L'accordo sembrava raggiunto.
Rinaldo Tordera era pronto a succedere a Giancarlo Silveri alla guida della Asl1, L'Aquila-Avezzano-Sulmona. Il governatore Luciano D'Alfonso sembrava aver trovato l'incastro giusto: con la nomina dell'attuale amministratore Asm, infatti, avrebbe restituito il favore ad un pezzo di classe dirigente aquilana, quella, per intenderci, che fa riferimento all'associazione cultural-politica "Insieme", di cui Tordera è socio fondatore e Carlo Masciocchi, prorettore dell'Università dell'Aquila, vice presidente. Masciocchi è uno dei grandi 'sponsor' del governatore a L'Aquila ed è stato il regista dell'operazione politica che ha portato alla candidatura di Lucia Pandolfi alle ultime elezioni regionali. Pandolfi che, pure non eletta, ha portato in dote a D'Alfonso circa 1400 voti.
Non solo. Giocandosi il nome di Tordera, D'Alfonso avrebbe accontentato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che continua ad insistere per la nomina di un manager e che, altrimenti, potrebbe mettersi di traverso al momento di approntare l'annunciata riforma della rete ospedaliera regionale, e, con lui, buona parte del fronte che, ispirato dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, vorrebbe la nomina di un medico espressione del territorio. Tordera, evidentemente, non è un medico ma conosce perfettamente la realtà aquilana.
Che poi, il quadro sembrava potesse andare apposto con la scelta di un direttore sanitario aquilano, e si erano fatti i nomi di Alessandro Grimaldi e Patrizia Masciovecchio.
Tutti contenti. Se non fosse che la cena di lunedì, alla 'Taverna 58' di Pescara, ha reso manifesta l'intenzione del governatore di nominare Tordera manager con Umberto Occhiuzzo, marsicano, direttore sanitario. Così, il governatore avrebbe accontentato anche il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, e il fratello Gianni, sindaco di Avezzano. La notizia ha mandato il boccone di traverso a molti dei commensali e, in particolare, a coloro che spingono per la nomina di un medico espressione dell'azienda sanitaria locale e che, come detto, si sarebbero anche accontentati di cedere sul nome di Tordera a patto, però, che il direttore sanitario fosse un medico aquilano.
Non solo. L'accordo 'svelato' tra D'Alfonso, Cialente e Di Pangrazio ha irrigidito, ancor di più, la posizione dell'assessore alla sanità Silvio Paolucci che non ha mai visto di buon occhio la nomina di Tordera e lo strappo istituzionale che potrebbe causare, esponendo la Regione ad un mare di ricorsi. Come noto, infatti, l'amministratore della Asm non è nella lista dei 197 professionisti ritenuti idonei al ruolo di direttore generale con una delibera di Giunta regionale del 9 settembre scorso. Per la nomina, D'Alfonso dovrebbe attingere dagli 800 idonei al ruolo riconosciuti da Regione Lombardia, e Tordera è in qualla graduatoria, sebbene non abbia superato la selezione per essere inserito nella short list a disposizione del governatore Roberto Maroni per eventuali nomine. Paolucci, tra l'altro, non è l'unico a fare muro: sulle posizioni di Pietrucci, infatti, è anche l'assessore Donato Di Matteo.
Un bel guaio.
Oramai, i giochi sono stati svelati e il nome di Tordera, forse, è uscito troppo presto sulle prime pagine dei giornali. Invece di risolversi, la situazione si è ulteriormente ingarbugliata: per questo, la nomina è stata rinviata di nuovo, svelando i leggerissimi equilibri che sottendono alla tenuta della maggioranza di centrosinistra in Regione. Il manager lombardo resta in pole position, per usare una metafora sportiva, ma andrà trovato un altro accordo.
E' stata rinviata anche la discussione sul project financing presentato da Maltauro che vorrebbe realizzare un mega ospedale a Chieti. Il consiglio regionale avrebbe dovuto votare il via libera alla dichiarazione di "pubblico interesse" sul progetto, un investimento da 278 milioni di euro per la realizzazione di un nosocomio di 78.500 metri quadrati, su 8 piani. Non sembra proprio il momento giusto per discuterne.