Martedì, 29 Marzo 2016 14:12

La City, D'Alfonso e la vicenda del poliziotto Pavone

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La vicenda esplode in Consiglio regionale, il 9 marzo scorso.

Luciano D'Alfonso, sollecitato dal consigliere di centrodestra Paolo Gatti, si lascia andare a dichiarazioni molto pesanti in merito alla pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche tra il governatore stesso e l'assessore Silvio Paolucci, intenti a parlare dell'inchiesta su La City di Pescara.

L'inchiesta - portata avanti dalla Squadra Mobile diretta da Pierfrancesco Muriana - stando agli inquirenti avrebbe evidenziato diverse "forzature" oltre che la violazione di alcune norme urbanistiche, attuate per avvantaggiare il gruppo di imprenditori costruttori del complesso edilizio. Per questo, nel febbraio scorso sono finite sul registro degli indagati 15 persone.

"Mi domando come nascano queste cose", l'affondo di D’Alfonso innanzi all'assise consiliare, proprio in riferimento alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche intercorse tra due persone, il governatore e l'assessore Paolucci come detto, che non compaiono tra gli indagati. "Si vuole mandare un segnale a qualcuno o questa pubblicazione è il frutto di un concentrato di progettazione?".

La pubblicazione delle intercettazioni sarebbe un 'complotto', in altre parole, orchestrato da persone poco corrette, non terze e non obiettive, specialmente una, che - la promessa di D'Alfonso - subirà conseguenze. "Sì, c’è stata una progettazione e questo può essere avvenuto per fare confusione o ostacolare un procedimento o per gettare fango su alcune persone. Affermo, dichiaro e sottoscrivo che il magistrato che si è fatto carico con la sua altezza è al di sopra di ogni sospetto perché è figura di straordinaria professionalità, credibilità e valore istituzionale. Non ho la stessa opinione di coloro i quali hanno fatto parte dell’attività lavorativa sottostante (la Squadra Mobile di Pescara, ndr) e non ho la stessa opinione di uno di coloro ha fatto parte di questa attività. Lei già lo sa (il nome, ndr)", ha aggiunto poi D’Alfonso, rivolgendosi al consigliere pentastellato Domenico Pettinari che, con la sua denuncia, ha fatto partire le indagini. "Lei già lo sa, lei già lo sa… Farò i nomi davanti alle sedi opportune".

Un vero e proprio attacco alla Squadra Mobile di Pescara, e, in particolare, ad uno degli agenti che ha condotto le indagini. Di chi parlava, Luciano D'Alfonso? E perché Domenico Pettinari avrebbe dovuto saperlo?

Qualche giorno prima, il poliziotto della Mobile Giancarlo Pavone aveva pubblicato un post proprio sulla pagina Facebook del consigliere pentastellato, esprimendo il suo parere personale su alcune scelte dell'amministrazione regionale e non lesinando giudizi negativi sulla politica, in generale.

Un post pubblicato "per errore" e "per pochi secondi", subito cancellato, che nulla aveva a che fare con l'inchiesta su La City. Eppure, "l'entourage del governatore ha fatto in tempo a vederlo, stamparlo e a darlo al presidente", ha scritto nei giorni scorsi 'Il Centro'. "È una semplice, ma alquanto improbabile, coincidenza o magari c'è qualcuno che monitora continuamente l'operato degli eletti del M5S?", si è domandato Pettinari. "Come ha fatto D'Alfonso a venire a conoscenza di un commento apparso pochi secondi su una pagina Facebook?".

Sta di fatto che Pavone - tra gli inquirenti che avrebbe scoperto alcune incongruenze nella procedura d'acquisto della City - è finito nel mirino: sta scontando 100 giorni di ferie arretrate dopo aver chiesto prima il trasferimento e poi la revoca in seguito a non meglio precisate pressioni. Poi, dovrà subire un procedimento disciplinare deciso dal questore Paolo Passamonti perché avrebbe violato - con il suo commento social - un codice deontologico interno.

Faceva riferimento a lui, D'Alfonso, in Consiglio regionale?

Il governatore non ha fatto alcun accenno - nel suo intervento innanzi all'assise - a post pubblicati su Facebook, piuttosto ha parlato di "tentativi di fare confusione e ostacolare un procedimento, di gettare fango su alcune persone". Il poliziotto della Mobile di Pescara, sul social network, si è lasciato andare a considerazioni sulla vita politica regionale, considerazioni piuttosto comuni a dire il vero. Basta questo, ad un governatore, per parlare in Consiglio regionale di tentativi d'inquinamento di un procedimento giudiziario, o c'è dell'altro? E come mai Pavone è finito nel mirino?

Silenzio imbarazzato, nei palazzi delle Istituzioni. Gli unici a parlare sono stati i sindacati di polizia che hanno inteso difendere il collega. Le segreterie provinciali di Siulp, Sap, Siap, Silp-Cgil, Ugl-Polizia, Coisp e Uil Polizia, hanno annunciano di voler "intraprendere ogni iniziativa, anche eclatante, utile a garantire la dignità e la professionalità dei poliziotti".

"In questi giorni - hanno sottolineato - l'attenzione di alcuni mass media è stata catturata dalla vicenda legata alla City, in particolare al trasferimento e provvedimento disciplinare a carico dell'investigatore Pavone, dopo l'elogio al Magistrato e le 'minacce alla Squadra Mobile' del governatore D'Alfonso in sede di Consiglio regionale".

Le sigle sindacali hanno atteso, prima di intervenire, "per vedere l'atteggiamento e le iniziative avviate dal Questore che avrebbe dovuto chiarire a tutti, a difesa dell'istituzione e dei suoi uomini, l'ingiustificata ingerenza e il pesante giudizio espresso dal potere politico, anche perché̀ oggetto di un'interrogazione parlamentare, astenendosi anche da un incontro chiarificatore con il diretto interessato. Ma, purtroppo - hanno evidenziato - tutto ciò non l'abbiamo notato, anzi".

Secondo le "formali iniziative disciplinari avviate dal Questore, il collega si sarebbe reso responsabile, al di fuori del servizio, 'di una condotta non conforme alla dignità delle proprie funzioni'", ma Pavone, hanno attaccato i sindacati, avrebbe "espresso una semplice critica libera, costituzionalmente garantita, per fatti di interessi pubblici, si badi bene, che nulla attengono alle indagini in corso e che rappresentano un sentimento di sfiducia verso la classe politica di questo Paese".

E dunque? Che cosa è accaduto, in realtà? Sarebbe auspicabile un chiarimento, su questa vicenda.

 

 

Ultima modifica il Martedì, 29 Marzo 2016 21:22

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