Il Patto per il Sud predisposto dalla Regione Abruzzo nell'ambito del Masterplan per il Mezzogiorno dà all'Aquila solo poche briciole e, nella parte più importante, quella riguardante gli investimenti in infrastrutture strategiche, non contiene nulla di sostanziale.
E' una bocciatura senza appello quella che Giorgio De Matteis, capogruppo di L'Aquila città aperta in consiglio comunale, riserva al pacchetto di interventi da 1 miliardo di euro presentato dalla Regione per dare attuazione al piano di investimenti per il Sud annunciato dal governo Renzi.
Sulla carta, 460 milioni di questo miliardo dovrebbero servire a finanziare una serie di infrastrutture. Ma, dice De Matteis, a scorrere la lista della spesa per L'Aquila c'è appena una mancetta: “A conti fatti” dice De Matteis “abbiamo 5 milioni di euro per la velocizzazione del collegamento ferroviario L'Aquila-Pescara, che però riguardano la Valle Peligna; poi ci sono gli 8 milioni di euro del ponte sulla Mausonia e i 37 milioni della Variante Sud, ma in entrambi i casi si tratta di progetti e fondi dell'Anas. A parte questo non c'è nulla. Gli investimenti più importanti sono concentrati tutti su altre province, in particolare Chieti e Pescara. Addirittura ci sono 50 milioni per la pista ciclabile mentre dall'elenco è stato tolto l'aeroporto di Preturo tanto caro a Cialente, che solo pochi mesi fa veniva indicato da D'Alfonso come infrastruttura strategica insieme agli autoporti di San Salvo, Roseto e Avezzano”.
Anche i 10 milioni previsti per la valorizzazione dell'ex ospedale psichiatrico di Collemaggio sono spiccioli: “Serviranno al massimo per rimettere a posto tre palazzine, quando l'intero complesso ne conta una ventina. Ma poi, per farci cosa? Nessuno lo ha spiegato”.
De Matteis ha chiesto al presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti di convocare al più presto una seduta straordinaria dell'assemblea per discutere del Masterplan insieme a Luciano D'Alfonso: “Sempre che si degni a venire”.
Gli strali lanciati dall'ex assessore regionale, però, sono rivolti soprattutto verso Cialente e il Pd aquilano: “Tra Masterplan, Soprintendenza, Arap, siamo di fronte a un'oggettiva spoliazione della città ma né il sindaco né la Pezzopane né Lolli dicono nulla. Non una parola nemmeno sul fatto che la legge di Stabilità non ha riconfermato i 24 milioni di trasferimenti straordinari che, negli anni scorsi, lo Stato aveva destinato al Comune per far quadrare il bilancio”.
“Se tutto questo fosse accaduto ai tempi di Chiodi” accusa De Matteis “Cialente avrebbe ululato alla luna. I suoi inviti a non fare polemiche e a non alzare i toni, poi, sono ridicoli. Tutti ricordiamo le cialentate di questi anni, dalla fascia da sindaco riconsegnata al tricolore fatto togliere dal Comune”. L'unica voce fuori “da un coro di muti”, dice De Matteis, è quella di Pietrucci: “E' l'unico ad essersi fatto sentire”.
“Mi chiedo se questa città abbia ancora un sindaco" attacca De Matteis "Capisco che ormai Cialente sia arrivato al crepuscolo della sua carriera politica ma è evidente che ha perso la testa e che si sta facendo calpestare come lo zerbino d'Abruzzo. Dall'autorità portuale all'aeroporto di Pescara D'Alfonso non ne sta infilando una ma Cialente sta zitto. Perché? Cosa c'è dietro questo silenzio?”.
Secondo De Matteis anche lo scontro in atto all'interno del centrosinistra per la nomina del nuovo manager della Asl L'Aquila-Avezzano-Sulmona è emblematico dello scarso interesse del sindaco nel tutelare gli interessi della città: “Cialente vorrebbe che il nuovo direttore generale non fosse né un medico né un aquilano. Prima di tutto mi chiedo perché debba essere Cialente a scegliere, visto che nomina spetta al presidente della Regione. Ma poi perché non un medico? E perché non un aquilano? A Pescara D'Alfonso ha nominato, come successore di D'Amario, Mancini, che è un medico ed è pescarese. Se davvero Cialente è convinto che un medico non possa fare l'amministratore, allora mi chiedo come faccia a fare il sindaco, visto che anche lui è un medico”.
Pur non facendo nomi, De Matteis vorrebbe dunque che il nuovo direttore generale della Asl 1 fosse un medico aquilano: “Perché quando gli altri difendono i propri interessi sono bravi e quando lo facciamo noi siamo campanilisti? Il nuovo manager deve essere aquilano e deve essere un medico. Voglio ricordare che questa settimana, a Pescara, si è fatta una riunione, alla quale hanno partecipato i direttori generali delle altre tre Asl abruzzesi, per decidere il taglio delle unità operative complesse. Una partita importantissima che per L'Aquila non sta gestendo nessuno”.