Lunedì, 06 Giugno 2016 11:42

Amministrative, brusco risveglio per il Pd di Renzi: M5S sfonda a Roma

di 

Palazzo Chigi ha tentato fino all'ultimo di depotenziare il valore politico delle elezioni amministrative. Evidentemente, il premier-segretario aveva fiutato area di burrasca.

A due anni dal voto europeo, con l'incredibile exploit del Partito Democratico capace di andare oltre il 40%, i democrat si svegliano con pochissime certezze, e lo sguardo, preoccupato, volge già al secondo turno, il 19 giugno prossimo, e al referendum costituzionale di ottobre, il banco di prova per il governo Renzi che, stante i dati emersi dalle urne, assume contorni da vera e propria resa dei conti.

Il Movimento Cinque Stelle sfonda a Roma, conquista il ballottaggio a Torino con il 30% dei voti - e ora spaventa l'uscente Piero Fassino -, arriva al 10% a Milano e sfiora il 20% a Bologna. E' il partito di Grillo, in effetti, mai così bene alle elezioni amministrative, e capace di dimostrare, dunque, che si sta radicando anche sui territori, l'unico a poter gioire davvero.

Rispetto alle previsioni tiene il centrodestra, seppure a fatica: Stefano Parisi va oltre le aspettative, a Milano, in un testa a testa con Beppe Sala dal risultato nient'affatto scontato, strappa il ballottaggio a Bologna, con una candidata salviniana, sfiora il secondo a turno a Roma con Giorgia Meloni - ma si fosse presentato unito, il centrodestra sarebbe arrivato al ballottaggio - e va al secondo turno a Napoli.

E' clamoroso il risultato di Roma: la candidata del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, è oltre il 35% e si presenterà al ballottaggio con dieci punti di vantaggio sullo sfidante Roberto Giachetti, fermo al 25. Il Pd ha acciuffato il secondo turno con qualche patema d'animo e - va detto - per le spaccature interne al centrodestra, incapace di convergere su una candidatura unitaria che, stante i numeri, avrebbe potuto garantirgli il ballottaggio. Paga l'affaire Marino, senza dubbio, e lo scandalo di 'Roma Capitale'. Sta di fatto che il Movimento 5 Stelle è il primo partito sotto al Cupolone: ha ottenuto 23 punti percentuali in più rispetto alle comunali del 2013 (12.82%), triplicando le preferenze. Alle Europee del 2014, la percentuale dei pentastellati si era attestata al 24.9%. I democrat, invece, sono crollati: il Pd è al 17.2% contro il 26.26% delle comunali 2013 e il 43.07% delle Europee.

Virginia Raggi sembra avere davvero il vento in poppa.

Non c'è da stare allegri nemmeno a Milano: cinque anni dopo la vittoria arancione di Giuliano Pisapia, il centrosinistra unito intorno alla candidatura di Beppe Sala, uomo forte di Renzi, se la giocherà all'ultimissimo voto, al ballottaggio, con Stefano Parisi, l'unica scelta azzeccatta da Silvio Berlusconi. Diventa decisivo il 10% ottenuto dal candidato Cinque Stelle, Gianluca Corrado, che potrebbe far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. E Corrado, a dire il vero, non ha mancato di accennare alla sua simpatia per Parisi. Il Partito Democratico si è confermato il primo partito della città con il 28.6%, in linea con i voti ottenuti alle Comunali del 2011, lontanissimo, però, dall'exploit alle Europee: arrivò a sfiorare il 45%. Ed ora, rischia davvero di perdere Milano.

Stando nel 'campo politico' del centrodestra, se a Roma Fratelli d'Italia - trainato da Giorgia Meloni - ha ottenuto il 12.2% dei consensi con Forza Italia ferma al 4.2%, una debacle, a Milano, al contrario, i forzisti si sono confermati secondo partito con il 20.3% delle preferenze, superando, e di molto, la Lega Nord di Matteo Salvini ferma al 12%.

A Napoli, si va verso la riconferma - scontata - del sindaco uscente Luigi De Magistris che, al primo turno, si attesta al 42%. E come nel 2011, a sfidarlo al secondo turno sarà Gianni Lettieri, uomo forte del centrodestra cittadino, che si è fermato al 24%: sufficiente per lasciarsi alle spalle Valeria Valente, la candidata renziana - e verdiniana - che non è andata oltre il 21% restando, così, a sorpresa, fuori dal ballottaggio. Altro colpo per i democrat, se è vero che Renzi aveva scelto proprio Napoli come ultima piazza 'elettorale' in vista delle amministrative.

Al contrario, il Partito Democratico è avanti a Torino e Bologna, non come si poteva immaginare, però. Sotto la Mole, Piero Fassino ha superato il 40% ma vive con una certa apprensione l'affermazione della 'grillina' Appendino, andata oltre il 30. A Bologna, invece, Merola ha ottenuto un risicato 38% e, al ballottaggio, se la vedrà con la candidata della Lega Nord, attestata al 23%. Determinati, anche in Emilia, i voti Cinque stelle: Bugani è oltre il 17%. E pensare che alcuni analisti aveva accennato alla possibilità di una vittoria al primo turno, per entrambi.

L'unica notizia davvero confortante - per i democrat - arriva da Cagliari, dove l'uscente Massimo Zedda, l'ultimo sindaco arancione, è vicino alla conferma al primo turno. Veleggia oltre il 50%. E' tra Cagliari e Milano che arriva una sorta di avvertimento politico, per il premier Matteo Renzi: il Partito della Nazione non appassiona il popolo di centrosinistra, non traina l'elettorato. Succede a Milano, appunto, con Sala incapace di capitalizzare i cinque anni felici di amministrazione Pisapia, sindaco arancione come noto, succede a Napoli, con la Valente sostenuta dai verdiniani che non arriva neppure al ballottaggio. Al contrario, l'ultima esperienza di centrosinistra che guarda davvero a sinistra, la coalizione che sostiene Zedda appunto, sta ottenendo un risultato che va oltre le aspettative.

Il Partito che Renzi sta disegnando a sua immagine e somiglianza non solo sta vivendo un brusco risveglio ma ha letteralmente polverizzato le esperienze di sinistra, incapaci di trovare sbocchi fuori dal Pd: Airaudo a Torino, Rizzo a Milano, Fassina a Roma, non arrivano neppure al 5%.

Vince, invece, l'esperienza De Magistris, fuori dai partiti e oltre il civismo. E vince il Movimento 5 Stelle che sta dando corpo anche sui territori alla sfiducia dei cittadini verso i partiti tradizionali.

 

In Abruzzo

A vincere in Abruzzo, invece, è l'assessore regionale Andrea Gerosolimo. Un capolavoro politico, quello realizzato a Sulmona: Gerosolimo ha 'costruito' la candidatura di Annamaria Casini - sostenuta da 6 liste civiche capaci di raccogliere esponenti di centrosinistra e centrodestra e di costringere il Pd a non presentare il simbolo pur sostenendo l'ex sindaco Di Masci - che si attesta oltre il 44% e arriva da favorita, dunque, al ballottaggio del 19 giugno. Tra l'altro, la moglie di Gerosolimo - l'ex assessora provinciale Marianna Scoccia - è stata eletta sindaco di Prezza. Chiaro che l'assessore regionale, dovessero confermarsi questi numeri, farebbe valere il suo successo elettorale anche in seno alla Giunta D'Alfonso.

D'Alfonso che, a Roseto degli Abruzzi, sosteneva la candidatura di Rosaria Ciancaione, che non è riuscita però ad arrivare al ballottaggio. In testa il candidato del Partito Democratico, Di Girolamo, che potrebbe scalzare l'uscente Pavone, espressione del centrodestra. Si deciderà al secondo turno.

Centrosinistra avanti anche a Francavilla al Mare, con l'uscente Luciani che potrebbe essere confermato al primo turno: al momento, si attesta oltre il 70% dei voti. Al contrario, è il centrodestra ad aver ottenuto un risultato più che lusinghiero a Lanciano, con Errico D'Amico pronto a sfidare, al ballottaggio, l'uscente Mario Pupillo potendo contare, così si sussurra almeno, sul bacino di voti ottenuto da Tonia Paolucci, candidata della destra radicale, che si è fermata al 24%.

Centrodestra in vantaggio anche a Vasto, seppure di un soffio: Desiati è avanti al candidato di centrosinistra Menna. A far pendere la bilancia, al secondo turno, potrebbero essere - anche in riva all'Adriatico - i voti dei 5 Stelle, arrivati al 19% con Ludovica Cieri.

Ultima modifica il Lunedì, 06 Giugno 2016 17:49

Articoli correlati (da tag)

Chiudi