Martedì, 01 Marzo 2016 18:18

Cratere: casse vuote e ricostruzione al palo, tra proroga e Corte dei conti

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Molti dei 57 comuni del cratere sismico abruzzese stanno soffrendo in queste settimane la mancanza di liquidità per la ricostruzione dei borghi colpiti dal terremoto dell'aprile 2009 in tre province della regione. Le casse vuote dei conti degli enti di prossimità sono dovute all'impossibilità di firmare i mandati per i contributi, da parte del titolare dell'Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere (Usrc), Paolo Esposito.

Lo scorso 11 gennaio per il dirigente ministeriale era stato fatto un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (dpcm), che in breve tempo avrebbe dovuto passare il vaglio della vidimazione da parte della sezione centrale della Corte dei Conti, che verifica la legittimità degli atti del governo e della presidenza del consiglio dei ministri. Si tratta di un passaggio obbligatorio per le figure, come quella del titolare dell'Usrc, che firmano atti a valenza economica.

Ma, a quasi due mesi dalla firma del decreto del sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, da Roma ancora non giungono notizie. Sul destino della vidimazione ci sono versioni contrastanti.

Da un lato, vi sono indiscrezioni secondo le quali la Corte dei Conti avrebbe rimandato addirittura al mittente (Palazzo Chigi) il decreto, esigendo un'integrazione. Dall'altro, saremmo invece di fronte ai normali tempi di verifica della pratica da parte della giustizia contabile. La Corte dei Conti, infatti, ha sessanta giorni di tempo dalla firma del decreto per promuovere o bocciare il provvedimento. In questi due mesi può chiedere rilievi all'amministrazione che ha disposto il decreto, la quale a sua volta ha l'obbligo di fornirle entro trenta giorni. Se le integrazioni non convincono ancora la Corte, la pratica viene trasferita alle sezioni riunite della Corte stessa, che decideranno il da farsi.

Al di là delle vere o presunte pastoie burocratiche, il dato di fatto è che non viene firmato nessun provvedimento da parte dell'Usrc dal 1 gennaio scorso, ovvero dalla scadenza del contratto (che già era stato prorogato di un mese) di Esposito. Una situazione che preoccupa non poco molti sindaci del cratere, che devono vedersi trasferiti i fondi nelle casse comunali al fine pagare gli stati di avanzamento dei lavori (sal). C'è il rischio del congelamento dei cantieri già avviati e del ritardo dei cantieri da aprire.

"Abbiamo scritto già due settimane fa una nota al governo e al sottosegretario di competenza alla ricostruzione (Paola De Micheli, ndr), chiedendo a ognuno di fare la propria parte per accelerare la situazione - afferma preoccupato Sandro Ciacchi, uno dei due coordinatori dei sindaci del cratere - Finora abbiamo ricevuto solo silenzio. Siamo in attesa che accada qualcosa, ma se va avanti così in qualche settimana ci si dovrà fermare".

Ultima modifica il Martedì, 01 Marzo 2016 19:32

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