"E' stato approvato un bilancio falso, non copre le spese che il Comune dell'Aquila deve sostenere e manca dei fondi richiesti al Governo: tra l'altro, il dirigente Giannangeli ci ha confermato che necessitiamo di 24 milioni; al contrario, l'esecutivo ne ha 'promessi' soltanto 16".
A dirlo, i consiglieri comunali di centrodestra Giorgio De Matteis (L'Aquila città aperta), Guido Quintino Liris e Roberto Tinari (Forza Italia), Raffaele Daniele (Udc) e Vito Colonna (Prospettiva 2022) che, stamane, hanno tenuto una conferenza stampa a Villa Gioia. "A ciò - ha sottolineato De Matteis - va aggiunto che non c'è alcuna idea, o proposta, da qui al prossimo futuro, su quale decreto dovrebbe contenere la norma per L'Aquila. Ancora non è chiaro come e quando arriveranno le insufficienti risorse 'promesse'".
In realtà, si è parlato del Decreto Enti Locali, calendarizzato per la metà di giugno, "ma Giannangeli - ha aggiunto il consigliere - ha già chiarito che autorizzerà la spesa delle risorse solo a seguito del passaggio parlamentare, in via prudenziale". Fino ad allora, il Comune dell'Aquila è alla paralisi: "stiamo spendendo soldi solo per gli stipendi e per i mutui contratti, e speriamo bastino".
Una situazione insostenibile, in un quadro politico complicato, per il centrosinistra cittadino. "Sel e Rifondazione si sono astenute al momento del voto: per molto meno, il sindaco Cialente aveva 'buttato fuori' Lelio De Santis, colpevole di aver partecipato ad una conferenza stampa con i consiglieri dell'Italia dei Valori che avevano criticato l'azione amministrativa, e Giancarlo Vicini, per l'astensione del consigliere Gianni Padovani, del suo stesso partito, al momento del voto al bilancio di previsione 2015. Stavolta, invece, il primo cittadino si è dovuto attenere al volere del Partito Democratico, seppure avesse manifestato l'intenzione di rompere con i partiti di sinistra. D'altra parte, è ridotto al crepuscolo della sua carriera politica".
C'è poi la spina Trifuoggi, sottolinea maliziosamente De Matteis: "Persino il vice sindaco ha manifestato l'intenzione di candidarsi alle prossime elezioni amministrative, fuori dal centrosinistra, con liste civiche. E Cialente lo tiene ancora in Giunta. Tra l'altro, vorrei chiarire che non ho mai offerto sostegno elettorale al vice sindaco: ho soltanto condiviso le critiche all'amministrazione". Una vera e propria stilettata. "Nei prossimi giorni, chiederemo all'assessore Cocciante cosa intende fare rispetto alla drammatica situazione che stiamo vivendo", ha dunque assicurato De Matteis. "Anche perché, abbiamo avuto conferma che il Comune non riesce a coprire le rate mensili contratte con Banca Sistema per sanare - con il recupero delle somme dovute dai morosi - il debito legato al mancato pagamento delle utenze al progetto Case. E gli interessi lievitano. Chiaro che i 5 milioni di euro apposti in bilancio per coprire la voragine, non basteranno. Ed è altrettanto chiaro che i 40 milioni di avanzo d'amministrazione non si potranno toccare, perché verranno utilizzati per coprire i debiti".
"Il sindaco se ne deve andare, deve lasciare libera la città", l'affondo di Roberto Tinari.
Il problema è l'incapacità del Comune dell'Aquila di riscuotere i crediti, "la buccia di banana su cui scivolerà l'amministrazione Cialente", ha aggiunto Raffaele Daniele. "La transazione con Banca Sistema, i fitti passivi, i consumi non riscossi del progetto Case, i mutui contratti senza uno scopo preciso: l'incapacità di riscuotere quanto dovuto all'Ente, l'assenza di una pianificazione, significa spendere fondi che potrebbe essere destinati a migliorare la vita dei cittadini per sanare, invece, interessi su crediti e transazioni. Parliamo di 30-40 milioni di euro, a fronte di un bilancio asfittico, e con il Governo che ci ha voltato le spalle, incapace di garantire 24 milioni di euro che, per il bilancio dello Stato, sono una sciocchezza".
"Siamo al fallimento totale dell'amministrazione", ha concluso Guido Quintino Liris. "Il governo Renzi ha sfiduciato Cialente e la sua Giunta, promettendo le risorse richieste soltanto all'ultimo minuto, con una lettera che non ha alcun valore. Si fossero mossi prima, avremmo evitato l'aumento della Tari del 20%. Ma oramai, L'Aquila è soltanto un fastidio per l'esecutivo".