Lunedì, 14 Marzo 2016 16:52

Contrordine compagni, il progetto Case va abbattuto (forse), lo dice l'Ue

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Bertolaso e Berlusconi li realizzarono con la compiacenza delle massime istituzioni locali che ne hanno scelto le localizzazioni e li hanno inaugurati tra i festeggiamenti.

Poi il Comune li ha ereditati, facendoli così divenire il proprio fardello immobiliare, tanto da costituire una possibile causa di default economico per le spese che producono.

Parliamo dei diciannove quartieri del progetto Case, sempre difesi dal sindaco Massimo Cialente che ne ha più volte prospettato e decretato, insieme alla sua Giunta, l'utilizzo come alloggi che vadano al di là dell'emergenza: per studenti e giovani coppie ad esempio e, come già avviene, per i casi di famiglie indigenti o per i giocatori delle squadre sportive locali.

Solo pochi giorni fa l'assessore al sociale Emanuela Di Giovambattista ha annunciato un nuovo bando per l'assegnazione di alloggi alle giovani coppie, aprendo ad un modello di housing sociale.

La loro vita tuttavia è stata attraversata sin dalla nascita dal tema del loro abbattimento. Ultimamente anche un consigliere di maggioranza, il capo gruppo del Pd Stefano Palumbo, ha avuto il coraggio di sollevare il tema già noto della loro nemesi, facendo approvare un Odg in Consiglio che prevede "l'elaborazione di un piano d'abbattimento graduale".

Cos'è successo ora, di nuovo? In mezzo alle beghe tra il Partito Democratico locale e regionale, il tema "Progetto Case" è riemerso con alcuni nuovi connotati. Il sindaco dell'Aquila ha affermato al quotidiano Il centro, e poi puntualizzato in un post sui social network, che "l'Ue - differentemente da quanto prevede la legge italiana - ha decretato che il progetto Case sia temporaneo" e quindi, in poche parole "ancora non possiamo sapere come, e se utilizzarli". Quindi bisogna attendere prima di fare scelte.

Un'improvvisa frenata quantomeno rispetto agli annunci, i bandi indetti e le delibere fatte fino ad adesso. In più, viene anche da chiedersi cosa abbiamo ereditato come Comune, se poi non possiamo decidere cosa farne, quali mantenere, quali abbattere...

Va bene, il tutto si negozierà con quell'entità astratta ai più che è l'Europa, ma le dichiarazioni del sindaco Cialente sembrano piuttosto voler cogliere la palla al balzo per un'inversione di marcia che consentirebbe così al Comune di sbarazzarsi di questo numero esorbitante ed ingestibile di alloggi. Contrordine compagni, vanno abbattuti! Lo dice l'Europa, d'altronde.

Ma è qui che si apre l'altra questione: con quali soldi si abbatterebbe il progetto Case e si ripristinerebbero le aree dove sono stati costruiti? Ci penserebbe l'Europa? Altrimenti?

Sorprende che l'occasione per la precisazione del sindaco sulla necessità di attendere per scegliere il loro futuro, sia arrivata in risposta alle affermazioni del governatore Luciano D'Alfonso e della senatrice Stefania Pezzopane che, semplicemente, si sono permessi di dire quello che anche lui dice da anni.

Certo, solo una precisazione ha ricordato Cialente, eppure non sfugge, dalle parole riportate sullo stesso articolo de Il Centro dell'assessore Fabio Pelini, la levata di scudi contro i "commissariamenti" dall'alto, che magari quando ci sono davvero restano opachi salvo poi esser gridati ai quattro venti come spauracchio in altre questioni.

Come se non si possano accettare pareri espressi al di là di San Gregorio, salvo poi lasciare, senza battere ciglio, che sia l'Europa a commissariare la scelta su quali quartieri abbattere, o meno.

Di tutto ciò, cosa ne pensano gli aquilani, che dopo il sisma non hanno quasi mai potuto scegliere nulla riguardo la nuova città dove vivono? Davvero se l'Europa decide di abbattere tutti i quartieri del progetto Case dovremo rinunciare alla possibilità di utilizzare quello centrale di Sant'Antonio, o quello di Roio situato in una bella posizione, ottima per l'università, e per cui lo stesso consigliere Palumbo ha portato avanti accordi con la rettrice Inverardi? Davvero non possiamo decidere di utilizzarli per una struttura ricettiva per il turismo ad Assergi? Intanto, bisogna aspettare che l'Europa si pronunci più precisamente, sapendo che a Bruxelles non è che non chiudano occhio se non pensano a L'Aquila?

Oltre che con Adsu e Ater, la questione non meriterebbe un passaggio più partecipativo anche nel neo istituito Urban center?

Chissà. O forse, come spesso succede, le decisioni verranno prese sull'Olimpo dai soliti Cialente, Pezzopane, Lolli, Pietrucci, D'Alfonso o qualcun altro di questi personaggi politici 'mitici' che tutto possono dire e decidere, litigando ovviamente tra loro, come riportano le cronache per noi comuni mortali.

 

Ultima modifica il Lunedì, 14 Marzo 2016 18:47

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