontana Luminosa e a Chieti in Piazza Largo dei Martiri, in occasione della manifestazione nazionale #SvegliatiItalia. E' tempo che l'Italia, e soprattutto l'Abruzzo, si svegli. E' tempo di essere tutti uguali".

Ultima modifica il Venerdì, 22 Gennaio 2016 18:05

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