L'Abruzzo è rimasta vergognosamente l'ultima Regione in Italia a non essersi dotata del "Garante dei detenuti", una figura che a livello regionale esiste dalla prima metà degli anni zero e che è stata istituita anche a livello nazionale, nel 2014.
Il suo ruolo è appunto quello di garantire i diritti alle persone a cui è stata tolta la libertà, in un Paese, l'Italia, in cui dei 195 istituti di pena - che contengono 52mila detenuti - 91 risultano sovraffollati.
Ora l'Abruzzo ha la possibilità di riscattarsi potendo scegliere, tra i candidati a Garante, una donna la cui storia parla da sé. Stiamo parlando di Rita Bernardini, ex segretaria del partito radicale ed ex parlamentare, da una vita in prima fila per difendere i diritti di chi è rinchiuso in carcere e con anni trascorsi in tal senso tra ispezioni degli istituti di pena e lunghi scioperi della fame.
Sulla sua possibile nomina, è in corso ormai da troppo tempo una lunga querelle che aveva portato anche ad una sua esclusione (poi annullata dal Tar) in quanto indagata per un atto di disobbedienza civile, con l'accusa di produzione di cannabis. Un'accusa da cui poi è stata prosciolta.
In 18, in seno al Consiglio regionale, sarebbero pronti a votarla ma per statuto c'è bisogno di almeno altri tre voti provenienti dalle opposizioni e, fino ad ora, il Movimento Cinque Stelle non ha voluto voltarla, così come il centrodestra.
Negli ultimi giorni, il sottosegretrario alla giustizia Federica Chiavaroli (Ncd), nel corso di una visita alla casa circondariale di Chieti, ha invitato il governatore Luciano D'Alfonso a farsi parte attiva per un accordo.
E oggi, si è tenuta in Regione Abruzzo, a L'Aquila, la conferenza dei capigruppo, presieduta da Giuseppe Di Pangrazio, che ha audito Berardini, la quale ha rilasciato a margine alcune dichiarazioni: "Procedano anche verso la scelta di altri candidati, se la mia disponibilità data dovesse creare problemi all'elezione del Garante dei detenuti. Però dovete scegliere!", ha messo in chiaro la militante Radicale.
"L'ho detto a tutti i capigruppo che sono intervenuti e che ringrazio - ha continuato la candidata garante - non mi limiterò alla relazione annuale, ma li terrò molto informati, perché il carcere fa parte della città, della Regione, e i consiglieri devono sapere cosa accade nelle carceri, perchè i loro interventi sono fondamentali".
"Le carceri in Abruzzo sono come in tutta Italia - ha proseguito - ci sono direttori bravi, conosco ad esempio quello di Pescara, e personale preparato, ma si tratta comunque di istituzioni criminogene e chi fa il suo percorso in carcere non esce migliore. Quindi - ha continuato Bernardini - c'è molto da lavorare, anche con gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna e con gli Uffici di Sorveglianza, per il reinserimento sociale di queste persone; ma deve collaborare tutta la collettività, dalle istituzioni ai cittadini volontari, perché molta strada dev'essere fatta".