Nella vigilia della giornata mondiale contro la tortura, sabato 25 giugno, la campagna d'ispirazione politica autonoma-anarchica "Pagine contro la tortura", ha indetto una nuova manifestazione a L'Aquila per protestare contro il regime di carcere duro "41 bis".
L'istituto penitenziario del capoluogo abruzzese, regione dove a differenza delle altre non è presente la figura del garante dei detenuti, ospita infatti questo tipo di ordinamento insieme alle città di Cuneo, Novara, Parma, Opera-Milano, Tolmezzo-Udine, Ascoli Piceno, Viterbo, Secondigliano-Napoli, Terni, Spoleto, Rebibbia-Roma, Bancali-Sassari.
La specificità aquilana però è che il 41 bis annovera tra i detenuti e le detenute anche la componente delle "nuove brigate Rosse" Desdemona Lione, arrestata nel 2003 per aver partecipato agli omicidi di Massimo D'Antona (1999) e Marco Biagi (2002). Arresto in cui persero la vita nella sparatoria l'agente della polizia ferroviaria Emanuele Petri e il brigatista Mario Gallesi.
I momenti della protesta di sabato saranno due. Uno la mattina alle ore 11 con una manifestazione che partirà da Viale Gran Sasso e interesserà anche Viale della Croce Rossa e poi, nel primo pomeriggio, alle 14, sotto il carcere "Le Costerelle" di Pretutro dove nel 2007 si verificarono alcuni momenti di tensione con la polizia. Una manifestazione che si è poi ripetuta nel 2011.
In una nota diffusa dal gruppo di "femminismo rivoluzionario," tra gli organizzatori della giornata, si sottolinea come "dall''indagine conoscitiva sul 41-bis' di quest'anno, emerge un quadro raccapricciante sulle condizioni detentive nella sezione femminile speciale del carcere dell'Aquila".
"Lontane dai propri affetti e dai propri figli, le 7 donne rinchiuse nel carcere dell'Aquila, soffrono più degli uomini di questa condizione di carcere duro" denuncia l'avvocata Fabiana Gubitoso.
"Nel rapporto del Senato - continua la nota - le donne rinchiuse alle Costarelle ci parlano di privazioni e vessazioni quotidiane del tutto gratuite ed esercitate al solo scopo di intimidazione e annichilimento, come la presenza continua di agenti durante le visite mediche non psichiatriche, la violazione della propria intimità, l'impedimento a svolgere attività creative come il ricamo, a detenere detersivo o fermagli per i capelli in cella, il limite al numero di libri, indumenti, foto, il divieto di cucinarsi qualcosa in cella ecc."
Specifica attenzione viene posta nel comunicato sulla restrizione verso chi sconta il 41bis, riguardo al possesso e la lettura di libri ("a L'Aquila se ne possono detenere in cella solo due")
"La lettura - continua il comunicato - è una porta sul mondo, tornando a citare Mattarella, che molti non attraversano pur potendo e che invece è sprangata a vita per chi è recluso in 41bis. Agevolare le operazioni di perquisizione ordinaria" è la motivazione accampata per questa tortura bianca ed è esemplare del grado di inciviltà e di imbarbarimento di questo sistema".